Una selezione dedicata ad alcune delle più belle frasi su (e di) Winnie Puh tratte dall’amata serie di libri dello scrittore inglese A. A. Milne (al netto di quelle che spesso gli vengono attribuite erroneamente), per tornare in contatto con la giocosa e spontanea tenerezza dell’orsetto più famoso del mondo…
Non tutti gli eroi sono nati per avere coraggio e grandi ambizioni: alcuni hanno solo tanta voglia di miele e una simpatia che li rende irresistibili. Un po’ come Winnie Puh, il celebre orsetto che dà il nome all’omonimo capolavoro (Salani, traduzione di Luigi Spagnol) dello scrittore inglese A. A. Milne (1882-1956).
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Grazie anche alle illustrazioni di E. H. Shepard, alle celebri trasposizioni animate tratte dai romanzi (a cura di Walt Disney e non solo), e a un successo che ha oltrepassato il mondo editoriale per diventare un fenomeno culturale globale, Winnie Puh resta infatti ancora oggi uno dei personaggi più amati della letteratura per l’infanzia.

Lo scrittore A. A. Milne, con suo figlio Christopher Robin (GettyEditorial)
Smemorato, un po’ goffo, eppure capace di slanci di affetto e di saggezza che lo rendono indimenticabile, Puh dopotutto ci assomiglia – o per lo meno rappresenta ciò che anche noi vorremmo riuscire a essere: persone autentiche, imperfette, gentili.
Ecco quindi il motivo più plausibile per cui l’interesse per questo affabile abitante del Bosco dei Cento Acri non è mai venuto meno, al punto che nel corso degli anni il mondo del web ha finito per riempirsi di citazioni erroneamente attribuite al suo autore.
In questo articolo proviamo allora a proporvi alcune delle più belle frasi su (e di) Winnie Puh realmente tratte dai libri di A. A. Milne, che restituiscono all’orsetto più famoso del mondo la sua spontanea e giocosa tenerezza:
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Cominciamo da una citazione che ci permette di inquadrare meglio il carattere del personaggio, il suo senso dell’umorismo e le sue risposte a tratti spiazzanti, che nel caso specifico sono legate ai piccoli piaceri quotidiani e (soprattutto!) all’importanza di cominciare la giornata all’insegna del buon cibo…
“Quando ti svegli la mattina, Puh” chiese infine Porcelletto, “qual è la prima cosa che pensi?”.
“Che cosa c’è per colazione?” rispose Puh. “E tu, Porcelletto?”.
“Io penso: chissà che cosa succederà oggi di emozionante?” rispose Porcelletto.
Puh annuì con aria pensierosa.
“È la stessa cosa” disse.
Una freschezza che si fa ancora più convincente quando i dialoghi del testo nascondono fra le righe un significato più profondo, un insegnamento da trasmettere a chi legge, o anche solo una riflessione sulla vita. Come accade in questo passaggio, in cui Puh capisce per la prima volta quanto la felicità possa essere rara (ma pur sempre a modo suo, e con un immancabile tocco di leggerezza):
“Non tutti possono, e alcuni di noi non ci riescono. Tutto qui”.
“Non possono che cosa?” domandò Puh, strofinandosi il naso.
“Gaiezza. Canti e balli. ‘La vispa Teresa avea tra l’erbetta’”.
“Oh!” fece Puh. Ci pensò su per un bel po’, poi chiese: “Che tipo di erbetta?”.
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Da menzionare sono anche le frasi di uno dei volumi successivi della serie, ovvero La strada di Winnie Puh (Salani, traduzione di Luigi Spagnol). Fra le più conosciute c’è senza dubbio la “lezione” che Christopher Robin impartisce all’orsetto nel raccontargli quale sia la sua attività preferita: una che bambini e bambine conoscono bene, ma che poi da grandi rischiamo di dimenticare…
«Ma la cosa che preferisco fare in assoluto è Niente».
«E come si fa Niente?» chiese Puh, dopo averci riflettuto al lungo.
«Bè, è quando ti chiamano proprio quando stai andando a farlo e ti chiedono: “Che cosa stai andando a fare, Christopher Robin?” e tu rispondi: “Oh, niente” e poi vai e lo fai. […] Significa passeggiare, ascoltare tutte le cose che non si possono sentire e non preoccuparsi».

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Quel dolce far niente è un passatempo che anche Winnie Puh imparerà a fare proprio e che, passeggiando e abituandosi all’ascolto in compagnia del suo bambino umano preferito, gli permetterà di crescere e migliorare ogni giorno, realizzando che in certi casi perfino un orsetto come lui può rivelarsi più sensibile e perspicace di quanto avrebbe creduto:
«Secondo me la tua Idea è un’ottima Idea».
Puh si sentì un po’ meglio, perché quando si è Orsi di Pochissimo Cervello, e si Pensano le Cose, ci si accorge a volte che una Cosa che dentro di noi sembrava molto Cosevole è considerevolmente diversa quando esce all’aria aperta e la gente la guarda.
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E tuttavia, con il passare del tempo, per Christopher Robin arriverà alla fine il momento di crescere, di andare a scuola e di lasciare almeno in parte il Bosco dei Cento Acri. Anche se in quel luogo incantato dell’infanzia, che appartiene a chi non smette di credere nella bellezza della semplicità, i ricordi condivisi con Winnie Puh manterranno per sempre intatto il loro valore:
Così s’incamminarono. Ma dovunque vadano, e qualunque cosa gli succeda per strada, in quel posto incantato in cima alla Foresta, un bambino e il suo Orso staranno sempre giocando.