In “Leggere – Un gioco da ragazzi”, un manifesto dell’amore per la lettura, due esperti di letteratura per l’infanzia, Guido Quarzo e Anna Vivarelli, propongono utili consigli per invogliare i ragazzi a leggere, nonostante le mille distrazioni – Su ilLibraio.it il capitolo “Tutti figli di Rodari?”

Tutti figli di Rodari?

L’appello alla ricerca ragionata della contemporaneità non solo si applica alle fiabe o alle opere nate oltre un secolo fa, ma è anche un invito a non restare compulsivamente legati ai libri che erano contemporanei nella nostra infanzia. Provocatoriamente, e con molto affetto, Anna Lavatelli scrive: ‘La nostra letteratura per ragazzi non dovrebbe più aver bisogno di Gianni Rodari. O meglio, avrebbe bisogno di proclamare ad alta voce la sua raggiunta emancipazione. Di fatto il cordone ombelicale è già stato tagliato da un pezzo, da un pezzo gli scrittori di oggi camminano sulle proprie gambe. Però si dice poco, o non si dice chiaramente. Come se si facesse un torto, un’offesa alla memoria dello scrittore, come se fosse una mancanza di riconoscenza. Eppure era inevitabile – come infatti è accaduto – differenziarsi dal suo modello. Ed è giusto farsene un punto di forza. Rodari, io credo, ne sarebbe contento più di chiunque altro. Ciò che ci pare importante ribadire non è il rifiuto drastico dei bei tempi andati: la letteratura è intessuta di memoria, e ogni generazione di autori nasce dalla costola delle generazioni precedenti. Nessun autore è un’isola, neppure colui che sperimenta nuove tecniche narrative e nuovi stili. Ma nel proporre storie ai bambini e ai ragazzi, la memoria tende a diventare rimembranza e forse pigrizia travestita da nostalgia. Ah, i bei libri di una volta! Appunto”.

Salani

IL LIBRO E GLI AUTORI:

“Le storie contenute nei libri sono i fili della nostra esistenza: ci legano a chi ci vive accanto, a chi è vissuto prima di noi, a chi verrà dopo. Sono i fili che ci legano anche a noi stessi, a come siamo stati e a come immaginiamo il nostro futuro”.

Leggere stimola la fantasia e la riflessione, aiuta a rilassarsi e a vincere la solitudine, sviluppa l’empatia e il senso critico. Eppure in Italia i lettori, sia giovani sia adulti, sono pochi, una specie di setta in cui sembra sia difficile entrare. La passione per i libri è come un contagio, che può avvenire solo se favorito dalla società. Ma quali sono gli ostacoli che un giovane lettore può incontrare sulla sua strada? In che modo la società può diffondere il suo ‘contagio’? E perché poi dovrebbe farlo? In un periodo di grande attenzione verso l’intero sistema educativo in Italia, due esperti di letteratura per l’infanzia, Guido Quarzo e Anna Vivarelli, propongono utili consigli per invogliare i ragazzi a leggere, nonostante le mille distrazioni e i messaggi a volte fuorvianti della società.

Guido Quarzo è nato a Torino nel 1948. Laureato in pedagogia, ha lavorato per molti anni nella scuola elementare sia come insegnante sia come formatore. Si è occupato a lungo di teatro per ragazzi, scrivendo testi, organizzando laboratori e spettacoli. Dal 1989 ha iniziato a pubblicare testi di narrativa per bambini e ragazzi e da allora i suoi lavori sono stati acquistati dalle maggiori case editrici del settore. Nel 1999 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi completamente alla scrittura. Ha vinto il premio Andersen come miglior autore nel 1995.

Anna Vivarelli è nata a Torino nel 1958. Dopo la laurea in Filosofia, ha lavorato per parecchi anni nel campo della pubblicità. Ha esordito giovanissima nella scrittura con testi teatrali e radiofonici per la Rai. Scrive libri per bambini e ragazzi da oltre vent’anni. Ha pubblicato per le principali case editrici italiane e a molti dei suoi lavori sono stati assegnati importanti premi letterari. All’attività della scrittura, affianca quella della promozione alla lettura in scuole e biblioteche. Ha vinto il premio Andersen come miglior autrice nel 2010.


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