“Craxi – L’ultimo vero politico”, il nuovo libro di Aldo Cazzullo (autore del bestseller del 2024, “Il Dio dei nostri padri – Il grande romanzo della Bibbia”), esce a venticinque anni dalla morte del leader socialista ed è definito un “ritratto in chiaroscuro” – I particolari
Aldo Cazzullo è l’autore del bestseller del 2024, Il Dio dei nostri padri– Il grande romanzo della Bibbia (HarperCollins Italia – qui la nostra intervista). Il giornalista (vicedirettore del Corriere della Sera), scrittore e conduttore torna in libreria a metà gennaio con un nuovo saggio, questa volta pubblicato da Rizzoli: Craxi – L’ultimo vero politico esce a venticinque anni dalla morte di Bettino Craxi, ed è definito “un ritratto umano esaustivo e avvincente. Un racconto ricco di foto inedite e aneddoti poco noti”, sulla “parabola umana e politica dell’uomo di potere osannato e odiato, capro espiatorio della stagione del malaffare, esiliato illustre per alcuni, latitante per altri”.
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Cazzullo, nato ad Alba nel 1966, atterra a Tunisi a fine ottobre del 1999. In Italia è appena arrivata la notizia del ricovero del leader socialista, dal 1994 ad Hammamet per sfuggire a Mani Pulite e all’arresto, che sarebbe morto pochi mesi dopo. Parte dalla fine, da questi ricordi personali vissuti sul campo del giornalismo – la malattia di Craxi, il disperato intervento chirurgico, la morte, il funerale –, “il racconto dell’uomo e del politico che più di ogni altro ha rappresentato la modernizzazione dell’Italia repubblicana e la caduta del sistema dei partiti”.
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Autore di “libri sulla storia e l’identità italiana che hanno venduto oltre due milioni di copie”, Cazzullo firma dunque un “ritratto in chiaroscuro“, un “profilo biografico impreziosito da aneddoti personali e da un apparato fotografico unico, che punta a ricostruire la storia del giovane militante, l’ascesa al potere del segretario socialista, i rapporti con i leader nazionali e internazionali del suo tempo, dando conto della dimensione umana e intima del politico che fu Craxi anche nei mesi concitati dell’epilogo della sua parabola, senza nascondere gli errori e le responsabilità“. Fino a tracciare “un’analisi della sua eredità, quel nodo mai sciolto della fine della Prima Repubblica che forse trova proprio in Bettino la sua plastica rappresentazione: uomo di potere osannato e odiato, capro espiatorio della stagione del malaffare, esiliato illustre per alcuni, latitante per altri (e per la giustizia italiana)”.
“L’ultimo vero politico”, scrive Cazzullo: “Ingombrante financo sul piano fisico, è diventato il bersaglio grosso: da statista a ‘Cinghialone’. Un simbolo della Prima Repubblica, che ha avuto – come ha riconosciuto il suo nemico della vita, Eugenio Scalfari – ‘la grandezza della fine'”.
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