Nonostante le novità nella giuria, il premio Strega continuerà a essere vinto dai marchi del gruppo Mondadori, o c’è spazio per gli altri editori? In vista della votazione per la cinquina, ilLibraio.it lo ha chiesto al direttore della Fondazione Bellonci Stefano Petrocchi: “C’è spazio per i libri, quale che sia l’editore. C’è bisogno di ribadirlo? Abbiamo come obiettivo lo Strega dei libri, non quello delle sigle editoriali”. Nel corso dell’intervista si è parlato, tra le altre cose, dei 200 nuovi ingressi tra i votanti, dei nuovi Amici della domenica, delle polemiche, dei libri in gara, e del numero limitato di scrittrici tra i 12 “semifinalisti”: “I libri scritti dalle quattro autrici sono a mio avviso fra i migliori. Magari vincerà il premio uno di loro, se accadesse interromperemmo un’assenza di scrittrici nell’albo d’oro dello Strega che dura dal 2003”

Mercoledì 14 giugno, in Casa Bellonci, a Roma, si voterà la cinquina del premio Strega 2017. A partire da quest’edizione, in cui si sente la mancanza di Tullio De Mauro (al suo posto, alla presidenza della Fondazione Bellonci, dopo la morte del linguista è stato chiamato Giovanni Solimine), ai tradizionali 400 Amici della Domenica e ai 40 lettori forti selezionati dalle librerie indipendenti italiane associate all’ALI, si aggiungono 20 voti collettivi espressi da scuole, università e biblioteche e, soprattutto, 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti italiani di cultura all’estero.

Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, partiamo proprio da questa novità che riguarda la giuria: il numero dei votanti dello Strega raggiunge un totale di ben 660 aventi diritto. Il vostro obiettivo è scombinare i “giochi”? Il risultato finale quest’anno è davvero più difficile da prevedere?
“In molte edizioni degli ultimi anni abbiamo visto finali al fotofinish e premi assegnati per una manciata di voti di scarto: un voto nel 2009, quattro nel 2010, due nel 2012, cinque nel 2014. Facilmente in ciascuna di queste annate poteva verificarsi un esito diverso. L’imprevedibilità è un fattore importante in una gara e non c’è dubbio che nessuno sa come andrà a finire quest’anno”.

A proposito, finora, a differenza del passato, quest’edizione non è stata segnata dalle polemiche… è “preoccupato”?
“C’è tempo, non siamo arrivati nemmeno alla prima votazione. Credo che in questo momento i giocatori in campo stiano cercando di capire quello che accadrà, poi prenderanno eventualmente posizione. Più in generale una certa diminuzione del tasso di virulenza intorno al premio non mi pare sgradevole, mentre ben vengano le discussioni anche accese intorno ai libri in concorso”.

Torniamo alla novità regolamentare: i 200 nuovi voti sono anonimi? Lo resteranno fino all’ultimo?
“Esatto, fino alla sera della seconda votazione, quando nel comunicato finale renderemo noti i loro nomi. Possiamo però dire fin d’ora da quali mondi professionali provengono: vi sono all’incirca novanta docenti universitari, trenta traduttori, venti diplomatici, venti professionisti e imprenditori, venti operatori culturali, dieci artisti e scrittori e dieci editori. Sono in maggioranza stranieri (centoquindici contro ottantacinque italiani all’estero)”.

I “200” voteranno solo quest’anno o anche nell’edizione 2018?
“Rappresentano una innovazione strutturale, destinata a restare anche in futuro. In questo momento duecento lettori qualificati stanno leggendo i libri in concorso allo Strega in Europa, in Asia, nel vicino Oriente, in Sud America e nel Nord America. Mi sembra una cosa in sé degna di nota, perché ciascuno di loro può farsi ambasciatore della narrativa contemporanea italiana nel proprio Paese”.

Ancora a proposito della giuria, che si rinnova ogni anno, quando annuncerete i nomi dei nuovi Amici?
“Il numero degli Amici della domenica è fissato da tempo a quattrocento. Ogni anno vengono scelti tanti nuovi Amici (in media una ventina) quanti ne occorrono per ripristinare questo numero. Renderemo noti anche i loro nomi alla serata finale. Per questa edizione quindi rimarranno protetti (ma è bene aggiungere un forse…) dalle telefonate di propaganda editoriale. Perfettamente legittime, beninteso, ma preferirei che almeno nel primo anno i nuovi giurati abbiano un’esperienza di voto più tranquilla”.

Stando alle voci, tra i favoriti per la vittoria finale ci sono, tra gli altri, Paolo Cognetti, pubblicato da Einaudi, e Teresa Ciabatti, pubblicata da Mondadori: lo Strega continuerà a essere vinto dal gruppo Mondadori, o c’è spazio per gli altri editori? Insomma, oggi lo Strega è un premio “contendibile”?
“C’è spazio per i libri, quale che sia l’editore. C’è bisogno di ribadirlo? Abbiamo come obiettivo lo Strega dei libri, non quello delle sigle editoriali”.

Tra i 12 “semifinalisti” non mancano libri di alto livello letterario: dal punto di vista della qualità, come giudica i candidati di quest’edizione? Cosa accomuna questi testi?
“Concordo, non mancano libri di grande valore. Mi colpisce la ricorrenza, anche in autori di generazioni diverse, di storie incentrate su un figlio che rievoca una o entrambe le figure genitoriali, spesso in una situazione narrativa di prossimità dell’io narrante al corpo morente del genitore. Sono storie dal forte impatto simbolico che testimoniano la necessità di riappropriarsi di un passato che non abbiamo vissuto, di ricollegare qualche filo con il nostro presente”.

Come si spiega il fatto che ci siano solo 4 autrici donne (tra cui una co-autrice) tra i “12” semifinalisti, in un’annata letteraria, tra l’altro, in cui si parla molto delle scrittrici italiane?
“I libri scritti dalle quattro autrici sono a mio avviso fra i migliori. Magari vincerà il premio uno di loro, se accadesse interromperemmo un’assenza di scrittrici nell’albo d’oro dello Strega che dura dal 2003”.

Lei non ha mai nascosto di essere favorevole al voto palese. Anche quest’anno Francesco Piccolo ha reso pubbliche le sue preferenze (Ciabatti, Cognetti, Ravera Rafele), e anche Valeria Parrella, intervista proprio da ilLibraio.it, ha annunciato che voterà per le candidate donne (“Sarà una votazione per genere”, ha dichiarato): il loro esempio sarà seguito da altri, o il voto palese resterà un’eccezione?
“Per la verità sono per il voto palese volontario, in altre parole mi piace che giurati autorevoli alimentino la discussione sui libri in gara dichiarando il proprio voto. Noto con un po’ di rammarico che non sono molti quelli che seguono questa strada”.

Stefano Massini, Mauro Covacich, Alessandra Sarchi, Donatella di Pietrantonio e Laura Pugno: come giudica la cinquina del premio Campiello?
“Sono stati selezionati libri e autori eccellenti. I maggiori premi letterari italiani come il Campiello, il Mondello e lo Strega, da anni stanno indicando ai lettori una narrativa di alta qualità, con importanti ricadute sul mercato. Sono rimasti fra i pochissimi agenti di promozione del valore letterario davvero efficaci”.

L’appuntamento con la finalissima dello Strega è per giovedi 6 luglio. Il premio tornerà al Ninfeo di Villa Giulia. È prevista qualche novità nella formula della serata conclusiva?
“Non sveliamo tutto. Voglio segnalare però una novità che accadrà fuori da Villa Giulia, l’evento Strega Off organizzato dalle associazioni culturali Bacteria, Citofonare Interno 7 e Alinea, che vuole ampliare la base di partecipazione al premio coinvolgendo i lettori. Sarà una festa ad ingresso gratuito, che prevederà dibattiti, reading e la visione commentata dal vivo della diretta su Rai 3 della serata al Ninfeo. Ci sarà anche un concerto della cantautrice Giulia Anania e un dj-set di FouTurista. Per chi è a Roma e non ha modo di venire a Villa Giulia l’appuntamento è al Monk”.

State pensando ad altri significativi cambiamenti da introdurre nel regolamento l’anno prossimo?
“Come sempre alla fine dell’estate ci riuniremo e analizzeremo con calma l’esito di questa edizione. Se riscontreremo la necessità di modificare ancora qualcosa, non ci tireremo indietro, come abbiamo fatto più volte in questi anni. Cambiare per cambiare non è in ogni caso il nostro obiettivo”.

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