Tra librerie, statue, case museo, biblioteche, caffè, fondazioni culturali e ristoranti, una rassegna dei luoghi letterari da visitare se si è in viaggio a Lisbona: indirizzi legati a celebri scrittori come Fernando Pessoa e José Saramago, ma anche alle tradizioni e agli eventi portoghesi da non perdere…

Luminosa eppure malinconica, antichissima ma immersa in un’atmosfera sempre vivace, la città di Lisbona ammalia da secoli non solo viaggiatori, artisti e navigatori, ma anche numerosi letterati, che fra le sue strade hanno vissuto o sognato di vivere mentre creavano le proprie opere.

Tra librerie, statue, case museo, biblioteche, caffè, fondazioni culturali e ristoranti, ecco quindi una rassegna dei luoghi letterari da visitare se si è in viaggio a Lisbona: indirizzi legati a celebri scrittori come Fernando Pessoa e José Saramago, ma anche alle tradizioni e agli eventi portoghesi da non perdere…

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La Lisbona di Antonio Tabucchi

Chi si avventura fra i vicoli colorati e le ripide salite di Lisbona non può non sentire intorno a sé, anche sotto il sole cocente di agosto, una vaga sensazione di struggimento, spesso enfatizzata dalle note del fado, un genere musicale in cui le profonde voci dei suoi interpreti si accompagnano spesso alle note di una chitarra.

Uno stato d’animo di eterna nostalgia e irrequietezza, che in portoghese è conosciuto come saudade e che ha dato il nome perfino a una strada: la rua da Saudade, dove non a caso alloggiava la protagonista del romanzo Sostiene Pereira (Feltrinelli) dello scrittore, critico e traduttore Antonio Tabucchi (1943-2012).

Copertina del libro Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi

Per raggiungerla bisogna inoltrarsi fino alla , la cattedrale costruita nel XII secolo, e da lì salire verso il castello di São Jorge, dalle cui mura si ha un veduta a volo d’uccelllo su Lisbona. Ci troviamo nello storico quartiere dell’Alfama, lo stesso in cui ha sede il Palácio Belmonte.

Si tratta di una dimora nobiliare risalente al Seicento e il cui muro è caratterizzato dalla presenza dei suggestivi azulejos (piastrelle di ceramica dalla superficie smaltata e decorata). Qui Tabucchi abitò più volte, incantato probabilmente dalla sua grande terrazza, e come lui anche l’attore Marcello Mastroianni, durante le riprese del film ispirato alla storia di Pereira.

Ma non finisce qui, perché per esplorare davvero la Lisbona di Tabucchi l’ideale sarebbe seguire l’itinerario che l’autore tracciò a braccio durante un’intervista rilasciata nel 1995:

Se ama i fasti imperiali può passeggiare per la Lisbona pombalina e aggirarsi per la Rua Augusta. Se ha nostalgia degli anni Cinquanta o Sessanta può andare nelle Avenidas Novas, verso l’Avenida de Roma e godersi quel tipo di architettura. Se ha voglia di modernismo sfrenato può visitare i centri commerciali, come Amoreiras, fatti da architetti postmoderni portoghesi.
Se desidera una buona architettura, razionale e intelligente, va al Centro Cultural de Belém costruito da Gregotti. E se gli prende uno struggente desiderio di saudade, va a Praça do Comércio sulla riva del Tago e lì, guardando il Mar de Palha, questo enorme estuario dove nel Settecento arrivavano le spezie e gli ori dalle Indie e dal Brasile, può sentire la nostalgia di un impero perduto…

Il tutto, se possibile, salendo a bordo dell’iconico tram 28 e attraversando la città fino al Cemitério dos Prazeres, dove dal 29 marzo 2012 si trovano le ceneri dello stesso Tabucchi.

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Da Fernando Pessoa a José Saramago

Se lo scrittore ha scelto di riposare nella capitale portoghese è perché qui aveva vissuto ed era stato sepolto uno degli intellettuali che stimava di più, ovvero Fernando Pessoa (1888-1935).

Autore, fra gli altri, de Il libro dell’inquietudine (Feltrinelli, traduzione di Antonio Tabucchi), il grande poeta e aforista aveva con Lisbona un rapporto viscerale, al punto che ancora oggi esiste un ristorante famoso per essere stato il suo preferito: Martinho da Arcada, nella centralissima e panoramica praça do Comércio.

Copertina del libro Il libro dell'inquietudine di Fernando Pessoa

Chi preferisce i caffè, può invece fare un salto in rua Garrett, nel quartiere dello Chiado, dove si trova A Brasileira, uno dei più antichi e popolari di Lisbona, e che Pessoa amava frequentare in compagnia di altre importanti personalità: in suo onore, di fronte all’entrata, dal 1988 si trova una statua in bronzo di Pessoa, seduto a uno dei tipici tavoli esagonali del locale e con un posto sempre libero accanto a sé.

A meritare una visita sono poi la Casa Fernando Pessoa in campo de Ourique, dove l’autore dimorò negli ultimi quindici anni della sua vita, e che è oggi un importante centro culturale, nonché la sua tomba all’interno dell’imponente Monastero dos Jerónimos, nel quartiere di Belém – noto per la sua Torre fortificata, per il Monumento alle Scoperte e per i suoi deliziosi pastéis di pasta sfoglia, ripieni con una crema a base di uova, panna e zucchero.

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Da non dimenticare, fra le figure di spicco dei tempi più recenti, è inoltre José Saramago (1922-2010), di cui a sua volta esiste a Lisbona l’ultima dimora in cui soggiornò: la cosiddetta Casa dos Bicos, più avanti convertita nella Fondazione José Saramago, un’istituzione culturale dedicata al Premio Nobel per la letteratura 1998.

Fra i ristoranti frequentati dallo scrittore, invece, menzioniamo il Varina de Madragoa in rua Madres (dove assaggiare specialità quali il bacalhau á brás, le sardinhas assadas o l’arroz de marisco), mentre a chi volesse recarsi nel luogo che ospita le ceneri dell’autore di Cecità e de Le intermittenze della morte (editi da Feltrinelli nella traduzione di Rita Desti) basterà raggiungere il giardino di fronte alla Fondazione José Saramago e dirigersi verso il suo ulivo secolare.

Le librerie da visitare a Lisbona

Non mancano, a Lisbona, nemmeno le librerie, veri e propri templi del sapere che ancora oggi tramandano la bellezza e lo spessore della letteratura portoghese, come accade in particolare presso la Livraria Bertrand sita a sua volta in rua Garrett.

Fondata nel 1732 dai francesi fratelli Betrand, si fregia di essere la più antica del mondo rimasta in funzione e custodisce al suo interno delle imponenti scaffalature in legno, che insieme a un silenzio quasi sacrale e al suo pittoresco caffè rendono l’ambiente davvero evocativo.

Dall’altra parte della città, nel quartiere di Alcântara, sorge invece l’insolita Livraria Ler Devagar, immersa nella LX Factory e ritenuta una delle venti librerie più belle al mondo: un’ex tipografia che è contemporaneamente una galleria d’arte e un palco di eventi culturali, e in cui l‘innovazione e la creatività convivono sotto lo stesso tetto (e sotto una curiosa bicicletta di carta sospesa).

Ultima, ma solo per data di fondazione, la Libreria Piena in rua Cavaleiro de Oliveira 51B (quartiere Arroios), specializzata in testi di ieri e di oggi in lingua italiana, e che le proprietarie e amiche Sara Cappai ed Elisa Sartor definiscono “un luogo magico da riempire a piacimento, dove incontrare sé stessi e nuove persone, tra le pagine e non solo”.

Altre chicche da non perdere

Se vi trovate a Lisbona durante l’estate, potreste anche avere l’occasione di assistere alla Feira Do Livro de Lisboa, il festival letterario più importante del Portogallo, che si svolge tradizionalmente nell’immenso Parque Eduardo VII e che nel 2024 giungerà alla sua 94° edizione, prevista fra il 29 maggio e il 16 giugno.

Qualora le date non dovessero risultarvi favorevoli, potrete comunque organizzare una gita fuori porta per scoprire almeno altre due chicche nei dintorni di Lisbona. Una coincide con un’intera cittadina, la splendida Óbidos, che fra l’altro costituisce anche il più giovane villaggio letterario riconosciuto dall’UNESCO.

Si tratta di un borgo a circa 80 km dalla capitale, dalle casette bianche con i tetti rossi, che a sua volta ospita un festival letterario annuale e che ha creato una vera e propria rete di librerie comunitarie, adibendo perfino gli spazi di una vecchia chiesa restaurata a case del libro, e investendo tutti i suoi fondi nella cultura e nell’istruzione.

Per chi preferisce i centri medievali, invece, è d’obbligo una tappa a Coimbra, rinomata per la sua vita giovanile e per essere stata fondata dai Romani ma dominata poi dagli Arabi prima della Reconquista, convertendosi in una culla di culture, religioni e architetture diverse, che ancora oggi vengono tramandate fra le mura del suo complesso universitario.

Oltre a essere uno dei più antichi d’Europa, quest’ultimo ospita fra l’altro la maestosa biblioteca Joanina di stile barocco, voluta da re Giovanni V nel Settecento e composta da tre grandi saloni divisi da archi finemente decorati: una struttura mozzafiato e fuori dal tempo, che con i suoi oltre 250mila volumi si configura come uno dei siti più affascinanti dell’intero Portogallo…

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