Rula Jebreal, giornalista e scrittrice, ne “Il cambiamento che meritiamo” delinea la problematica situazione in cui le donne vivono in Italia e nel resto del mondo: violenze, discriminazioni e disparità sono la trama di una società che colpisce in modo diretto metà della popolazione, e che così danneggia indirettamente anche l’altra metà. Non è però il momento di scoraggiarci, ma quello di creare alleanze e collaborazioni, perché il cambiamento che meritiamo, se ci impegniamo insieme, potrebbe essere più vicino di quanto pensiamo – L’approfondimento

Sono state 112 le donne uccise in Italia nel 2020; quest’anno, si contano già dodici vittime di femminicidio. La violenza sulle donne, che uno studio dell’OMS conferma essere perpetrata nella maggioranza dei casi da partner o ex partner, colpisce una su tre e continua a dimostrarsi la minaccia più pericolosa da affrontare.

È a partire dall’analisi di questo dramma globale che Rula Jebreal delinea i tratti de Il cambiamento che meritiamo, la società per cui tanti lottano ma che ancora stenta a realizzarsi

Rula Jebreal, giornalista e scrittrice, consigliera sui temi per la parità di genere del G7, lo scorso anno aveva portato il tema della violenza sulle donne a Sanremo, con un monologo di cui molto si è parlato, in parte autobiografico, proprio pochi giorni prima dell’arrivo di una pandemia che ha aggravato ulteriormente le condizioni di vita delle donne. 

Il cambiamento che meritiamo (Longanesi) è il suo nuovo libro, un saggio che ripercorre le sfide da intraprendere affinché il mondo possa diventare anche un luogo a misura di donna.

Sono ancora moltissimi gli aspetti della vita in cui le donne, circa metà della popolazione mondiale, sono discriminate e in pericolo. E che si tratti di maltrattamenti, disparità economica o mancato accesso ai luoghi di potere, le disuguaglianze si riflettono anche sulle famiglie, sui figli e sul resto della società. Proprio la pandemia ha fornito un esempio di quanto queste discriminazioni si rivelino dannose per tutti: secondo uno studio di giugno nei paesi con donne al comando è stata messa in atto una gestione della pandemia più efficace, risultando in una media di decessi minore.

D’altra parte, nel 2020 si è registrato a livello globale un incremento di richieste di aiuto da parte di donne che si sono sentite minacciate da mariti e compagni: il 73% in più solo in Italia. Le Nazioni Unite hanno parlato descritto il fenomeno come un’epidemia ombra che dilaga mentre concentriamo l’attenzione unicamente nella lotta contro il virus. 

E tra i peggioramenti causati dalla pandemia non manca il duro colpo subito dall’occupazione femminile. Un settore che già prima presentava numeri poco incoraggianti e che si è rivelato quello più colpito. Di tutti i posti di lavoro persi del 2020 in Italia, il 70% appartenevano a donne; un fenomeno che ha preso il nome di she-cession, ovvero una recessione economica che tra tutti i lavoratori colpisce in maggior misura le donne

Jebreal card della presentazione del 17 marzo

Di queste e molte altre problematiche scrive Rula Jebreal ne Il cambiamento che meritiamo, che si pone come un racconto della critica situazione femminile in Italia nel mondo, colmo di dati e numeri che non fanno altro che rimarcare l’urgenza con cui queste situazioni andrebbero affrontate. Oltre a quelli citati infatti, sono molti altri i temi che trovano spazio, come per esempio la piaga degli stupri di guerra, il pregiudizio che vede le donne incolpate delle violenze che subiscono, la violenza verbale e l’incitamento all’odio, lo squilibrio nel carico degli impegni domestici, il gender pay gap, la povertà femminile e altri ancora.  

Non mancano però le note incoraggianti: per ogni crisi c’è qualcuno che sta lottando per risolverla e che dimostra conquiste più o meno rincuoranti. Sono molte le storie di chi non si è fermato di fronte agli ostacoli per andare verso la costruzione di una società più equa e più giusta: ed è a loro che ci dobbiamo ispirare, sostiene Jebreal, per spingere collettivamente verso la stessa direzione. 

Anche perché la collaborazione, per far sì che il cambiamento che meritiamo si realizzi, è necessaria: e il perché l’autrice lo spiega usando come esempio il suo percorso di successo, che racconta non sarebbe stato possibile senza l’aiuto e il sostegno di altre persone, donne in particolare. Prima tra esse Hind Al-Husseini, la creatrice del collegio e orfanotrofio Dar El-Tifel in cui anche Jebreal ha vissuto per un periodo della sua vita, che ha sempre creduto nel potere dell’educazione per dare un nuovo corso alla vita delle bambine a lei affidate.  

Gli spunti personali disseminati in diversi punti del libro fanno sì che le statistiche a nostra disposizione non perdano di potere narrativo dietro all’impersonalità dei numeri: Jebreal si sofferma in particolare sul dolore che la perdita di sua madre Nadia ha segnato lei e la sua famiglia. Una perdita che forse si sarebbe potuta evitare se a essere giudicate e isolate non fossero le donne ma gli uomini che su di loro usano violenza.

L’invito, quindi, è quello di impegnarci nella creazione di reti di sostegno alle donne che denunciano e di liberarci dai sistemi che si ergono a scudo di protezione verso chi commette i crimini di genere. Le nuove generazioni, sostiene Jebreal, per fortuna sembrano dimostrare non solo di avere a cuore il cambiamento, ma di avere dalla loro parte anche la consapevolezza di meritarlo. Riponiamo le speranze in loro e continuiamo a impegnarci per creare alleanze e sinergie, e realizzare finalmente quella società libera e giusta che da tempo sogniamo. 

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