Da Ryszard Kapuściński a Marguerite Yourcenar, passando per Claudio Magris e Banana Yoshimoto (e molti altri): tante frasi sui viaggi tratte dalla letteratura di ieri e di oggi, per ricordarci di esplorare il mondo con occhi curiosi e per aprire la mente a incontri sempre più insoliti e affascinanti (che da ogni esperienza oltre i nostri confini ci facciano tornare sempre diversi e sempre più consapevoli)…

Negli ultimi anni, complice anche l’esplosione del travel blogging sui social, spopolano le frasi sui viaggi, che spesso accompagnano reel o caroselli dedicati alla scoperta di nuovi posti del mondo, o a dei consigli di itinerari da salvare.

Riflessioni che aiutano a ricordarci l’importanza di esplorare terre vicine e lontane rispetto a quella in cui abitiamo, ma che forse – allo stesso tempo – fanno passare in secondo piano il valore del viaggio come “chiave di lettura del senso della vita“, per citare lo scrittore e filosofo Alain de Botton (di cui abbiamo parlato nel dettaglio in questo approfondimento).

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Sì perché quella che l’autore chiama non a caso l’Arte di viaggiare – e che già nella letteratura del Novecento è stata resa grande dai reportage di giornalisti del calibro di Tiziano Terzani (che ha firmato opere come Un indovino mi disse, In Asia o Buonanotte, signor Lenin) o da romanzi cult come Sulla strada di Jack Kerouac (1922-1969) – ci pone spesso davanti a degli interrogativi filosofici, a dir poco essenziali.

Ecco quindi una selezione di frasi sui viaggi tratte dalla letteratura di ieri e di oggi, per tornare a pensare a questa pratica non come a un modo come un altro di passare le vacanze in mete più o meno esotiche, ma come a un’esperienza più pregnante e significativa, tanto avventurosa quanto introspettiva, in grado di spingerci al di là dei nostri confini e della nostra zona di comfort.

Da Ryszard Kapuściński a Marguerite Yourcenar, passando per Claudio Magris e per Banana Yoshimoto, tanti spunti per continuare a guardare l’orizzonte con occhi curiosi e per aprire la mente a incontri sempre più insoliti e affascinanti, che ci facciano tornare da ogni viaggio sempre diversi e sempre più consapevoli

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Frasi (d’autore) sui viaggi e sul viaggiare

Cominciamo da una delle frasi sui viaggi più conosciute del giornalista e saggista polacco Ryszard Kapuściński (1932-2007), tratta dal suo capolavoro In viaggio con Erodoto (Feltrinelli, traduzione di Valerio Verdiani). Un’occasione per rammentarci che il viaggio ha un’estensione temporale – e un’influenza su di noi – che va ben al di là dei giorni veri e propri trascorsi fuori casa. E il motivo è presto detto:

Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e praticamente non finisce mai, dato che il nastro della memoria continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati.

Una delle frasi sui viaggi pronunciate da Ryszard Kapuscinski

Sempre nell’ambito della preparazione al viaggio, fondamentale è anche lo stato mentale con cui ci predisponiamo alla partenza. Oltre ai bagagli e alle azioni concrete che richiede questo momento, infatti, è fondamentale entrare nell’ottica di idee che dovremo mettere in gioco tutto di noi, se vogliamo imparare qualcosa di nuovo. Proprio come evidenzia la scrittrice Simona Vinci nel suo Nel bianco (Neri Pozza):

Ogni vero viaggio presuppone la disponibilità ad accettare l’imprevisto, qualunque esso sia, anche quello di non sapere più di preciso chi si era prima di partire.

Dopodiché, ci si mette in marcia ed ecco che accade la magia: un rapporto con lo spazio e con la gente intorno a noi senza precedenti, pieno di sorprese e di sensazioni stranianti, che ci trasporta in una dimensione di cui non conosciamo ancora il linguaggio, i significati, i risvolti.

A descriverlo in maniera toccante è l’autore e poeta brasiliano Paulo Coelho nel noto Il cammino di Santiago (La Nave di Teseo, traduzione di Rita Desti):

Quando si viaggia, si sperimenta in maniera molto più concreta l’atto della Rinascita. Ci si trova dinanzi a situazioni del tutto nuove, il giorno trascorre più lentamente e, nella maggior parte dei casi, non si comprende la lingua che parlano gli altri. È proprio quello che accade a un bambino appena nato dal ventre materno. Con ciò si è costretti a dare molta più importanza alle cose che ti circondano, perché da esse dipende la sopravvivenza. Si comincia a essere più accessibili agli altri, perché gli altri ti possono aiutare nelle situazioni difficili. E si accoglie qualsiasi piccolo favore degli dei con grande gioia, come se si trattasse di un episodio da ricordare per il resto della vita.

Una delle frasi sui viaggi pronunciate da Paulo Coelho

Una frase sui viaggi che sembra fare il paio, attraversando le epoche e la distanza geografica, con una considerazione firmata invece Marguerite Yourcenar (1903-1987) e inserita nel testo Il giro della prigione (Bompiani, traduzione di Fabrizio Ascari), ricco di notazioni interessanti sul giro del mondo che l’autrice e poetessa francese intendeva portare a termine con l’amico Jerry Wilson:

Il viaggio era anche gusto e passione personali e, com’è tipico anche ai nostri giorni di ogni viaggio fatto con intelligenza, una scuola di resistenza, di stupefazione, quasi un’ascesi, un mezzo per perdere i propri pregiudizi, mettendoli in contatto con quelli dello straniero.

Nelle sue parole si presenta un altro elemento cruciale di ogni viaggio, ovvero il contatto e il confronto con chi vive sì sul nostro stesso pianeta, ma ha però una Weltanschauung differente dalla nostra, e che proprio nello scarto tra la sua e la nostra interpretazione delle cose risveglia il nostro senso di umanità e di comunità. Parola del saggista e critico Claudio Magris, che nel suo L’infinito viaggiare (Mondadori) appunta infatti:

Viaggiare insegna lo spaesamento, a sentirsi sempre stranieri nella vita, anche a casa propria, ma essere stranieri fra stranieri è forse l’unico modo di essere veramente fratelli.

Una delle frasi sui viaggi pronunciate da Claudio Magris

Tutte osservazioni che non avremmo potuto fare, se fossimo rimasti fra le mura sicure ma limitate della nostra casa, e che nonostante le incognite e le sfide del viaggio ci permettono di accedere poi a un tesoro di memorie e di eventi irripetibili. A sintetizzarne l’unicità è l’autrice giapponese Banana Yoshimoto in Un viaggio chiamato vita (Feltrinelli, traduzione di Gala Maria Follaco), a degna conclusione della nostra selezione di citazioni:

In fondo si vive solo quando si creano ricordi… questo pensavo mentre, esausta, mi dicevo che avevamo fatto bene a partire.

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