Da un lato lo strapotere del gruppo Mondadori, albo d’oro alla mano. Dall’altra le tre vittorie di Einaudi nelle ultime quattro edizioni. Senza dimenticare che l’ultimo successo di una scrittrice al premio Strega risale al lontano 2003. Giovedì si assegna il riconoscimento letterario più ambito, e tra Helena Janeczek e Marco Balzano sembra prospettarsi una sfida all’ultimo voto (o quasi)…

Giovedì sera, 5 luglio, nell’affollata e accaldata notte romana del Ninfeo di Villa Giulia, si assegna il premio Strega, il riconoscimento letterario più ambito e (un tempo?) discusso. Anche quest’anno, infatti, come nella precedente edizione, vinta nettamente da Paolo Cognetti con Le otto montagne, lo Strega non è stato accompagnato dalle consuete polemiche. Eppure, a gennaio sono arrivate significative novità nel regolamento del premio che, però, non riguardano l’ultima votazione, quella decisiva. Come ogni anno, tutte le case editrici, grandi, medie e piccole, cercano dunque di raccogliere preferenze tra gli Amici della Domenica per i propri candidati.

A differenza di quanto avvenne nel luglio scorso, giovedì potrebbe prospettarsi una sfida all’ultimo voto (o quasi), che allo Strega ormai purtroppo manca da un po’: Helena Janeczek, entrata al primo posto in cinquina con La ragazza con la Leica (Guanda), se la giocherà con il candidato Einaudi Marco Balzano, autore di Resto qui, giunto secondo (distanziato di pochi voti) nella semifinale andata in scena lo scorso 13 giugno a Casa Bellonci. E sarà interessante capire chi, tra Sandra Petrignani (La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg, Neri Pozza), Lia Levi (Questa sera è già domani, Edizioni E/O) e Carlo D’Amicis (Il gioco, Mondadori) otterrà più preferenze, togliendone di preziose ai due favoriti. Tra i tre, come del resto in cinquina, quello della Petrignani resta il nome più forte per il terzo gradino del podio.

In teoria l’allargamento del numero di votanti voluto dalla Fondazione Bellonci ha reso meno prevedibile il nome del vincitore. Ma basta scorrere l’albo d’oro del premio, limitandosi all’ultimo ventennio, per rendersi conto che lo Strega finora è stato dominato dalle case editrici del gruppo Mondadori, strapotere che in più occasioni ha fatto discutere. I dati sono dati, nonostante l’ex numero uno di Mondadori Gian Arturo Ferrari, attuale consulente di Segrate, interpellato dall’Espresso abbia cercato di difendere le annuali vittorie del suo gruppo, pur dichiarando, alla sua maniera, che lo Strega resta “un premio istituzionale che rappresenta la società italiana nelle sue luci e ombre”. Tra l’altro, come ha ammesso lo stesso Ferrari, “l’allargamento della platea elettorale è ininfluente. Vincono gli stessi che avrebbero vinto con l’elettorato ristretto…”.

A proposito di statistiche, non si può non notare che nelle ultime quattro edizioni del premio Strega la casa editrice Einaudi, parte del gruppo Mondadori, ha vinto ben tre volte (Francesco Piccolo, Nicola Lagioia e il già citato Cognetti). Per l’ultima vittoria di una scrittrice, invece, si deve risalire addirittura al lontano 2003, con Melania Gaia Mazzucco. Premesso che a vincere il premio dovrebbe essere in ogni caso il libro migliore (e quest’anno, in cui, come detto, non ci sono state polemiche, e anche per questo si è parlato delle storie raccontate dagli scrittori più che nel recente passato), entrambi i dati fanno riflettere…