L’intellettuale libanese Georges Corm nel suo saggio rifiuta la teoria dello scontro di civiltà. Esalta invece il modello politico della laicità, rivolgendo un invito tanto al Medio Oriente quanto a un’Europa che si interroga sulle derive settarie e i modelli di integrazione

È davvero un “ritorno del religioso” ad aver inaugurato il XXI secolo? Sono le identità confessionali che generano la violenza nel sistema internazionale contemporaneo? Se questa è la narrazione che il discorso politico e la vulgata mediatica tendono a diffondere dei conflitti che hanno origine in Medio Oriente, Georges Corm ne capovolge i presupposti, smascherando letture “facili” e “utili” di fenomeni che hanno una ben più profonda complessità storica, economica, politica e strategica.

conflitto di civilta

Nel saggio Contro il conflitto di civiltà (Guerini e Associati) l’intellettuale libanese propone una tesi assai provocatoria e stridente con la visione dominante. Unendo il rigore del saggio alla veemenza del pamphlet, l’autore lancia un monito contro le analisi mono-causali delle guerre contemporanee, smonta la tesi del “conflitto di civiltà” e mette in guardia dalle strumentalizzazioni politiche del discorso religioso e identitario.

Georges Corm, libanese, economista, ex-ministro ed autore di numerosi libri e studi sul mondo arabo, esalta il modello politico della laicità e rivolge un invito tanto al Medio Oriente quanto a un’Europa, in cui il clima di tensione per gli attentati non si arresta, che si interroga sulle derive settarie e i modelli di integrazione.

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