Barbara Riccardi insegna nella periferia di Roma, ed è l’unica maestra italiana candidata all’edizione 2016 del Global Teacher Prize, il “Nobel” per gli insegnanti… – La sua storia e i suoi sogni (“Con il milione di dollari in palio aprirei uno spazio polivalente, aperto anche al pomeriggio, per lo sport e i corsi di recupero per i bambini stranieri…”)

Barbara Riccardi, insegnante dell’Istituto comprensivo Frignani di Spinaceto, nella periferia di Roma, è l’unica maestra italiana candidata all’edizione 2016 del Global Teacher Prize, il “Nobel” per gli insegnanti.

Il riconoscimento, nato per volere del filantropo miliardario Sunny Varkey attraverso la fondazione omonima, è alla sua seconda edizione (lo scorso anno è stato vinto dalla maestra americana Nancie Atwell) e viene assegnato a un insegnante speciale, la cui esperienza è degna di essere valorizzata e può funzionare da esempio per chi svolge questa professione. La candidatura può venire da altri insegnanti, dagli alunni o dalla comunità.


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Come raccontato dal Corriere.it, Barbara si è dichiarata molto sorpresa di questa nomina inaspettata ed è quasi incredula. La maestra romana è stata nominata “per la sua capacità nel creare legami tra studenti di diverse culture e Paesi, attraverso programmi di scambio e progetti di inclusione“: dai contatti con le scuole francesi diventati poi gemellaggi, all’organizzazione di campi estivi per i bambini senza mezzi, progetto per cui è stata insignita anche di una medaglia al merito dal Presidente della Repubblica, la creatività di Barbara non si ferma mai. Tra i suoi progetti, la rivista online “La scuola possibile”, in cui riporta, insieme ai colleghi, le esperienze in classe; il Progetto Leonardo, firmato insieme al rettore della Sorbona di Parigi, che vedrà collaborare gli studenti delle due scuole per realizzare due mostre, una a Parigi e una a Roma, su Leonardo Da Vinci; il TG Scuola, in cui i ragazzi fanno i giornalisti e realizzano video interviste; l’orto scolastico dove, insieme ai nonni, i bambini coltivano verdure a chilometro zero da rivendere per finanziare la scuola; per finire con un progetto di partnership con una scuola del Kenya, affidato a due studenti di origini africane, per la realizzazione di un libro di ricette, racconti e musica.

Un vulcano di idee e una maestra instancabile, quando le hanno chiesto cosa farebbe con un milione di dollari, ha risposto: “Aprirei uno spazio polivalente, aperto anche al pomeriggio, per lo sport e i corsi di recupero per i bambini stranieri“. Inoltre sistemerebbe gli infissi e l’impianto di riscaldamento, metterebbe una LIM e il registro elettronico in ogni classe e coinvolgerebbe più ragazzi nei suoi scambi culturali.

La premiazione avverrà a Dubai a marzo 2016: inutile dire che noi facciamo il tifo per Barbara.

 

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