“L’arte della fuga” di Fredrik Sjöberg è un viaggio sulle tracce di Gunnar Widforss, pittore vagabondo che ha ritratto i più suggestivi paesaggi naturali americani. Inseguendolo, Sjöberg avrà modo di raccontare un carosello di curiosità e aneddoti su tutta la storia d’America

L’arte della fuga (Iperborea, traduzione di Fulvio Ferrari) di Fredrik Sjöberg è un viaggio attraverso la natura e la storia americane, sulle tracce di Gunnar Widforss. Conosciuto in America come “il pittore dei parchi nazionali”, Widforss è stato un pittore vagabondo che ha ritratto i più suggestivi paesaggi naturali americani. Seguendo le sue tracce Sjöberg avrà modo di raccontare una infinità varietà di curiosità storiche e aneddoti divertenti spaziando in tutta la storia d’America.

L'arte della fuga Fredrik Sjöberg

“Le esperienze artistiche possono essere travolgenti quasi quanto gli amori”, pensa Fredrik Sjöberg quando in una casa d’aste di Stoccolma rimane folgorato dal dipinto di un pino. Spinto dalla sua proverbiale passione per tutto ciò che è insolito, scopre che l’artista è Gunnar Widforss (1879-1934), tanto sconosciuto in Europa quanto amato in Nord America, dove è considerato “il pittore dei parchi nazionali” e ha dato il proprio nome a una cima del Grand Canyon.

Comincia così L’arte della fuga, un’avventura sulle tracce di opere, lettere e fonti sperdute per ricostruire la vita, la vocazione e l’ossessione di questo inquieto acquerellista: un vagabondo squattrinato alla solitaria ricerca di bellezza, stretto tra il bisogno di creare e l’ansia di riuscire, che dopo aver girato mezzo mondo pianta la sua tenda nello Yosemite e dedica i suoi giorni a ritrarre i più suggestivi paesaggi d’oltreoceano. Un viaggio che conduce Fredrik Sjöberg in Nevada, Arizona e Colorado, nella natura selvaggia di Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau, attraverso la storia delle riserve, naturali e indiane, con il dubbio se servano più a proteggere o a ghettizzare.

L’arte della fuga è un racconto che si snoda tra curiosità storiche e aneddoti spassosi, dalla nascita dell’industria del chewing gum alla carovana di cammelli che aprì la Route 66, dalla luce dei dipinti di Turner al tacchino che Benjamin Franklin voleva al posto dell’aquila come simbolo degli Stati Uniti. Con i modi di fare dell’affabulatore, Fredrik  Sjöberg racconta con passione un altro dei suoi eccentrici outsider con un nuovo capitolo della sua riflessione sul rapporto tra uomo e natura.

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