Lo scrittore italiano su “Sottomissione”: “Un pamphlet brillante era più che sufficiente…”

(…) Un libro placidamente strano, nato, si direbbe, dalla fusione di tre testi differenti: un romanzetto di fantapolitica, un racconto dedicato al mesto declino umano di un accademico parigino e un saggio su J. K. Huysmans, uno dei padri del decadentismo tardo-ottocentesco. La fusione non è proprio riuscitissima (si vedono le cuciture, troppo spesso), e la parte più brillante, senza dubbio, è quella saggistica (tutti a rileggere Huysmans, dopo). A tenere insieme il tutto, assicurando alla lettura una certa gratificazione, ci pensa la mano dell’artigiano, cioè l’abilità della scrittura — un tempo si sarebbe detto lo stile”. Stamattina, su Repubblica, lo scrittore Alessandro Baricco ha recensito, non certo con toni entusiastici, il romanzo inevitabilmente più discusso del momento: Sottomissione di Michel Houellebecq (pubblicato in Italia da Bompiani), andato a ruba in Francia dopo la strage di Charlie Hebdo. Nel suo nuovo libro, infatti, Houellebecq immagina la Francia del 2022, con la vittoria alle elezioni presidenziali di un partito islamico.

In molti hanno definito quella di Baricco una “stroncatura” (del resto, il titolo del lungo articolo è “L’inutile lezione del professor Houellebecq”…), anche se in realtà nel testo non mancano i passaggi in cui l’autore di Oceano mare e Seta sottolinea la bravura del collega.

In ogni caso, la recensione ha ovviamente fatto parlare in rete, soprattutto su Twitter. A proposito del romanzo dell’autore francese, tra l’altro, per lo scrittore italiano “un pamphlet brillante era più che sufficiente”

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