Pubblicato postumo nel 1818, “Persuasione” di Jane Austen (1775-1817) è il romanzo meno impregnato delle caratteristiche che hanno reso celebri opere come “Orgoglio e pregiudizio” o “Emma”. Qui, infatti, l’inesprimibile trova finalmente il suo linguaggio, e ci restituisce il ritratto di una Protagonista con la maiuscola, con cui empatizzare lungo tutto il suo percorso di autoconsapevolezza – L’approfondimento

Quando si pensa a Jane Austen (1775-1817) e alla sua produzione letteraria, Persuasione, chissà perché, non viene quasi mai annoverato nella rosa delle sue opere meglio riuscite. Se si sottoponesse un sondaggio a un campione d’intervistati, non risulta difficile supporre quale tra i titoli della scrittrice inglese sarebbe il più citato.

Orgoglio e Pregiudizio, vuoi per il favore della settima arte, che l’ha fatto conoscere al grande pubblico, vuoi per il personaggio brillante e irresistibile di Lizzie Bennet, o per quello burbero ma intrigante di Mr. Darcy, viene in effetti ritenuto il lavoro più rappresentativo dell’autrice originaria di Steventon.

E non del tutto a torto, se si considera la maestria stilistica, la sottile perizia nel tratteggiare i personaggi, l’arguta ironia che ci restituisce intatta la società del tempo, mostrata in tutte le sue sfaccettature in Orgoglio e Pregiudizio, come pure però nelle altre opere.

Copertina del libro Persuasione

Ciò che rende Persuasione una piccola perla è invece il fatto di essere il meno impregnato delle caratteristiche squisitamente austeniane degli altri romanzi, e per tale ragione si presenta come il più singolare, moderno e “romantico” della sua produzione.

Pubblicato postumo nel 1818 (l’autrice morì il 18 luglio dell’anno prima), il libro narra delle vicende contrastate di due giovani: Anne Elliot, figlia di un baronetto, e Frederick Wentworth, semplice ufficiale di marina.

Per quanto i due siano sinceramente innamorati l’una dell’altro, la loro unione è invisa alla famiglia di lei, la quale si lascia persuadere a mettere fine al fidanzamento. Otto anni dopo, un ricco, ma pieno di rancore, Capitano Wentworth farà capolino per la seconda volta nella vita della donna.

L’elemento che forse più di ogni altro distingue Persuasione dalle altre opere di Jane Austen è il fatto che leggerlo significa mettersi faccia a faccia, senza filtri, con il personaggio di Anne Elliot, che si fa conoscere dal lettore in prima persona.

Anne Elliot è la Protagonista, quella con la maiuscola, tra le eroine della scrittrice. Non che queste ultime non siano delle vere protagoniste: Emma possiede una personalità talmente delineata da dare il titolo a un romanzo, mentre Elizabeth spicca al punto da essere conosciuta persino dai profani di Jane Austen.

È piuttosto la focalizzazione a mutare. Nei romanzi antecedenti a Persuasione, i suoi personaggi sono raccontati dall’esterno, sono le loro parole e le loro azioni a definirli. Anne Elliot, al contrario, la conosciamo dall’interno, possiamo leggerne i pensieri, addirittura le emozioni, in una narrazione quasi freudiana dove la psiche del personaggio diviene il fulcro del racconto.

La scena del primo incontro tra Anne e Wentworth dopo anni di separazione ne è una dimostrazione: “‘È finita, è finita!’, continuava a ripetersi, con un senso di ansiosa gratitudine. ‘Il peggio è passato'”. In questa scena viene mostrato il senso di smarrimento avvertito dalla giovane, non descrivendone un mutamento nell’espressione, bensì palesandone i pensieri senza censure, e rendendoli attraverso uno stile immediato, elementare, mimetico.

L’oggettività con cui l’autrice è solita caratterizzare i suoi personaggi, così razionalmente disegnati da essere accusati, forse in maniera ingiusta, di mancare di profondità, lascia spazio a una soggettività che nell’ultima opera diviene un imperativo. Non a caso la critica che spesso si sente muovere agli altri romanzi è la totale assenza delle passioni e delle pulsioni.

In Emma, per esempio, la passione c’è, ma non si vede. Questo perché l’autrice non dà voce ai pensieri o ai sentimenti: ciò che provano i protagonisti lo si capisce da altro, dal modo per esempio con cui Mr. Knightley rimbrotta Emma, o dal loro continuo battibeccare. E in Orgoglio e Pregiudizio sembra quasi che i sentimenti di Elizabeth per Darcy mutino da un giorno all’altro, poiché il lavorio interiore del personaggio non viene esplicitato.

In Persuasione invece l’inesprimibile trova finalmente il suo linguaggio. Jane Austen non nasconde più quello che la sua protagonista pensa e sente: possiamo empatizzare con lei, condividerne angosce, paure e sofferenze, ma soprattutto possiamo accompagnarla in un percorso di autoconsapevolezza che ci consegna, alla fine del libro, un personaggio che ha fatto pace con se stesso, con i suoi tormenti e con gli errori del passato.

È lo stile stesso a suggerire che qualcosa è cambiato, che l’inconscio adesso può e deve essere rappresentato. Uno stile che perde parte della sua perfezione per farsi più oscuro, contorto, quasi come un flusso di coscienza, eppure più funzionale a esprimere il groviglio nella mente della protagonista. Uno stile che traghetta il romanzo verso un impianto più romantico, letterariamente parlando, e lo allontana dalla linearità razionale dello stile settecentesco.

Ecco cosa fa di Anne Elliot un personaggio moderno e rende Persuasione unico nel panorama austeniano. Vi si scopre un’autrice nuova, più incline ad accogliere la complessità del reale e a scavare nell’io del personaggio Anne (e magari della persona Jane), per addentrarsi tra le insidie della psiche e fare un cammino verso la conoscenza e l’accettazione matura di sé.

“Era stata costretta a essere prudente da giovinetta”, scrive l’autrice a testimonianza del percorso fatto, “ma crescendo aveva imparato a essere romantica: naturale conseguenza di un inizio innaturale”.

Logo del gruppo di lettura Il club di Jane Austen di Catania

L’AUTRICE E IL CLUB DI JANE AUSTENNata e cresciuta a Catania, Debora Guglielmino collabora da anni con redazioni giornalistiche locali online, e da qualche anno coltiva l’interesse per il mondo della comunicazione digitale e della gestione dei social media. Normalmente si occupa di attualità, società e cultura.

L’amore per Jane Austen e per la sua opera letteraria è arrivato nella sua vita quando è ancora ragazzina. Da allora non l’ha più abbandonata, al punto da convincerla a creare un gruppo di lettura dedicato proprio all’autrice inglese.

Il Club di Jane Austen, di cui è fondatrice e amministratrice, è nato nella città etnea nel 2018, con l’intento di diffondere e condividere la passione per la letteratura (in primis per Jane Austen, ma non solo). I suoi membri si incontrano una volta al mese per discutere di libri, sempre in compagnia di un tè e di un buon dolce.

Fotografia header: GettyEditorial 10-06-2021

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