ilLibraio.it ha incontrato Federico Moccia, autore di libri cult come “Tre metri sopra il cielo” e “Ho voglia di te”, in occasione dell’uscita de “La ragazza di Roma Nord”, scritto assieme a otto aspiranti autrici e autori. Per lo scrittore romano “è il pubblico che determina il successo di uno scrittore. Quindi se il pubblico compra, legge e ama i tuoi libri, non devi preoccuparti. C’è anche da dire che la maggior parte della gente che mi critica non ha mai nemmeno letto i miei libri…” – L’intervista

Lucchetti, treni, incontri che cambiano la vita e un amore che lascia senza respiro: è tornato Federico Moccia, questa volta con un libro collettivoLa ragazza di Roma Nord (Sem). Lo scrittore romano classe ’63, celebre per romanzi cult come Tre Metri sopra il cielo, Ho voglia di te e Tre volte te (in libreria per Nord e Tea), ha scritto una nuova storia (che, come vedremo, ha coinvolto nella stesura alcune sue lettrici e lettori) e ha deciso di farla iniziare nella sua città d’elezione: Roma.

Ma non una Roma qualsiasi: Roma Nord. Sì, perché a quanto pare c’è una bella differenza tra chi vive in una zona o in un’altra della capitale, soprattutto se sei una ragazza. Se sei una ragazza e vivi a Roma Nord dici sempre “top” e “adoro”, sei carina e gentile con tutti ma nel traffico litighi come una camionista, vai a correre a Villa Ada ma la sera ti sfondi di Nutella, leggi Colpa delle stelle ma ti piacciono le poesie di D’Annunzio, sei cazzuta ma anche un po’ sognatrice.

Ma chi è veramente La ragazza di Roma Nord? Simone, il protagonista di questa storia, ancora non lo sa. Perché quando la incontra per la prima volta, sul treno che lo sta portando a Verona dalla sua fidanzata, decide di non svelare la sua identità e di non sapere nessun dettaglio utile a rintracciarla, nemmeno il nome. Lei sarà per sempre la ragazza di Roma Nord, lui Argo. Quando si salutano sono convinti che non si vedranno mai più, ma si sa, nella vita le cose non vanno mai come ce le aspettiamo.

Così Simone, dopo aver scoperto di essere stato tradito, si mette in testa di ritrovare quella giovane conosciuta casualmente sul treno, con cui ha sentito da subito una sintonia unica e magica. E anche se l’impresa può sembrare impossibile, lui non si lascia scoraggiare: l’aspetterà per tutto il tempo che sarà necessario nella stazione dove l’ha vista scendere, a Firenze Santa Maria Novella. Prima o poi dovrà ripassare da lì.

Dopotutto l’amore aiuta gli audaci e, nel caso di Simone, c’è un altro fattore a giocare a suo favore: la sua storia ha iniziato a circolare sui social e non sono in pochi a volerlo incontrare, colpiti dal suo gesto così romantico e non convenzionale. In fondo, non c’è posto migliore della stazione per gli incontri, per gli scambi, per le connessioni inaspettate e sconvolgenti. Forse è proprio per questo che, come dicevamo, Moccia ha avuto l’idea di coinvolgere anche i suoi lettori: perché gli incontri avvenissero non solo nella finzione narrativa, ma anche nella realtà. La ragazza di Roma Nord, infatti, include anche otto testi di aspiranti scrittori che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera, proponendo un proprio racconto e diventando quindi parte integrante della storia; non solo come autori, ma anche come personaggi.

la ragazza di roma nord

Moccia, com’è nata l’idea di scrivere un libro collettivo?
“Il progetto è nato mentre ero in giro per l’Italia per presentare i miei libri. Tutte le volte, quando arrivava il momento del firmacopie, i lettori si avvicinavano e mi confidavano di voler pubblicare un romanzo. Così ho pensato che sarebbe stato bello coinvolgerli”.

È stato un modo per ringraziarli?
“Certamente. A volte gli scrittori si dimenticano che il loro successo è determinato dal pubblico”.

Nel suo caso, in particolare, lettrici e lettori sono stati davvero importantissimi.
“Se non fosse stato per i lettori, probabilmente Tre metri sopra il cielo non sarebbe mai arrivato a un grande editore come Feltrinelli. All’inizio quasi tutte le case editrici l’avevano rifiutato, nessuno voleva pubblicarlo. È stato grazie ad alcune copie che circolavano proprio tra i ragazzi che qualcuno si è accorto che aveva del potenziale. Quindi sì, scegliere di scrivere un libro con il mio pubblico è stato principalmente un atto di gratitudine”.

Avranno partecipato al concorso in molti. Come si è svolta la selezione dei testi?
“In una prima fase gli editori mi hanno aiutato a scremare i racconti che sono arrivati. Poi ho scelto in base al mio gusto le storie che mi hanno colpito di più”.

Come si informa – se lo fa – sul mondo dei più giovani? Utilizza i social, per esempio Instagram o Tik Tok?
“I social mi piacciono, sono divertenti. Ogni tanto posto qualcosa, ma non ne sono ossessionato. Nel libro sono presenti e fanno parte di alcune dinamiche della storia. Per esempio, Simone diventa famoso anche grazie ai social, e quando le ragazze lo incontrano gli chiedono di farsi un selfie con lui”.

E da scrittore preferiva il racconto delle generazioni pre-social?
“Non vedo una grande differenza. Certo, ne La ragazza di Roma Nord le cose sono diverse rispetto ai tempi di 3MSC, ma è inevitabile che sia così. Il sistema cambia e va accettato. I sentimenti, però, no: quelli restano sempre gli stessi”.

Può interessarti anche

Ci sono autori (o singoli libri) che ammira per il loro modo di rappresentare la generazione degli adolescenti di oggi?
“Apprezzo Eleonora Gaggero, perché ha capacità narrative e, soprattutto, un linguaggio adatto per parlare ai giovanissimi”.

A proposito di questo, oggi il teen drama è un genere molto popolare, soprattutto nella serialità. Che ne pensa di prodotti come Baby o Skam?
“Ho visto Baby e mi è piaciuto, anche se onestamente ha un modo di raccontare che non mi appartiene”.

tre volte te moccia

Ci può spiegare meglio?
“Trovo che la storia sia un po’ scarna. Avrei infoltito la trama e aperto di più le storie e i conflitti tra i personaggi. Mi sembra che manchi un po’ di tensione”.

Ad ogni modo, le storie rivolte a un pubblico di adolescenti sono spesso considerate prodotti di serie b. Come ha gestito critiche e pregiudizi?
“Lo ripeto: è il pubblico che determina il successo di uno scrittore. Quindi, se il pubblico compra, legge e ama i tuoi libri, non devi preoccuparti. C’è anche da dire che la maggior parte della gente che mi critica non mi ha mai letto”.

Come si spiega tutto il successo che è riuscito a ottenere con Tre metri sopra il cielo?
“Ci sono storie che piacciono e basta. Non c’è motivo di interrogarsi troppo. Però una cosa credo sia importante: riuscire a sintonizzarsi su quello che accade, riuscire a parlare di quello che preme ai lettori in quel momento. Forse, al di là di tutto, i giovani sono riusciti a ritrovare la loro storia in quella di Babi e Step, si sono sentiti rappresentati ed è per questo che l’hanno amata così tanto”.

E su Summertime, la serie tratta da 3MSC in uscita per Netflix, può svelarci qualcosa?
“Per ora ho letto solo le sceneggiature e le ho trovate molto coerenti con le atmosfere del romanzo. Staremo a vedere”.

In futuro leggeremo ancora di Babi e Step?
“Perché no? Mi piacerebbe scrivere un libro sui figli di Babi e Step, per vederli non più come ragazzi, ma come genitori. Chissà…”

Abbiamo parlato di...