“Nel mondo della narrativa vivono due gemelli che non si somigliano. Due gemelli dall’aspetto così diverso da sembrare estranei: il romanzo storico e la fantascienza. Ma uno scrittore che s’impegni a lavorare con loro impara presto che l’apparenza inganna…” – In occasione dell’uscita de “I guardiani della laguna”, su ilLibraio.it la riflessione di Paolo Lanzotti

Nel mondo della narrativa vivono due gemelli che non si somigliano. Due gemelli dall’aspetto così diverso da sembrare estranei: il romanzo storico e la fantascienza. L’accostamento non è credibile? Se si osservano i due fratelli separati con l’occhio del lettore le analogie possono sfuggire. Ma se l’occhio che guarda è quello dello scrittore, le cose cambiano. In entrambi i casi l’autore si trova a dover affrontare alcuni problemi tecnici molto simili.

La prima difficoltà che i due generi condividono è quella del lessico. Spesso un autore di romanzi storici deve citare oggetti e situazioni che non hanno un equivalente ai giorni nostri. Un esempio banale? Se scrivo “suonava la tiorba”, quanti lettori riusciranno a visualizzare lo strumento musicale in questione? Il problema, per lo scrittore, consiste nel rendere possibile la comprensione senza dover ricorrere a spiegazioni pedanti, che interrompono il fluire della storia, o alle famigerate note a piè di pagina.

Se passiamo alla fantascienza, la cosa si fa ancora più evidente. Lo scrittore di romanzi fantastici si riferisce, per definizione, a realtà inesistenti. Dunque, deve ricorrere frequentemente a dei neologismi, spesso creati da lui stesso. Di nuovo, la difficoltà consiste nel fare in modo che il lettore colga il senso di queste “parole mai sentite” senza dover ricorrere a delle note.

La soluzione più semplice? Ideare neologismi che contengano in se stessi la propria spiegazione. Se scrivo “impugnò il disgregatore”, il lettore non mancherà di capire che si sta parlando di un’arma, né di cogliere la capacità distruttiva dell’oggetto, anche se, per nostra fortuna, nessuno ha mai visto nulla di simile.

Una seconda difficoltà condivisa dai due generi è legata alla descrizione dei luoghi. L’autore di un romanzo fantascientifico è alle prese con pianeti alieni o tempi futuri, e deve fare in modo che il lettore li percepisca come verosimili. Anche l’autore del più “realistico” romanzo storico affronta la stessa difficoltà, sia pure in misura diversa.

L’oceano è sempre l’oceano e una montagna è sempre una montagna. Il lettore non ha difficoltà a visualizzare luoghi del genere, anche se li proiettiamo indietro nel tempo di secoli o millenni. Ma le città sono un’altra cosa. Le opere umane cambiano. A volte spariscono. La Roma dei Cesari o l’Inghilterra del sedicesimo secolo non sono quelle attuali. Il lettore non ha un’esperienza diretta con la quale confrontarsi. Fare in modo che veda ciò che non esiste più, senza appesantire la descrizione con spiegazioni accademiche, è un’altra delle difficoltà che l’autore di romanzi storici condivide con lo scrittore di fantascienza, sia pure, come detto, in misura diversa.

Esiste poi una “terra di mezzo” in cui i due generi devono necessariamente incontrarsi, piegandosi alla medesima esigenza d’equilibrio. Ogni romanzo ruota intorno alle vicende di un protagonista e di alcuni comprimari, più o meno importanti. Che caratteristiche dare a questi personaggi? Vi sono desideri e bisogni che accompagnano l’uomo da sempre e che lo segneranno fino alla fine dei suoi giorni.

La paura della morte è un retaggio insopprimibile. Il bisogno d’amare ed essere amati non conosce confini di lingua o di latitudine. Ma, all’interno della nostra comune umanità, vi sono valori, aspettative, punti di vista, conoscenze, convinzioni, atteggiamenti che appartengono a un’epoca o a una cultura specifica.

Immaginiamo una storia ambientata nell’antico Egitto o nel Medioevo dei cavalieri erranti. Se volessimo immergere il lettore fino in fondo, al cento per cento, nella realtà del tempo – ammesso che ciò sia possibile – dovremmo descrivere personaggi dalla mentalità molto lontana e dissimile dalla nostra. Personaggi che rischierebbero di risultare incomprensibili o addirittura fastidiosi.

Lo stesso vale per i protagonisti di un romanzo fantascientifico. Come ragionano gli abitanti di un pianeta alieno che ha seguito un percorso evolutivo del tutto diverso dal nostro? Che esigenze avremo, noi terresti, tra mille anni? Che tipo d’intelligenza mostrerebbe un computer o un robot senziente? Possiamo solo immaginarlo, avendo un’unica certezza: descritti nella loro reale diversità, personaggi del genere ci sarebbero estranei e le loro storie risulterebbero prive di qualsiasi attrattiva.

Quando leggiamo un romanzo vogliamo che parli di noi, dei nostri sentimenti, dei nostri desideri, delle nostre paure. Lo scrittore di un romanzo storico o di un racconto fantascientifico deve trovare un giusto compromesso tra ciò che è e ciò che era, o che potrebbe essere. Deve plasmare i suoi personaggi mescolando un po’ della loro epoca, o del loro mondo, con un po’ del nostro. Né troppo né troppo poco. Un equilibrio delicato sulla cui esigenza i due generi letterari, ancora una volta, s’incontrano alla pari.

Nel mondo della narrativa vivono due gemelli che non si somigliano. Ma uno scrittore che s’impegni a lavorare con loro impara presto che l’apparenza inganna.

L’AUTORE E IL LIBRO – Nato a Venezia, Paolo Lanzotti e si è laureato in Filosofia all’Università di Padova. Lettore onnivoro, con predilezione per la divulgazione storica e quella scientifica, ama la musica classica e il teatro di prosa. È autore di diversi libri gialli e di alcuni libri per ragazzi, e il suo nuovo romanzo, I guardiani della laguna (TEA), è ambientato a Venezia nel 1753.

Durante il Carnevale, Marco Leon, agente segreto dell’Inquisizione di Stato, indaga su un duplice delitto avvenuto nel teatro Sant’Angelo nel corso della rappresentazione della Locandiera di Carlo Goldoni. Le due vittime, un giovane patrizio e un attore della compagnia, sono apparentemente prive di legami. Ma il doppio omicidio è solo una coincidenza? O si tratta di due pedine che fanno parte dello stesso gioco? E quale può essere il ruolo di una delle famiglie più importanti di Venezia in questa vicenda?

Paolo Lanzotti I guardiani della laguna

A mano a mano che le indagini procedono, tra interrogatori, inseguimenti in gondola e agguati, il caso assume tratti sempre più complessi. Grazie a un intuito fuori del comune e all’aiuto dei suoi uomini, Leon cerca di comporre il mosaico per trovare il colpevole di un crimine che, ne è certo, potrebbe mettere a rischio il destino della Serenissima

Tra calli, canali, maschere e qualche incursione nel dialetto, Paolo Lanzotti trasporta lettori e lettrici in una città dall’antico fascino ai tempi in cui era ancora una Repubblica.

 

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