Nel suo primo romanzo, Cheluchi Onyemelukwe-Onubia ci racconta la storia di due donne rapite, costrette a passare insieme una settimana e a conoscersi profondamente. Con il suo libro attraversiamo quattro decenni di storia nigeriana, dalla guerra civile fino a oggi, in un’avventura che percorre il sud del Paese africano. Nwabulu e Julie sono due donne diverse, distanti, eppure a loro modo legate dalle esperienze, e schiacciate dalle stesse tradizioni.

La vittoria da parte di Abdelrazak Gurnah del Premio Nobel per la letteratura nel 2021 ha certamente dato un ulteriore scossa, ma già negli ultimi anni le storie e le voci delle autrici e degli autori africani avevano pian piano cominciato a emergere anche nelle case editrici europee, al di là delle singole collane dedicate al continente africano, e a vincere premi (anglofoni e non) che prima erano stati appannaggio solo (o quasi) di una letteratura occidentale.

Per questi e altri motivi lo scrittore nigeriano Ben Okri l’anno scorso disse: “La letteratura africana è il futuro”, o per lo meno uno dei futuri possibili, finalmente.

Leggendo Due vite, due donne di Cheluchi Onyemelukwe-Onoubia (e/0, traduzione di Elisa Banfi) non si può che dare felicemente ragione a Ben Okri.

Due vite, due donne è una storia familiare sui generis, che inizia quando le due vengono sequestrate da una banda di rapitori a Enugu, una città di circa un milione di abitanti in Nigeria, e chiuse nella stessa stanza.

È il 2011 e non sappiamo niente di loro, se non che una è più abbiente dell’altra, e che era il vero obbiettivo dei rapitori. Più che abbiente, Julie è proprio ricca, ma questo lo si scopre poco a poco, mentre le storie della loro vita si schiudono davanti agli occhi del lettore.Copertina Due vite, due donne Cheluci Onyemelukwe-Onoubia

Nel tempo che le due donne devono condividere legate mani e piedi nella loro cella decidono infatti di raccontarsi l’un l’altra la loro esistenza fino a quel momento.

La prima a cominciare è Nwabulu, la più giovane e la più povera delle due. La sua storia comincia nel villaggio in cui è nata, e si sposta tra Lagos, Enugu per poi tornare nel villaggio.

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Le esperienze vissute in giovanissima età l’hanno segnata. Orfana, ha vissuto per anni con una matrigna che la disprezzava e picchiava, per poi diventare una domestica in casa di sconosciuti da quando aveva dieci anni. Il passaggio tra il villaggio e la città è una costante della prima parte della sua vita, uno yo-yo di esperienze urbane. Ormai adolescente torna al villaggio nella casa affollata che condivideva con i fratellastri e le sorellastre, e lì perde l’unica cosa preziosa che abbia avuto nella sua vita fino a quel momento, suo figlio.

La seconda parte è dedicata a Julie, la più anziana delle due, e chiaramente quella che arriva da una situazione economica migliore. Julie è estroversa e ha una storia diametralmente opposta. Vissuta da sempre come borghese, con un padre preside di una scuola, ha studiato, ed è diventata maestra, ha poi avuto una relazione con un uomo sposato e molto molto ricco.

Le due donne non potrebbero essere più diverse, eppure, senza che il lettore se ne renda conto, comincia ad affiorare che ciò che le unisce è molto di più di ciò che le divide.

Due vite, due donne, (titolo originario The Son of the House) ha vinto il Nigeria Prize for Literature ed è stato tradotto in molte lingue.

Cheluchi Onyemelukwe-Onubia è una scrittrice nigeriana. Vive tra la Nigeria e il Canada ed è un’esperta di diritto, avvocata e docente universitaria, si occupa di salute, e in particolare di salute femminile.

Ascoltando le storie delle due donne si attraversano quattro decenni di storia nigeriana, dalla guerra civile fino a una decina di anni fa. Si intravedono i cambiamenti di una società in continua crescita e le grandi differenze tra gli abitanti delle città e quelli delle campagne, due mondi che dialogano ma senza incontrarsi.

Chi abita nei villaggi sogna di partire verso Lagos, la sfavillante e modernissima Lagos, dove sicuramente potrà fare fortuna, studiare, cambiare il corso degli eventi e della propria vita. Così sognava anche Nwabulu, prima di abbandonare i suoi piani, e così sognava Julie. Le loro vite, invece, hanno preso strade molto diverse da quelle che si erano aspettate.

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