“Clementina è convinta che i suoi figli si realizzeranno grazie allo studio, che l’arma sarà la cultura, non i fucili”: Giuliana Salvi, al suo esordio nella narrativa, racconta la rivoluzione domestica della sua bisnonna, capace di fondare una scuola nella propria casa e aiutare molti bambini e bambine. Su ilLibraio.it la riflessione dell’autrice

È il 1898 quando vengono pubblicati i primi racconti di Clementina Martello. Lei ha 16 anni, è la maggiore di quattro figlie, e scrive dove capita, sul tavolo della cucina, ai piedi del letto, in terra davanti al camino o in un angolino accanto alla toletta di sua madre.

La scrivania della casa, che si trova nello studio, è riservata a suo padre. Anche lo studio lo è. Le donne ci entrano raramente: per pulirlo, la cameriera, per chiedere qualcosa al babbo (di urgente, sia chiaro), le figlie.

Clementina immagina che in quella stanza avvenga la vita. Dev’essere per forza così se il suo adorato babbo ci passa tutto quel tempo. È allora che decide che anche lei avrà una stanza tutta per sé. Così quando nel 1910 sposa Cesare, lui pensa per lei un rifugio nella loro nuova casa ed è in quella stanza che Clementina legge, approfondisce argomenti che le interessano e scrive racconti che non pubblicherà mai. Quel luogo diventa il suo spazio sicuro e con i bambini piccoli è il posto in cui scomparire. Anche per pochi istanti.

Molti anni dopo, quando la vita le strappa via quasi tutto, si ritrova, per dovere e impegno, nello studio di suo padre. In fondo era destino. È il 1916 e lei non è più moglie, non più figlia ed è una madre amputata. Non si sente femmina ma nemmeno maschio. La sopravvivenza della famiglia è sulle sue spalle. Clementina in quella stanza, seduta alla scrivania che era stata di suo padre, prende in mano le redini della casa. Vorrebbe leggerli tutti i libri che ha intorno ma non può. Prima deve guadagnarsi da vivere, solo così potrà sfamare i suoi figli e la sete di conoscenza che non l’ha abbandonata mai. Sono anni di sacrifici e dolore finché una casualità la mette davanti al destino. Il suo. Clementina, che istruisce sola i suoi tre figli, comincia a fare lezione anche a qualche ragazzino della città. La voce si sparge e presto diventa, senza averne titolo, la maestra.

Scopri la nostra pagina Linkedin

Seguici su Telegram
Scopri la nostra pagina LinkedIn

Notizie, approfondimenti, retroscena e anteprime sul mondo dell’editoria e della lettura: ogni giorno con ilLibraio.it

Seguici su LinkedIn Seguici su LinkedIn

In molti si chiedono come faccia quella vedova di mezza età ad accogliere in casa sua tutti quei giovani, ad aver trasformato una grande stanza in un’aula scolastica. È ‘la tigna’ che la fa studiare di notte per imparare quante più nozioni possibili. Clementina è convinta che i suoi figli si realizzeranno grazie allo studio, che l’arma sarà la cultura, non i fucili. Ora, però, deve guadagnare abbastanza da permettergli di andare all’università. A tutti e tre. Anche alla femmina. Ed è anche alle ragazze che decide di aprire la porta di casa sua. Lo stabilisce nel suo studio, il luogo in cui fa i conti, prepara le lezioni, parla con la fotografia del marito morto e si isola dal mondo.

Alle giovani che studiano con lei la mattina legge passi dell’Odissea, Manzoni e presta libri che non sono da programma scolastico. Vuole che quelle femmine si liberino grazie alla conoscenza. Che decidano di testa loro quale sarà il futuro, se un matrimonio, il lavoro o l’università. O tutto quanto. Clementina crede fermamente in quelle giovani menti e loro riconoscono in lei una fede così potente che ne sono invasi. È grazie all’insegnamento, un mestiere che intraprende nella disperazione, che realizza sé stessa. Un lavoro, quello di insegnante, che non avrebbe potuto svolgere se fosse rimasta una moglie. E allora che scelta impossibile, inimmaginabile anche solo da pensare. Ma lei non ha il tempo di rimuginare sulle cose, deve presidiare la fortezza, mai libera di pensarsi tale.

Mentre scrivo queste riflessioni tengo la porta del mio studio semi aperta che a chiuderla mi viene la morsa al petto per i bambini che giocano nella stanza accanto. Eppure sto lavorando anch’io, mi ripeto per scacciare via i sensi di colpa. Poi penso, e me ne dispiace, che un uomo nello studio ci si chiuderebbe senza pensarci troppo. E rifletto ancora e il respiro si allarga. Io sono fortunata, uno studio ce l’ho.

Iscrizione a Il Libraio Scuola
Una nuova newsletter sul mondo della scuola

Letture originali da proporre in classe, approfondimenti, news e percorsi ragionati rivolti ad adolescenti.

Iscriviti ora a Il Libraio Scuola Iscriviti ora a Il Libraio Scuola!

Da poco, perché Clementina l’ho scritto al tavolo del soggiorno, di tanti soggiorni. Ora mi guardo intorno, la mia stanza è piccola ma ha una finestra e questo basta. Anche io, come Clementina, tengo le foto dei miei morti accanto. Pure la sua. E a volte ci parlo ma lei non risponde mai. Ogni tanto mia figlia mi osserva, sa che in questo luogo io lavoro. Spesso entra e si siede sulla poltroncina accanto alla scrivania. Non dice nulla, si guarda intorno, prende dei libri e li sfoglia, finge di saper leggere. La sua presenza mi deconcentra, smetto di scrivere. Mi chiede chi sono le persone ritratte in quelle fotografie, anche se sa bene tutti i loro nomi. Glieli ripeto e le racconto delle storie. Clementina. “Come il tuo libro?” domanda. “Io voglio fare l’artista” aggiunge. Spengo il computer e mi dico che continuerò a lavorare più tardi (spoiler: non succede mai!).

Clementina di Giuliana Salvi

Scopri il nostro canale Telegram

Seguici su Telegram
Le news del libro sul tuo smartphone

Ogni giorno dalla redazione de ilLibraio.it notizie, interviste, storie, approfondimenti e interventi d’autore per rimanere sempre aggiornati

Inizia a seguirci ora su Telegram Inizia a seguirci ora

L’AUTRICEGiuliana Salvi, classe 1988, è nata e vive a Roma. Dopo un passato come redattrice televisiva ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Clementina, pubblicato da Einaudi, è il suo romanzo d’esordio e si ispira alla vera storia della bisnonna.

Ambientato nel corso del ‘900, Clementina è la storia di una donna che, rimasta vedova e con tre figli, deve reinventarsi e caricarsi sulle spalle l’intera famiglia.

Mentre l’Europa combatte la Prima Guerra mondiale, Clementina decide di lasciare Roma – dove viveva col marito – e tornare a Lecce, nella casa di famiglia dove vivono ancora le sorelle. E proprio in quella casa, dove lei da bambina studiava, leggeva e scriveva racconti, decide di dedicarsi all’insegnamento. Accettare bambini e bambine nel proprio salotto e curare la loro istruzione.

Nell’insegnamento, strada che la protagonista percorrerà per tutta la vita arrivando a fondare una vera e propria scuola, Clementina realizza sé stessa e trova il modo per aiutare i propri figli. Si sviluppa così una storia parallela alla Storia d’Italia, perché mentre incombe il fascismo e la minaccia di un secondo conflitto, Clementina compie la sua “piccola, domesticissima, rivoluzione“.

Scopri le nostre Newsletter

Iscrizione alla Newsletter
Il mondo della lettura a portata di mail

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

scegli la tua newsletter Scegli la tua newsletter gratuita

Fotografia header: Giuliana Salvi, foto di Marika Delli Ponti

Libri consigliati