“Avevate mai pensato alla libreria come a un’orchestra? Il paragone non è affatto azzardato”. Parola di Romano Montroni (una vita in libreria e poi per due mandati alla presidenza del Centro per il libro e la lettura). Su ilLibraio.it un capitolo dal suo libro, “L’uomo che sussurrava ai lettori”

Più della metà degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno: un dato che alla comunità dei lettori sembra inverosimile e che invece emerge con tutta evidenza dalle statistiche. Ma è sempre stato così? E cosa si può fare per cambiare questa situazione, all’origine delle sacche di arretratezza sociale e culturale da cui l’Italia è zavorrata? Perché in tanti Paesi europei gli indici di lettura sono molto più alti del nostro?

Romano Montroni ha messo la sua esperienza, la sua energia e le sue competenze al servizio del Centro per il libro e la lettura, per immaginare e provare a costruire con il sostegno delle istituzioni e di tutta la filiera del libro un futuro diverso. Un futuro in cui – attraverso una politica sistematica di promozione della lettura rivolta in primo luogo a bambini e ragazzi, per aiutarli a scoprire la gioia che i libri possono dare – una nuova generazione di lettori, dunque di cittadini più consapevoli, avrà permesso al nostro Paese di recuperare lo svantaggio.

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Concluso il suo secondo e ultimo mandato come presidente del Cepell, Montroni (che ha lavorato per oltre quarant’anni per le Librerie Feltrinelli, e che è docente e membro del Comitato promotore della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri) tira le somme e lo fa nel saggio L’uomo che sussurrava ai lettori (Longanesi): parla di scuole, di lettura ad alta voce, di crisi delle librerie, di “città che leggono”, di biblioteche, di volontari; e naturalmente parla di librai, sottolineando la necessità di una formazione che li restituisca al ruolo di operatori culturali.

Su ilLibraio.it, per gentile concessione della casa editrice, proponiamo un estratto:

La libreria come un’orchestra

I musicisti di un’orchestra compongono una squadra, non diversamente dai librai di una libreria. Ogni musicista suona la propria parte insieme agli altri musicisti sotto la guida del direttore d’orchestra, non diversamente da come ogni libraio svolge i compiti che gli sono stati assegnati e collabora con gli altri librai sotto la guida del direttore della libreria. E’ solo così che si suona insieme, altrimenti si producono rumori e basta.

Che un direttore abbia la bacchetta in mano e l’altro no non ha molta importanza. Quello che importa è l’armonia. Una libreria con un direttore « disarmonico » aumenta il rischio di conflitti interni, inefficienze e stress. E ogni libraio deve aver chiaro il proprio compito: la confusione sui doveri e le responsabilità di ciascuno genera ansia e incertezza. Il concetto di armonia-disarmonia può sembrare lontanissimo dalla libreria, ma è stato proprio l’inventore della teoria moderna del management, Peter Drucker, a rilevare che « l’organizzazione aziendale oggi assomiglia all’orchestra sinfonica ». E la libreria, che è un’azienda di tipo particolarissimo ma è pur sempre un’azienda, non fa eccezione.

I paradigmi della musica occidentale – ritmo, melodia, armonia e timbro – costituiscono uno schema interpretativo perfetto per analizzare il funzionamento di una libreria.

Vediamo come.

Il ritmo corrisponde alla cultura delle regole: la creatività del libraio è sicuramente un valore, ma il rispetto delle regole è indispensabile perche´ la libreria centri i propri obiettivi. E’ solo rispettando le regole che il lavoro si svolge secondo un buon ritmo, riconoscibile anche dai clienti.

La melodia corrisponde all’innovazione: una melodia si mantiene tale nel tempo se si arricchisce di elementi nuovi, altrimenti rischia di non essere più intonata. In libreria non ci si deve fossilizzare, perche´ la libreria si evolve come la realtà che la circonda. Bisogna quindi cercare di cavalcare idee innovative, come – in un secolo in cui l’innovazione è molto legata alla comunicazione – l’uso di strumenti sempre più efficaci per relazionarsi con i clienti e per conquistarne di nuovi. Pensiamo per esempio agli sms con cui si avvertono i clienti dell’arrivo dei libri ordinati, alla pubblicizzazione degli eventi attraverso la mail, Facebook, Instagram, Twitter e alla ripresa degli eventi stessi, caricati poi sui social o sui canali YouTube.

L’armonia corrisponde all’organizzazione: organizzazione perfetta è sinonimo di perfetta armonia, in musica come in libreria. Una perfetta organizzazione si deve sentire e toccare con mano nel lavoro quotidiano, la si deve respirare. Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa, in modo che il cliente percepisca in maniera immediata da una parte il valore che i librai attribuiscono all’ordine e all’attenzione alle piccole cose e dall’altra la dedizione con cui mettono in pratica questi princìpi.

Il timbro corrisponde all’identità e al marchio: l’identità  di una libreria e il valore del suo marchio, sia che si tratti di un gruppo o di una famiglia di tradizione libraria, devono rispecchiarsi nella proposta dell’assortimento. Non dev’esserci distonia tra un marchio e i libri esposti in vetrina o sui tavoli di proposta. Il libraio deve prestare la massima attenzione non soltanto nell’acquisire i titoli ma anche nel compiere quotidianamente le operazioni di merchandising, che della libreria sono il vero biglietto da visita. L’identità della libreria dev’essere molto ben definita e imporsi subito all’occhio di chi la frequenta, come anche di chi vi entra per la prima volta.

(continua in libreria…)

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