Negli Usa fa discutere la lista di “15 letture per l’estate” pubblicata dal Chicago Sun-Times, piena di errori dovuti alla mancata verifica dei contenuti prodotti con il supporto dell’intelligenza artificiale…

Un giorno sì e l’altro pure si parla dell’impatto del crescente utilizzo dei modelli di intelligenza artificiale a svariati livelli, dal mondo del lavoro a quello delle ricerche online, passando per la scrittura e il giornalismo, e l’elenco potrebbe continuare per intere pagine. Com’è ovvio, le polemiche e le opinioni divergenti non mancano.

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summer reading

In questo caso, a far discutere è una testata giornalistica Usa, il Chicago Sun-Times, che ha pubblicato un articolo (non firmato, anche se poi il nome dell’autore verrà fuori) scritto con il supporto dell’IA (pieno di errori, evidentemente legati a un mancato controllo da parte dell’autore e della redazione) in cui vengono consigliati 15 letture per l’estate.

L’autore dell’articolo, come detto, non si è accorto delle allucinazioni dell’intelligenza artificiale da cui si è fatto “aiutare”: su 15 libri suggeriti, gli incredibili errori riguardano ben 10 titoli; e se i nomi degli scrittori e delle scrittrici potrebbero essere reali, non lo sono certo i titoli delle opere e, soprattutto, le descrizioni che accompagnano ciascuna scelta.

Dopo le inevitabili polemiche, è arrivata la presa di posizione da parte della testata (la seconda più importante di Chicago): “Stiamo verificando come mai questo articolo sia stato pubblicato. Non si tratta di un contenuto editoriale, non è stato creato o approvato dalla redazione. Apprezziamo la vostra fiducia nel nostro lavoro; prendiamo la questione molto seriamente. Ulteriori informazioni saranno fornite a breve…”.

Nell’attesa delle scuse, su 404media è arrivata l’ammissione dell’autore del “contenuto”: “A volte utilizzo l’intelligenza artificiale, ma controllo sempre il risultato finale prima della pubblicazione. Questa volta non l’ho fatto… La colpa è al 100% mia, sono in imbarazzo”.

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Per approfondire il caso suggeriamo la lettura dell’articolo di niemanlab.org che, tra le altre cose, fa notare come il grave errore arrivi dopo anni di tagli da parte delle testate giornalistiche alle loro redazioni culturali (negli Usa, e non solo, sono continui i tagli legati alla copertura del settore librario; con pochissime eccezioni, tra cui, ovviamente, il New York Times).

E se, nel mondo del giornalismo online è crescente, dagli Stati Uniti all’Europa, la preoccupazione per l’impatto  dell’intelligenza artificiale (a livello di scrittura dei contenuti e di visibilità degli articoli stessi, visto che sempre più utenti si accontentano delle risposte brevi – e non sempre corrette o aggiornate – di AI Overview di Google, ChatGPT & co., senza approfondire sui siti), il problema evidentemente riguarda anche le testate cartacee, e addirittura le pagine culturali

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