Tra diario e memoir, in “L’età dell’entusiasmo” Angela Terzani Staude racconta della sua vita con il grande giornalista, all’insegna dell’imprevedibile, prendendo parte attiva alla storia, in quattrocento pagine dense di sentimenti, incontri, viaggi, scoperte ed eventi fuori dall’ordinario…

Alle feste in casa in cui si ballava il sabato o la domenica pomeriggio, sentivo parlare di uno che tutti aspettavano ma che non si faceva vedere mai: Tiziano. Perché? mi chiedevo” (p.49).

Inizia all’insegna della curiosità e dell’assenza un incontro che, non ancora realizzato e solo prospettato, già influenza le giornate di una giovanissima Angela Terzani Staude. E l’incontro vero e proprio, quando c’è, non finisce di stupire questa giovane italiana d’origine tedesca: quasi vi fosse una predestinazione che si lascia assaporare fin dai loro primi giorni insieme, Angela si sente consapevole che un giorno “darà una mano” (p. 55) a quel ragazzo, ma non è ancora tempo, perché prima lei deve viaggiare, confrontarsi col mondo da sola. D’altro canto, Angela Terzani Staude ha affrontato un’infanzia tutt’altro che facile, e non mancano in queste memorie pagine dedicate a quei primi anni di guerra e dopoguerra pieni di privazioni, sacrifici, perdite, trasferimenti.

È dopo averci fatto comprendere da quale realtà arriva che Angela Terzani Staude inizia a raccontarci la sua vita con Tiziano, come promette il sottotitolo di questa Età dell’entusiasmo (Longanesi), che con le sue quattrocento pagine ci porta a viaggiare attraverso il tempo e lo spazio, toccando da vicino la storia d’amore e la storia di vita dei suoi protagonisti. Il tutto, ricordandoci che non esiste privato che non sia influenzato o addirittura invaso dalla Storia. Specialmente se, come per Tiziano e Angela, si decide di esserci, di far parte del proprio presente, benché deludente o pericoloso, incontrando persone, adattandosi a nuovi Paesi e lasciando che con i loro profumi, sapori e panorami scolpiscano i loro ricordi e le loro identità.

Angela Terzani Staude a New York nel 1968 (Archivio Terzani)

Angela Terzani Staude a New York nel 1968 (Archivio Terzani)

Questo densissimo volume è una raccolta di ricordi insoliti e straordinari, in cui la routine è rifuggita, a vantaggio dell’imprevedibilità. Ricordi ora fedelmente ripresi dai quaderni su cui l’autrice ha tenuto diari pressoché giornalieri, ora rimpastati in una narrazione a posteriori, che fluisce come un romanzo. E possiamo scegliere come attraversare questo libro, se vederlo come una commossa autobiografia di coppia, in cui svetta la figura di Tiziano e Angela si fa spesso testimone e compagna. In tal caso, ripercorriamo le tappe della loro storia, gli ostacoli portati spesso dal destino, superati tuttavia da una totale dedizione e dalla capacità di Angela di lasciare che fossero le necessità di Tiziano a trovare piena realizzazione, come ad esempio leggiamo in merito al trasferimento della famiglia a Singapore:

“Io a Singapore non ho nessuno: non un genitore, un parente, un’amica, non un medico, qualcuno cui chiedere consiglio. Ma ho Tiziano. Per lui è uguale, solo che ha un lavoro che gli permette di dare una struttura alle sue giornate”. (p. 175)

Ne L’età dell’entusiasmo è anche possibile cogliere il valore della testimonianza storica, potente quanto sanno esserlo le esperienze personali condivise senza orpelli e con tanta schiettezza. I cambiamenti sociali e culturali, i tabù della guerra, le riserve sulla globalizzazione, il confronto costante col progresso e col capitalismo sono solo alcuni dei tanti temi che attraversano anni cruciali del Novecento e che si spingono fino a metà degli anni Settanta.

Profondamente intriso di questo sguardo sulla storia, L’età dell’entusiasmo offre un reportage di viaggi per il mondo, che vedono Angela e Tiziano spesso insieme, ma non sempre: Germania, Portogallo, Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia, Singapore, Malesia, Laos, Bali, Sudafrica, Colombia, Cambogia, Vietnam sono solo alcune delle tantissime mete raccontate. Angela e Tiziano, quando non condividono direttamente esperienze di viaggio, scoprono usi e costumi, episodi vissuti e tessere di questi Paesi individualmente. Poi li condividono in lettere che vengono inviate per colmare le distanze:

“Dal suo viaggio mi manda il più bel pacco di lettere d’amore scritte a penna su sottilissima carta di riso che uno possa ricevere dall’Estremo Oriente. Lettere di un viaggiatore che si trova davanti a un universo ignoto e lo guarda con uno stupore così profondo da doverlo subito trasmettere a chi è rimasto a casa”. (p. 134)

Non c’è prova, pericolo, malattia o distanza che metta a rischio la coppia, resa solida dal costante credere l’uno nell’altra: “Credo in Tiziano e nel suo grande futuro e capisco che il leone in gabbia ruggisca”, scrive Angela quando, in Gran Bretagna, i due si trovano ad affrontare un periodo difficile (p. 90), nei primi anni della loro vita insieme. “Sono colui che ti ha cercato da sempre. Ora che “siamo” possiamo anche ripartire… Tante sono le occasioni: oggi la tua tangibilità e di nuovo il fascino di tutto ciò che è ancora possibile”, scrive (p. 102) Tiziano ad Angela in una dedica su un libro.

Angela e Tiziano a Macao nel giugno 1967 (Archivio Terzani)

Angela e Tiziano a Macao nel giugno 1967 (Archivio Terzani)

Con queste premesse, unite al costante piacere per la condivisione (“Raccontavo queste storie e Tiziano ascoltava mai annoiato, mai stanco. Tutto lo interessava, tutto lo incuriosiva. Forse è per questo che nella vita non abbiamo mai smesso di parlare”, p. 109), si rafforza un rapporto non sempre facile, in cui Angela ha dovuto imparare a mettersi un po’ in disparte per lasciare che fosse Tiziano a realizzare quel “grande futuro” che lei aveva già intravisto per lui:

“Tiziano s’inventò una vita nuova, interessi nuovi, era pieno di idee e mi trascinava con sé. A volte mi ribellavo, mi pareva che mi portasse dove voleva lui, dove io forse non volevo andare. Ma aveva ragione, era la mia fortuna, dovevo seguirlo. Cosa potevo fare di meglio?” (p. 160)

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E non è certo l’esperienza all’Olivetti a Ivrea a rappresentare la strada maestra per la realizzazione di Tiziano: sono invece i viaggi e il suo bisogno di partecipare alla storia, testimoniando ciò che avviene a renderlo giornalista. “Il giornalismo, una combinazione di studio e azione, è quello che fa per lui. E già pare che non ci siano alternative” (p. 177), scrive Angela dopo il suo viaggio in Sudafrica. Così Tiziano inizierà a “vivere a modo suo, come gli pareva” (p. 331), viaggiando con la sua famiglia, incontrando personaggi di spicco del mondo culturale e confrontandosi continuamente con gli abitanti dei vari luoghi visitati:

“Questo rapporto a due (a quattro, con i figli) è l’unica cosa che non discuto della mia vita ed è una base per tutto il resto”, scrive Tiziano all’amico Ekkehart Krippendorff. (p. 330)

Angela Terzani Staude in un mercato di Saigon (Vietnam) nel 1973 (Archivio Terzani)

Angela Terzani Staude in un mercato di Saigon nel 1973 (Archivio Terzani)

Accanto alla famiglia, ai viaggi e alla storia, la scrittura, vero punto fermo sia per Tiziano che per Angela. Tiziano, che si dichiarerà: “Sono con le parole” (p. 345), arriverà a viaggiare in paesi di guerra pur di farsi testimone e portavoce degli eventi. Intanto Angela continuerà a prestare le sue parole alla traduzione di libri degli altri e ad annotare la sua vita e ciò che accade intorno in diari che, tra le altre cose, costituiscono la base per L’età dell’entusiasmo. Potremmo dunque leggere questo volume anche come un omaggio sentito alla scrittura, luogo di incontro della coppia, a cui i Terzani non hanno mai nascosto una totale dedizione:

“Dopo trentasei ore di scrittura si è grigi, sgualciti, col sapore amaro in bocca ed è bello distendersi insieme per ricomporre i pezzi nel sonno”. (p. 239)

È, in effetti, con la scrittura, la lettura e, più in generale, con le parole, che Angela e Tiziano hanno saputo avvicinarsi ancora di più, rispettando l’uno il lavoro dell’altra, spesso in commosse apparizioni di vita quotidiana, tessere del privato in un’opera che accanto al mondo guarda anche alla realtà di casa:

[…] e stasera, con lui che studia al tavolo verde mentre io leggo nella poltrona accanto, mi sento profondamente e fedelmente e sempre più pazientemente legata a lui”. (p. 200)

mostra terzani

LA MOSTRA FOTOGRAFICA – Dal 20 ottobre al 6 novembre, presso lo spazio Oxy.gen di Bresso (Milano), sarà visitabile la mostra Su quale sponda la felicità? – Modernità e nostalgia nell’Asia di Tiziano Terzani. Curata da Nicole Pecoitz, la mostra rientra all’interno del circuito Photofestival Milano.

La mostra è resa possibile grazie all’aiuto costante di Angela Terzani Staude e della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, e intende tematizzare la contraddizione insanabile che Terzani delinea spesso nei suoi libri: quella tra la bellezza di un continente ancora antico, l’Asia, e la sua progressiva dissoluzione verso l’appiattimento occidentale. L’obiettivo è quindi tramandare non solo l’eredità testuale e fotografica di uno dei più fini osservatori del nostro tempo, ma anche il messaggio all’umanità che traspare continuamente nei fili della sua vita; se non vogliamo soccombere a un futuro materialista, cieco e fanatico dobbiamo rivolgere la direzione della nostra ricerca verso quelle “isole dei poeti” che si celano dentro ognuno di noi.

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