Il nuovo romanzo per ragazzi di Luigi Ballerini, “Alla seconda umanità”, parte da domande come: che succederebbe se l’Intelligenza Artificiale potesse avere il nostro corpo? Nella sua riflessione per ilLibraio.it, l’autore si chiede proprio qual è il valore del corpo, oggi e in futuro. Sì perché “la smaterializzazione dei rapporti rischia di far passare in secondo piano proprio il corpo, nella sua biologia. Il corpo in questa prospettiva potrebbe sembrare qualcosa di superato”

La realtà si è smaterializzata. E con essa anche i rapporti, come se si vivesse sempre in un non-luogo. È stato l’antropologo francese Marc Augè nel 1992 a parlare per primo dei non-luoghi.

Ha nominato così quegli spazi che avevano la prerogativa di “non essere identitari, relazionali e storici”. Possiamo considerare tali tutti quei posti dove la gente si incrocia senza incontrarsi, senza entrare realmente in relazione: supermercati, aeroporti, centri commerciali, autogrill.

La rete è poi diventata il non-luogo per eccellenza, un ambiente smaterializzato, non esistente sul piano fisico e tangibile, che tuttavia ha un forte impatto dal punto di vista esperienziale e sociale.

La rete si qualifica anche per essere senza tempo, in essa non esiste scansione della giornata, non si susseguono luce e buio, pranzo e cena, veglia e sonno, tutto accade sempre, a qualsiasi ora, alle quattro di notte posso trovare qualcuno con cui giocare o chattare esattamente come se fosse mattina o pomeriggio. Ma possiamo considerare un tale luogo, così aspaziale e atemporale, pienamente umano?

L’uomo infatti si colloca sempre nel tempo e nello spazio e tempo e spazio rappresentano per lui il tempo e lo spazio del rapporto. In essi, tra l’altro, si colloca con il suo corpo.

La smaterializzazione dei rapporti rischia di far passare in secondo piano proprio il corpo, nella sua biologia. Il corpo in questa prospettiva potrebbe sembrare qualcosa di superato.

Non è solo un’ipotetica teoria, questa, o una fantasia di alcuni: esistono importanti correnti filosofiche che considerano l’uomo un puro sciame di bit, un flusso di dati, di impulsi elettrici.

Il corpo sarebbe pertanto un puro substrato biologico per tali informazioni. Alla stessa stregua dei floppy disk superati dai CD, superati a loro volta dai nuovi dispositivi di immagazzinamento dati, il corpo potrebbe essere sostituito da altri supporti non necessariamente di carne e ossa.

Vi sono prestigiose università che esplorano dal punto vista teorico tale possibilità, nient’affatto fantascientifica, così come gruppi finanziari che le sostengono con ingenti investimenti di ricerca per poter rendere operative e applicabili le costruzioni toriche.

Ancora una volta realtà e distopia si incontrano nel presente che pensa il futuro, un futuro tutto da costruire a partire dall’idea di uomo che si abbraccia.

Oggi forse ci viene chiesto di andare davvero al cuore della questione, lo è chiesto soprattutto alle giovani generazioni che quel futuro dovranno costruirlo: che cosa rende l’uomo, uomo? Qual è la sua peculiarità?

Quale il valore del corpo, oggi e in futuro? Siamo davvero un’unità somatopsichica, un io-corpo come l’aveva chiamato Freud, ossia un corpo animato dal pensiero? Oppure siamo solo dati da immagazzinare, conservare e trasmettere garantendone in questo modo una sorta di immortalità?

La lingua inglese distingue body, il corpo vivo, animato, da corpse, il corpo inanimato oggetto di studio dell’anatomopatologo. Ecco allora la questione: io, quando dico io che cosa intendo?

Lo dichiaro, io sto dalla parte del body, della sua insostituibilità, della sua necessaria rivalorizzazione. Un futuro, davvero prossimo, chiederà a ciascuno di prendere posizione.

Da essa dipenderà il futuro dell’umanità, nella speranza che non si debba attenderne una seconda perché la prima è sparita, anzi perché ce ne siamo sbarazzati ritenendola inadeguata o insufficiente.

luigi ballerini alla seconda umanità

L’AUTORE – Luigi Ballerini è uno scrittore per giovani. Vive e lavora a Milano e ha pubblicato molti romanzi. Nel 2014 ha vinto il Premio Andersen e i suoi libri sono stati tradotti in tante lingue, ottenendo riconoscimenti anche all’estero.

Giornalista pubblicista, Ballerini scrive di scuola, educazione e giovani su quotidiani e periodici (qui i suoi articoli per ilLibraio.it, ndr). È ideatore e autore di personaggi di serie animate per la tv. Dirige la Scuola di Scrittura per Ragazzi Flannery O’Connor del Centro Culturale di Milano.

Per Il Castoro ha pubblicato Io sono Zero (Premio Bancarellino 2016), Imperfetti, Torna da me e In ogni istante.

I suoi romanzi affrontano tematiche legate al mondo attuale attraverso narrazioni distopiche che sanno intercettare le urgenze dei ragazzi di oggi soprattutto in relazione al rapporto tra realtà virtuale e reale, l’evoluzione del loro linguaggio e immaginario, l’impatto della tecnologia sulla loro vita quotidiana e sulle relazioni con se stessi e con il mondo.

Il nuovo libro di Ballerini, Alla seconda umanità, parte da una serie di domande: che succederebbe se l’Intelligenza Artificiale potesse avere il nostro corpo? Noi siamo il corpo o la mente? Siamo le sensazioni, le emozioni o i ricordi? In un mondo in cui l’Intelligenza Artificiale ha preso definitivamente il controllo sull’uomo e la tecnologia ruba la vita e l’identità degli uomini, un gruppo di ragazzi trova il coraggio di ribellarsi e riconquistare la libertà…

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