Morta a 96 anni Rossana Rossanda, fondatrice del quotidiano Il Manifesto. La politica ha sempre fatto parte della vita della giornalista, scrittrice e traduttrice: ha partecipato alla Resistenza come partigiana ed è stata responsabile cultura del PCI, che l’ha poi radiata

Lutto per la morte, a 96 anni, a Roma, di Rossana Rossanda, fondatrice del quotidiano Il Manifesto, che dà la notizia via social.

Nata a Pola il 23 aprile 1924, Rossana Rossanda è stata giornalista, scrittrice, traduttrice e dirigente del Partito Comunista Italiano negli anni cinquanta e sessanta.

La politica ha sempre fatto parte della sua vita: partecipò giovanissima alla Resistenza come partigiana, per poi iscriversi al PCI. Palmiro Togliatti la nominò responsabile cultura del partito.

Nel 1968 pubblicò il saggio L’anno degli studenti. Come si legge su Wikipedia, “fortemente critica nei confronti del socialismo reale dell’Unione Sovietica e dei paesi del Blocco Orientale, proprio come per il legame quasi ombelicale di questi con il Partito, assieme ai compagni ingraiani Luigi Pintor, Valentino Parlato e Lucio Magri contribuì alla nascita del giornale il Manifesto, da cui prese forma anche una distinta corrente critica recante il medesimo nome all’interno del firmamento politico del PCI”. In seguito Rossanda venne radiata dal partito assieme a tutta la sua corrente.

Tra i numerosi libri dell’intellettuale femminista, Il marxismo di Mao Tse-tung e la dialettica, con Charles Bettelheim (Feltrinelli, 1974), Anche per me. Donna, persona, memoria dal 1973 al 1986 (Feltrinelli, 1987), Note a margine (Bollati Boringhieri, 1996), La ragazza del secolo scorso (Einaudi, 2005) e Questo corpo che mi abita (Bollati Boringhieri, 2018).

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