“La biblioteca del censore di libri” è un omaggio alla tradizione distopica novecentesca: tra citazioni a “1984”, riferimenti a “Fahrenheit 451” e nuovi spunti, Bothayna Al-Essa, autrice proveniente dal Kuwait, si concentra sul tema della censura letteraria, oggi più attuale che mai. E attraverso il suo quasi-eroe infonde nuova speranza…

Un mondo in cui i libri vengono censuratiÈ realtà o è finzione? Forse, entrambe le cose.

In un tempo, quello attuale, nel quale oltreoceano centinaia di libri vengono messi al bando nelle scuole, è normale chiedersi se i romanzi distopici abbiano attinto dalla realtà, o se la realtà sia diventata quella descritta da George Orwell, Aldous Huxley, Karin Boye e Ray Bradbury (l’elenco di autori e autrici è ben più lungo, e lo trovate in questo articolo).

E ai nomi fatti dobbiamo aggiungere quello di Bothayna Al-Essa, autrice proveniente dal Kuwait, che debutta in Italia con La biblioteca del censore di libri. Un romanzo necessario (i fatti citati prima rendono meno retorica questa definizione) pubblicato da astoria, con la traduzione di Sara Daniele, che viene definito come “un omaggio alla tradizione distopica“.

All’interno delle pagine seguiamo un uomo che crede nelle leggi dello Stato. Le case tutte uguali, l’assenza di elettricità dopo una certa ora, l’eliminazione di internet e… il controllo e la censura dei libri pubblicati.

Senza lavoro, accetta, appena si presenta l’occasione, l’impiego di Censore. Un’attività impegnativa e importante, a tratti pericolosa, perché “i libri potevano ascoltare, mordere, moltiplicarsi, fare sesso. Disponevano di sinistre procedure per impadronirsi del mondo, per colonizzare e conquistare, parola per parola, riga per riga, avvelenando il mondo di significato. Ma a lui era richiesto solo di sfiorare la superficie del linguaggio”.

Ma proprio l’opportunità, anzi l’obbligo, di leggere i libri da censurare è l’occasione per lui di scoprire nuovi mondi. Tra le pagine di Zorba il greco (oggi pubblicato da Crocetti, con traduzione di Nicola Crocetti), Alice nel paese delle meraviglie, 1984 e Pinocchio, il Censore si perde e inizia a pensare, ad addentrarsi oltre la piatta superficie delle parole… insomma, si trasforma in lettore. Un avido lettore che rinnega il suo Stato e le sue Leggi. Che ruba i romanzi e li nasconde nell’armadio.

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Un ribelle, per noi che leggiamo. Un fuorilegge, per il mondo nel quale vive. Bothayna Al-Essa, d’un tratto, alza la posta in gioco: e se non fosse l’unico? E se esistesse una società segreta che vuole proteggere e salvare i libri e la memoria storica?

Si chiamano Cancri e sono ovunque. Il Censore, un po’ riluttante, bisogna ammetterlo, entra a far parte di questo gruppo, convinto dall’uomo di cui ha preso il posto al Ministero. Un vecchio che sembra essere impazzito e che è stato trovato con un libro in mano! Ma che per uno strano gioco del destino non è in galera e funge da Segretario al Capo Dipartimento.

“Cosa è successo al Segretario?”
“Si è innamorato dei libri e ha perso il distintivo”, sussurrò l’altro.
Il nuovo Censore alzò le sopracciglia. “Davvero?”
Il Secondo Censore annuì. “Il Capo Dipartimento non ha voluto licenziarlo, così lo ha trasferito a un incarico amministrativo. Solo l’anno scorso era seduto proprio lì dov’è seduto lei, ma poi è stato colpito dalla malattia della lettura, non capiva più la differenza tra i libri e il mondo reale (…)”.

Bothayna Al-Essa, autrice di La biblioteca del censore di libri

Botahyna Al-Essa, nella foto di Yousef Alabdullah, lavora come libraia, editrice e insegnante di scrittura creativa, è stata in prima linea per l’abolizione della censura nel suo Paese

Quell’uomo, un po’ Geppetto e un po’ Cappellaio Matto – a proposito, il Ministero è pieno di conigli bianchi -, costringe il Censore ad aprire gli occhi. Non basta leggere e salvare le proprie letture, bisogna agire per una causa e lottare contro il Potere.

Inizia così una seconda parte di romanzo ancora più carica di emozioni, e con un pizzico di adrenalina: pagine nelle quali scopriamo i segreti di questo mondo immaginario (ma che potrebbe essere una nostra realtà) e un labirinto nel quale vengono conservati tutti, ma proprio tutti, i libri vietati al pubblico. Da I fratelli Karamazov di Dostoevskij a La metamorfosi di Kafka, dalle Lezioni di Bertrand Russell a Frankenstein di Mary Shelley.

Tocca al Censore, ora anche Guardiano, darsi da fare e sottrarre alcuni di quei manoscritti prima che arrivi il Giorno della Purificazione.

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Con un tono meno cupo e più leggero rispetto alle distopie già citate, La biblioteca del censore di libri è, allo stesso tempo, un omaggio e un rinnovamento della tradizione distopica. È un inno alla lettura e alla libertà (e l’una spesso dipende dall’altra) che attraverso un quasi-eroe infonde fiducia in chi legge.

Perché nonostante ogni anno vengano bruciati moltissimi libri (esatto, come in Fahrenheit 451), esiste sempre qualche pagina che si salva, e qualche uomo o donna disposti a tutto per leggerla e proteggerla. La biblioteca del censore di libri, alla fine, è questo. Una guida, sotto forma di romanzo, alla libertà. Un libro che senza dubbio qualcuno vorrebbe censurare, ma che lettori e lettrici di oggi hanno il dovere di scoprire.

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