Patrizia Da Re, come racconta a ilLibraio.it, è una maestra elementare che da 35 anni legge ai suoi alunni romanzi “a puntate”. Una pratica che promuove l’amore per la lettura e rafforza i rapporti umani (non solo: aiuta anche l’integrazione degli studenti che arrivano da altri paesi e delle loro famiglie): “La lettura deve essere solo un piacere, non può essere uno strumento di valutazione dell’apprendimento. Trovo una pratica dannosa il far leggere un libro a un bambino e obbligarlo a compilare la scheda libro” – I suoi consigli

Si è appena chiusa la seconda edizione di Libriamoci (26-31 ottobre), settimana in cui si promuove la lettura nelle scuole. E quella che vi proponiamo oggi è una storia di educazione alla lettura che funziona da anni. Patrizia Da Re è una maestra della scuola primaria Giacomo Leopardi di Padova. Insegna da 35 anni e sono 35 anni che, appena le avanza un po’ di tempo a fine lezione, legge un romanzo “a puntate” ai suoi alunni.

Al telefono con  ilLibraio.it, racconta come nasce questa sua “pratica”: “Amo leggere, ho sempre letto fin da bambina. E quando si ha una passione così forte, si cerca di trasmetterla anche agli altri”. Patrizia insegna ai bambini dalla prima alla quinta elementare e ritiene che sia importante leggere ai più piccoli, anche quando sono in grado di farlo da soli: “Leggere insieme è un momento di condivisione importante, serve a rafforzare il legame affettivo e a partecipare insieme a una storia. Anche i genitori dovrebbero continuare a farlo con i propri figli”.

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Ovviamente, Patrizia Da Re sceglie i libri da leggere in base all’età dei suoi alunni, ma in prima elementare inizia sempre da Gli Sporcelli di Roald Dahl: “Ai bambini piace il ‘politicamente scorretto’: i cattivi sono brutti e sporchi, i buoni sono belli e profumati. Hanno una visione molto netta del mondo e Dahl è perfetto nel rispecchiare questa loro prospettiva”.

Le sue letture “a puntate” riscuotono molto successo tra gli alunni, che sono i primi a chiederle di farlo. All’inizio, come è ovvio, non è facile: “Devo insegnare loro la ‘posizione dell’ascolto’, in cui rivolgono l’attenzione solo a me che leggo, senza distrarsi o disegnare. Imparare ad ascoltare è fondamentale“. Patrizia ci ha anche raccontato che molti suoi ex-alunni da grandi comprano i libri e li rileggono per tornare con la memoria a quando erano bambini.

Inoltre, nella scuola Giacomo Leopardi c’è un’alta percentuale di bambini stranieri: Patrizia legge i libri anche a loro, che seguono con entusiasmo, e tornati a casa rileggono i libri con i loro genitori. Per cui capita, a volte, che i genitori ringrazino Patrizia perché così anche loro imparano l’italiano insieme ai propri figli.

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Intervistata poi sul ruolo della scuola nella promozione della lettura, di cui il Gruppo Editoriale Mauri Spagnol si è occupato nella ricerca La Felicità di Leggere, Patrizia ha ribadito che “la lettura deve essere solo un piacere, non può essere uno strumento di valutazione dell’apprendimento. Trovo una pratica dannosa il far leggere un libro a un bambino e obbligarlo a compilare la scheda libro”, e che tutto questo allontana dal piacere della lettura, vista così solo come un dovere.

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