Su ilLibraio.it “La pietra”, una prosa poetica di Ben Lerner, tratta dalla rivista trimestrale “Sotto il Vulcano – Idee, narrazioni, immaginari”, diretta da Marino Sinibaldi. Il sesto numero, dal titolo “Conflitti e dubbi”, è curato da Francesca Mannocchi…

La pietra*

di Ben Lerner

Immagina un canto, disse lei, che dà voce alla rabbia delle persone. Non usò proprio questi termini. La rabbia precede il canto, continuò, ma il canto precede le persone, le persone sono retroformate dal proprio canto, che socializza il sentimento, dilata la sfera delle sensazioni. La voce deve trarre origine dal canto, dunque il canto precede la parola, le sgombra il terreno. Allora noi adesso come stiamo parlando, chiesi, ma non in questi termini. Non stiamo parlando, rispose lei. Oppure sì, ma ci stiamo solo domandando se in pandemia dovremmo portare il gatto dal veterinario, se dovrei formare una bolla con i miei vicini, se il mango è un frutto col nocciolo.

La voce della gente non parla attraverso di noi. Strappai da terra una manciata d’erba, che si staccò dalla terra senza quasi opporre resistenza. Stiamo solo scambiando parole, continuò, che non è proprio parlare; lo scambio precede il canto che rende possibile la parola. Ma possiamo scambiare parole sul canto, possiamo descrivere il canto e le sue condizioni, seduti sulle nostre coperte a Fort Greene Park, l’autopattuglia che ancora brucia recintata dal nastro della polizia, le libellule che si accoppiano in alto, nell’aria umida sopra di noi. Può il canto trarre origine da uno scambio di parole, chiesi, avrei voluto chiedere, proprio come avrei voluto che l’erba resistesse di più, che si aggrappasse con più ardore alla terra. Gli steli sono cavi ma hanno i nodi. Si sono evoluti per sopportare i passi e i temporali. Lascio me stesso alla terra per nascere dall’erba che amo, scrisse il poeta, che non è né parola né canto, ma una parentesi erbosa, isolata da un cordone di poliziotti. (Che strano che poeta e sbirro siano anagrammi). Sugli alberi si erano radunati storni smaniosi.

Troviamo qualche altro nome collettivo, lei non disse. Uno stormo, un gregge, un volo, una bolla, un macello di persone con voci di pietra, inchiodate al terreno dell’esperienza, il terreno etico. In quel senso tirare pietre somiglia un po’ al canto quando mandi in frantumi il vetro, che viene fabbricato sciogliendo l’erba al calore, e scopo del canto è sciogliere le cose, soprattutto chi canta. Quando lei canta non può ritirare fuori il canto, e quando vola, lascia indietro parti del tratto digestivo, muscoli, nervi; nel canto si può cogliere quella dolorosa preveggenza. Il fumo maschera i ferormoni così il custode può accedere all’alveare (che strano che canto e fumo siano omofoni), ma a camminarci sopra canta anche un uccello canoro decapitato da una ghiandaia.

(traduzione di Cristiana Mennella)

sotto il vulcano

LA RIVISTA – Esce per Feltrinelli un nuovo numero, il sesto, della rivista trimestrale Sotto il Vulcano – Idee, narrazioni, immaginari, diretta da Marino Sinibaldi. Questo numero, dal titolo Conflitti e dubbi, è curato da Francesca Mannocchi.

Il nuovo numero pone al centro i conflitti, non solo bellici, e i dubbi che suscitano dentro di noi. Tra gli autori invitati a riflettere sul tema di copertina, Maria Ressa, premio Nobel per la pace nel 2021, Ece Temelkuran, Janine Di Giovanni, Massimo Recalcati e Rosella Postorino, oltre a Manuele Fior e Igort con due graphic novel. Il numero ospita anche La pietra*, una prosa poetica di Ben Lerner, che pubblichiamo sopra per gentile concessione della casa editrice, e un racconto di Donatella Di Pietrantonio. Le illustrazioni sono firmate da Vincenzo Filosa.

L’INIZIATIVA PER LA PACE – L’uscita del numero dedicato ai “Conflitti” della rivista si inserisce nell’iniziativa All we are saying is give peace a chance di Gruppo Feltrinelli e Fondazione Feltrinelli, un programma di voci, racconti e iniziative “per accendere la riflessione su un conflitto del quale non si vede la fine e sull’opportunità – e necessità – della pace”. Diversi gli incontri con pubblico e autori su tutto il territorio nazionale, fino al 24 marzo, compresa un’installazione artistica nella Feltrinelli di Viale Pasubio a Milano, realizzata dagli artisti Simona e Lorenzo Perrone, e una proposta bibliografica con titoli di narrativa di guerra e reportage nelle Librerie Feltrinelli, su lafeltrinelli.it e su Maremosso.

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