Non solo “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” e “Risvegli”: ripercorriamo tutti i libri di Oliver Sacks (1933-2015), celebre neurologo britannico capace di trascendere il campo scientifico grazie alla propria calda “divulgazione letteraria”. Le sue opere, che riscuotono tutt’oggi un grande successo (anche su TikTok), hanno conquistato i cuori di lettrici e lettori di generazioni diverse, raccontando gli aspetti “altri” della malattia, normalmente relegati ai soli manuali – Un approfondimento
Un viaggio tra i libri di Oliver Sacks (all’anagrafe Oliver Wolf Sacks, Londra, 9 luglio 1933 – New York, 30 agosto 2015), celebre neurologo e scrittore britannico.
Nato il 9 luglio 1933 a Londra, in una famiglia di medici e scienziati, il destino del giovane Oliver – come raccontato in alcuni dei suoi libri, come per esempio Zio Tungsteno – sin dall’infanzia è indissolubilmente intrecciato alla scienza.
Un interesse che lo ha portato poi a conseguire la laurea in Medicina nel 1958 (presso il Queen’s College di Oxford) e a trasferirsi prima in Canada e poi negli Stati Uniti, dove completa la sua formazione in neurologia, diventando così una delle voci più lette e amate nel campo della medicina.
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La carriera di Oliver Sacks è caratterizzata da una insaziabile curiosità e da un approccio spiccatamente “letterario” e narrativo alla materia scientifica (nella fattispecie, la già menzionata neurologia). Sacks ha infatti lavorato per gran parte della sua vita professionale con pazienti affetti da disturbi neurologici rari, affinando la propria capacità di entrare in contatto con le persone dietro ai pazienti e di raccontare così storie affascinanti, prima relegate ai soli manuali specialistici.
“Penso che abbia mostrato al mondo intero aspetti della neurodiversità e delle condizioni neurologiche, oltre all’adattamento delle persone a quest’ultime” racconta in un’intima intervista-memoir per il Guardian il compagno Bill Hayes, ricordando – oltre all’imprescindibile “tocco” empatico del partner – gli aneddoti di una vita intera.
Dei particolari e curiosi episodi che da sempre caratterizzano gli interventi pubblici di Oliver Sacks (raccolti in un’apposita sottosezione del sito del neurologo) e che animano le pagine dei suoi libri, molti sono diventanti dei veri e propri bestseller, scalando le classifiche e conquistando i cuori di lettrici e lettori.
In questa raccolta – che si affianca a un approfondimento incentrato sulla figura professionale dell’autore – esploriamo tutte le opere di uno studioso capace di trascendere il campo scientifico, raggiungendo con la propria calda divulgazione un ampio corpus di lettori e lettrici che ancora oggi – complice anche il grande successo sui social e su TikTok dei suoi libri – scoprono nuovi e colorati aspetti della scienza.
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Tutti i libri di Oliver Sacks
Emicrania
Pubblicato originariamente nel 1970 (in Italia edito da Adelphi, con la traduzione di Isabella Blum), Emicrania di Oliver Sacks riporta delle meditazioni sulla natura della salute e della malattia, oltre che sull’unità di mente e corpo. Un libro che – quando venne pubblicato per la prima volta nel 1970 – era molto più simile a un nudo e crudo studio clinico. Con l’edizione rivista di Adelphi del 1992, questo volume raccoglie invece tutte le sfumature dell’emicrania, un disturbo che riguarda il dieci per cento dell’umanità e che ancora elude per molti versi gli sforzi dei ricercatori. Sacks, come in tutti i suoi testi, le dà voce attraverso alcuni casi esemplari…
Risvegli
Tra i primi libri di Oliver Sacks anche Risvegli (edito da Adelphi nel 1987, con la traduzione di Andrea Salmaggi), saggio del 1973 che vede anche una trasposizione cinematografica del 1990 (diretto da Penny Marshall, con Robin Williams, Robert De Niro e Penelope Ann Miller). Per dieci anni, fra il 1917 e il 1927, un’epidemia di encefalite letargica (o “malattia del sonno”) invase il mondo. Quasi cinque milioni di persone furono colpite. Poi l’epidemia scomparve, improvvisamente e misteriosamente come era sopraggiunta. Una minuscola frazione dei malati sopravvisse, in una sorta di perpetuo torpore, fino al 1969, quando un nuovo farmaco, la L-dopa, permise di risvegliarli. Oliver Sacks, fra il 1969 e il 1972, somministrò questo farmaco a più di duecento malati al Mount Carmel Hospital di New York: Risvegli racconta le storie di venti di loro.
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Su una gamba sola
La bibliografia di Oliver Sacks ospita anche testi più “personali” come Su una gamba sola (Adelphi, 1991, traduzione di Rosalba Occhetti), che racconta un incidente di montagna in Norvegia. Il neurologo si ritrova di punto in bianco su un letto con una gamba che, nella sua percezione, non gli appartiene più. All’inizio pensa che il suo caso sia semplice e banale. Poi si trova sprofondato in un abisso. Quella gamba alienata dal suo corpo lo induce a indagare “l’orrore e la meraviglia che occhieggiano dietro la vita e che sono celati, per così dire, dietro la superficie usuale della salute”.
L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello
Tra i libri più celebri – e acclamati – di Oliver Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello (Adelphi, 1986, traduzione di Clara Morena) è sicuramente la pubblicazione che ha travalicato maggiormente i confini della saggistica fino a diventare caso editoriale e longseller (non solo tra gli “addetti ai lavori” ma anche, recentemente, sui social e TikTok). Il libro, che si presenta come una serie di casi clinici, racconta storie terribili e appassionanti, che spesso tendono a rimanere imprigionate nei manuali. Sacks è colui che le riscatta e che capovolge le accezioni possibili della malattia, dandole una nuova – inaspettata – luce. Per un approfondimento, in questo articolo elenchiamo alcuni motivi per leggere (o rileggere!) questo importante saggio.
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Vedere voci – Un viaggio nel mondo dei sordi
Oliver Sacks nella sua carriera ha scritto anche libri che “abbandonano” temporaneamente i solchi della neurologia: un esempio è Vedere voci, un viaggio nel mondo dei sordi (edito da Adelphi nel 1990, con la traduzione di Carla Sborgi), che esplora proprio il tema della sordità. Come in altri casi di menomazione, Sacks riesce a scoprire che il meno può anche nascondere un più: ad esempio, la capacità di sviluppare l’esperienza visiva. Con l’empatia che lo contraddistingue, il neurologo realizza la propria personalissima indagine, che arriva a toccare alcuni problemi fondamentali del rapporto fra parola, immagine e cervello…
Un antropologo su Marte – Sette racconti paradossali
Tra i libri più letti e amati di Oliver Sacks anche Un antropologo su Marte – Sette racconti paradossali (Adelphi, 1995, traduzione di Isabella Blum), una raccolta di casi straordinari, “alieni”. L’intento dello scrittore è sempre il medesimo: “abbracciare” e capire il malato. Di questo obiettivo tanto affascinante quanto delicato – sigillo dell’opera intera di Sacks – si danno allora sette esempi destinati a imprimersi nella memoria di lettrici e lettori: non più in quanto bruti “casi” da manuale, ma in quanto storie di “individui unici, ciascuno dei quali abita (e in un certo senso ha creato) un mondo suo proprio”. Delle storie “altre” e, proprio in quanto tali, degne di essere raccontate, lette e ascoltate.
L’isola dei senza colore
Due viaggi in Micronesia dischiudono a Sacks una prospettiva sconfinata di orrori e misteri: dalla cecità cromatica che si manifesta a Pingelap e Pohnpei, fino al devastante lytico-bodig, che colpisce con una sorta di paralisi progressiva solo certi abitanti dell’isola di Guam, e molte altre stranezze… Ne L’isola dei senza colore (Adelphi, 1997, traduzione di Isabella Blum) Sacks accompagna lettrici e lettori nei suoi viaggi: passo per passo, con calma, partecipazione e attenzione ai dettagli, verso la scoperta dell’indecifrato rapporto fra la mente e la natura che ci circonda.
Zio Tungsteno – Ricordi di un’infanzia chimica
Dai viaggi nello spazio a quelli nel tempo con Zio Tungsteno – Ricordi di un’infanzia chimica (edito da Adelphi nel 2002, con la traduzione di Isabella Blum). Uno dei libri più intimi e personali di Oliver Sacks, in cui l’autore britannico torna indietro di sessant’anni per raccontare la vita dell’introverso sé-bambino, che si approcciava per la prima volta alla chimica. Il piccolo Oliver rivive l’intera storia della disciplina, tra “odori pestilenziali ed esplosioni”, le teorie di Boyle e di Lavoisier. Sotto gli occhi attenti di lettori e lettrici si rivela la nascita intellettuale di un ragazzino curioso, che si espone alle onde del caos e alle meraviglie della scienza.
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Diario di Oaxaca
Neurologia e letteratura hanno sì reso celebre al grande pubblico Oliver Sacks, ma non sono di certo i suoi unici amori. Le opere dei naturalisti dell’Ottocento sono infatti un’altra sua grande passione. Non stupisce dunque che nel 2000 lo scrittore britannico sia partito per una spedizione scientifica informale nella regione in cui sopravvive la più alta concentrazione mondiale di specie di felci – lo Stato di Oaxaca, in Messico – e che abbia tenuto un diario di quei dieci giorni di viaggio. Diario di Oaxaca (edito prima Feltrinelli nel 2004, poi Adelphi nel 2015, nella traduzione di Maurizio Migliaccio) nasce proprio così: da una curiosità strabordante e dalla sempreverde voglia di arricchire le proprie conoscenze…
Musicofilia
Un giorno, a New York, Oliver Sacks partecipa all’incontro organizzato da un batterista con una trentina di persone affette dalla sindrome di Tourette: “Tutti, in quella stanza, sembravano in balia dei loro tic: tic ciascuno con il suo tempo”. Poi il batterista inizia a suonare e tutti lo seguono con i loro tamburi: i tic scompaiono e il gruppo si fonde in una perfetta sincronia. Musicofilia – Racconti sulla musica e il cervello (Adelphi, 2008, traduzione di Isabella Blum) riporta questo e molti altri casi con la consueta immedesimazione di Sacks, che esplora la “straordinaria forza neurale” della musica e i suoi nessi con le funzioni – e disfunzioni – del cervello.
L’occhio della mente
Tra i libri di Oliver Sacks anche L’occhio della mente (Adelphi, 2011, traduzione di Isabella Blum), che racconta di storie di deformazioni affettivo-cognitive che sembrano sfociare in drammi senza fine (e rimedio). Un’occasione per parlare sia delle malattie altrui, che delle proprie. Scrutandosi con freddezza, il neurologo-scienziato racconta infatti sia la prosopagnosia di cui è affetto (ovvero l’incapacità di riconoscere i volti), sia il melanoma maligno all’occhio destro, i cui sintomi si materializzano un sabato del dicembre 2005, al cinema, sotto forma di una macchia. Nel rivivere le alterazioni percettive scatenate dal tumore, Sacks approfondisce “l’aspetto creativo” della malattia, che offre sempre nuove strade e prospettive.
Allucinazioni
In Allucinazioni (Adelphi, 2013, traduzione di Isabella Blum), Oliver Sacks prosegue il racconto autobiografico avviato con Zio Tungsteno. Dopo l’infanzia, scopriamo così la giovinezza del “neurologo più famoso del mondo”, trascorsa sulle spiagge della California e costellata di sperimentazioni psicotrope. Allucinazioni olfattive, uditive, tattili, spaziali, arti fantasma, Doppelgänger, epifanie mistiche, squilibri chimici: ogni argomento viene affrontato con curiosità ed eleganza, analizzato sotto le lenti della ricerca specialistica, della letteratura e dell’esperienza – clinica e personale – di Sacks.
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In movimento
La vera e propria autobiografia di Oliver Sacks arriva però con In movimento (edito da Adelphi nel 2015, con la traduzione di Isabella Blum), dove il neurologo parla a 360 gradi di sé: dell’ossessione per le moto e il sollevamento pesi, della dipendenza dalle amfetamine, del rapporto travagliato con il fratello schizofrenico e con la madre. Un resoconto completo di studi e amicizie, di abitudini e fissazioni di un autore capace di fondere nella più poetica delle maniere scienza e letteratura.
Gratitudine
Gratitudine (edito da Adelphi nel 2016, con la traduzione di Isabella Blum), presenta invece quattro scritti, vera e propria lettera di congedo che Oliver Sacks ha voluto indirizzare a lettrici e lettori, informandoli – con sobrietà – di essere affetto da un male incurabile. Pagine vibranti e vitali, dove più che mai si respirano freschezza, passione e urgenza espressiva. Come quando, riflettendo sulla vecchiaia, il neurologo britannico rivela di percepire “non una riduzione ma un ampliamento della vita mentale e della prospettiva”; o quando si ripromette, nel breve tempo che gli resta, di “vivere nel modo più ricco, più intenso e più produttivo possibile”…

Letture originali da proporre in classe, approfondimenti, news e percorsi ragionati rivolti ad adolescenti.

Il fiume della coscienza
Tra gli ultimi libri di Oliver Sacks figura Il fiume della coscienza (edito da Adelphi nel 2018, con la traduzione di Isabella Blum), raccolta di scritti dalla storia quantomeno peculiare. Rimasta sulla scrivania di Sacks fino a due settimane prima della morte (avvenuta il 30 agosto 2015 a New York), questo compendio offre la sintesi di tutte le sue passioni, dell’ampio ventaglio di discipline che si intersecano con la neurologia: botanica e mondo animale, chimica e storia della scienza, filosofia e psicologia (senza dimenticare, ovviamente, la letteratura). Ed è proprio questo ventaglio a permettere a Sacks di scomporre il fiume della coscienza umana, e di farne emergere i caratteri più sconcertanti e controintuitivi.
Ogni cosa al suo posto
Ogni cosa al suo posto (edito da Adelphi nel 2019, con la traduzione di Isabella Blum), è l’ultimo volume pubblicato in Italia del neurologo britannico. Un volume che analizza e sviscera il carattere primario dei libri di Oliver Sacks: la passione. Un tracotante trasporto che nei saggi trascina lettrici e lettori con voce perturbante e partecipe, ironica e intensa. Un (ultimo) viaggio nella vita, negli scritti e nei pensieri più reconditi di uno scrittore che, rendendo la scienza accessibile a un vastissimo pubblico, è riuscito con successo a toccare le corde dell’animo umano.
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