“Se Pippi Calzelunghe fosse una bimba in carne e ossa, oggi mar­cerebbe in difesa dei diritti civili, degli animali, dell’am­biente, sventolando una bandiera fatta con una canna da pesca e dei mutandoni arancioni…”. Quest’anno Pippi festeggia gli 80 anni dalla prima edizione, e per l’occasione la casa editrice Salani ripropone il classico firmato da Astrid Lindgren con una prefazione di Elisabetta Gnone, che vi proponiamo

Pippi Calzelunghe è un grido di gioia, un boato festoso, che a metà del ‘900 irrompe nel mondo della letteratura per l’infanzia con un BUM supersonico, o se preferite una pernacchia supersonica, a moralismi e convenzioni dell’epoca, che con questo libro andarono in frantumi. BUM! fece in Svezia, pubblicato nel 1945. BUM! risuonò in ogni angolo del mondo, riscuotendo un suc­cesso stratosferico. Sembrava che i bambini, e le bambine soprattutto, non aspettassero altro: una protagonista che scatenava la loro immaginazione. BUM!

“Quel boato spazzò via aspiranti principesse e principi azzurri…”

Quel boato spazzò via aspiranti principesse e principi azzurri, inguaribili romantiche e belli-e-dannati, vittime indifese ed eroi salvatori, per far spazio, finalmente, a una ragazza padrona di sé e del suo tempo.

‘Aaah, che liberazione!’, esultarono le giovani lettrici (e non solo loro) lanciando fuori dalla finestra pile di libri strappalacrime e mielosi. ‘Ci voleva tanto?’

Ci voleva una Pippi.

Astrid Lindgren era una donna eclettica e fuori dagli schemi, una mamma dotata di umorismo e creatività, che ai suoi bambini amava raccontare storie bizzarre che lei stessa inventava, sollecitandoli a fare lo stesso.

Un giorno, che sua figlia Karin era a letto con la polmonite, chiese alla bambina quale altra storia avrebbe voluto ascoltare. ‘Raccontami di Pippilotta Pesanella Tapparella Succiamenta Calzelunghe’ fu la risposta.

Chiunque altro sarebbe caduto dalla sedia doman­dandosi, in preda al panico, dove trovare le idee per creare la storia di un personaggio di cui non riusciva neppure a ripetere il nome.

La Lindgren aprì l’album dei ricordi.

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“Se non l’avete ancora letto…”

La fattoria di famiglia, le scorribande per la campagna svedese in compagnia dei tre fratelli, i giorni scanditi dalle stagioni, gli incontri con gli animali selvatici, la ca­sa sull’albero, le risse in cui si lanciava per difendere i più deboli, animali e bambini (lo fece per tutta la vita, ma in modo più pacifico).

Se avete letto Pippi Calzelunghe, queste immagini vi appariranno familiari. Se non l’avete ancora letto, sappiate che questa non è che una piccolissima anticipazio­ne di ciò che troverete nella storia.

Perché, da quell’album pieno di avventure, di lezioni di vita, di azioni ribelli contro princìpi iniqui e obsoleti, di ricordi (non sempre felici), e di libertà, tantissima li­bertà, di sbagliare e poi riuscire, di scoprire e sperimen­tare, di cadere per poi rialzarsi, la Lindgren attinse a pie­ne mani per scrivere i suoi libri, e Pippi soprattutto.

Così, eccola, Pippilotta Pesanella Tapparella Succia­menta Calzelunghe, dalla personalità travolgente, a tratti sconcertante, indomabile e selvaggia, tutta colorata, forte da sollevare un cavallo, sensibile e leale, dotata di profonda umanità e di sconfinata fantasia.

Non ha ‘un pezzettino di genitori’, però ha mille ri­sorse e sa inventare meravigliose verità per divertire i bambini, spronandoli a superare i propri limiti e a non accettare quelli imposti da altri.

Il suo aspetto poi, da solo è una rivoluzione. Al grido di ‘Io sono come mi pare e mi vesto come mi va!‘, spernacchiando la moda del tempo, che voleva fanciulline con coroncine di fiori, cuffiette ricamate e romantici chignon, Pippi appare sulla scena sballottando due scompi­gliate trecce arancioni, rivolte all’insù, come antenne pronte a captare il segnale di ogni possibile avventura, la bocca grande per farsi due risate, e le calze lunghe e spaiate, rette da un reggicalze tutt’altro che sexy, che solo lei riesce a far sembrare un indumento da ma­schiaccio.

Il ruolo di Donatella Ziliotto

Se i bambini italiani poterono conoscere tanta salvifi­ca ribellione fu grazie a una ‘Pippi’ nostrana, Donatella Ziliotto, editrice e amatissima scrittrice, molto Pippi an­che lei.

Nel 1958 era in cerca di titoli nuovi da inserire nella collana per ragazzi Martin Pescatore (che aveva appena creato per la casa editrice Vallecchi di Firenze). In quel periodo girava voce che in Svezia un libro in particolare stesse riscuotendo un successo straordinario. La Ziliotto partì subito per andare a incontrare l’autrice.

Non trovandola da nessuna parte, si mise a cercarla di casa in casa. A una contadina che tagliava la legna chie­se: ‘Scusi, conosce Astrid Lindgren?’ ‘Sono io!’ rispose quella, ‘e sono forte come la mia Pippi!‘.

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Da allora il libro è stato tradotto in quasi tutte le lingue del mondo, l’ultimo lo zulu, e nel 2025 ha compiu­to ottant’anni: Yuhuuu! Auguri, Pippi!

Quelle trecce e quel reggicalze hanno attraversato de­cenni e latitudini, imprimendosi nella memoria colletti­va come simboli pacifici di coraggio e libertà. Se Pippi Calzelunghe fosse una bimba in carne e ossa, oggi marcerebbe in difesa dei diritti civili, degli animali, dell’am­biente, sventolando una bandiera fatta con una canna da pesca e dei mutandoni arancioni, sopra ai quali, con pennarello arcobaleno, avrebbe scritto:

‘Difendi chi non può difendersi, anche se puzza di pesce’.

‘Non temere d’essere chi sei, anche se non sai ancora chi sei’.

‘Non smettere di sognare neanche a 199 anni!
Mi hai sentita???’

In altre parole
SII PIU PIPPI!

Pippi Calzelunghe

L’autrice e la nuova edizione di un grande classico 

“‘Prima e dopo Pippi’, questo è il nuovo criterio di datazione per la moderna letteratura per l’infanzia”. Parola di Bianca Pitzorno. Quest’anno Pippi Calzelunghe festeggia gli 80 anni dalla prima edizione, e per l’occasione la casa editrice Salani ripropone il classico firmato da Astrid Lindgren (tradotto da Donatella Ziliotto e Annuska Palme Sanavio) con una prefazione di Elisabetta Gnone (che proponiamo qui sopra, ndr), a sua volta amatissima autrice di libri per l’infanzia che, grazie alla serie di Fairy Oak e Le storie di Olga di carta, è conosciuta in tutto il mondo.

Un tempo avevo paura di rimanere in casa da sola, ma ora non più, perché Pippi è con me“, ha scritto ad Astrid Lindgren una bambina giapponese. Pippi Calzelunghe è infatti un libro conosciuto in tutto il mondo e tradotto in 80 lingue, di cui l’ultima dell’elenco è lo zulu. Anche lettrici e lettori di oggi troveranno in Pippi una compagna forte, allegra, furba e ricchissima: vive sola a Villa Villacolle e non ha paura di niente, sta benissimo anche senza genitori, perché così nessuno le dice quando è ora di andare a letto o le insegna le buone maniere, che non servono a nulla se non si è veramente generosi. E Pippi, appunto, lo è. Leggendo le sue avventure ci si sente, come lei, tanto forti da sollevare un cavallo

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