Spesso si parla dell’attualità dell’opera di George Orwell, l’autore di “1984” e de “La fattoria degli animali”, che vedeva nella scrittura un (piccolo) strumento di denuncia con cui rendere pubbliche le storie insignificanti della povera gente

Spesso si parla dell’attualità dell’opera di George Orwell, l’autore di 1984 e de La fattoria degli animali. A conferma, arriva in libreria per Elèuthera un’antologia di scritti politici orwelliani tradotti per la prima volta in italiano, Come un pesciolino rosso in una vasca di lucci (a cura di Vittorio Giacopini).

Orwell vedeva nella scrittura un (piccolo) strumento di denuncia con cui rendere pubbliche le storie insignificanti della povera gente, registrare le vicende, i pensieri, le frasi dei vinti, strappare all’oblio volti, nomi e desideri individuali che altrimenti verrebbero inghiottiti dal silenzio. Se le parole non possono cambiare il mondo, possono però raccontarlo, possono combattere le reticenze e i segreti del potere, le bugie della storia ufficiale, le falsità dell’ideologia, questa la convinzione dello scrittore.

 George Orwell

Per Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair (Motihari, India, 25 giugno 1903 – Londra, 21 gennaio 1950), non si è obbligati a scrivere di politica o darsi da fare in prima persona, ma un romanziere che ignori la Storia e i fatti del mondo “di solito è un superficiale o un perfetto idiota”. E dire le cose con estrema chiarezza, nella sua prosa nitida, era per lui un punto d’onore. Certo, se gli avessero detto che sarebbe diventato un “profeta” come minimo gli sarebbe venuto un attacco d’orticaria, eppure è successo. Oggi, nell’era delle fake news, del trumpismo, del terrorismo, la rilettura dei suoi scritti su politica, lingua, propaganda è illuminante.

Nei suoi saggi sempre sobri – anche quelli di critica letteraria, che ci rivelano una grande immaginazione sociologica – insieme a un’intenzione dichiaratamente ribelle, da vero socialista libertario qual era, non c’è tanto paura e denuncia e protesta quanto una forma di vero amore per la vita. Lui che aveva intuito l’avvento dell’era del Grande Fratello e che si batteva contro tutti i totalitarismi, sapeva poi rallegrarsi delle semplici cose della vita come il cambio delle stagioni. E accorgersi del sommesso gracidare di un rospo che annuncia la primavera nonostante tutto l’orrore del mondo.

 

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