Le polemiche sull’Italia ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte continuano. Oltre 40 tra scrittrici e scrittori, attraverso una lettera aperta, in cui citano il caso-Saviano (“Un’esclusione troppo vistosa per non essere un atto deliberato”), si rivolgono al direttore della Frankfurter Buchmesse Jürgen Boos e al presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta, esprimendo preoccupazione e “disagio” per una “volontà esplicita di ingerenza sempre più soffocante della politica negli spazi della cultura” – Il testo completo della lettera e l’elenco dei firmatari, che parlano di “forme più o meno esplicite di censura”, di “attacchi personali volti al discredito e in un uso spregiudicato delle querele ai danni di scrittori, giornalisti e intellettuali da parte di chi occupa posizioni di potere”. Arriva la risposta di Cipolletta, in accordo con il commissario Mauro Mazza: “Accogliamo la richiesta delle autrici e degli autori di aggiungere momenti di dibattito alle occasioni già individuate”

Dopo il botta e risposta di fine maggio tra Roberto Saviano e il commissario Mauro Mazza, e le tante prese di posizione delle scorse settimane (qui i dettagli, ndr), si torna a discutere dell’Italia ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte.

In una lettera aperta (di cui è stata anticipata una bozza), frutto di una “discussione collettiva”, un gruppo di autrici e autori italiani si rivolge alla Buchmesse e all’Associazione Italiana Editori.

Qui di seguito il testo della lettera e l’elenco dei firmatari:

Gentile Direttore della Frankfurter Buchmesse Jürgen Boos,
Gentile Presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta,

Siamo felici e onorati che l’Italia sia il paese ospite della Buchmesse 2024. Come scrittrici e scrittori, conosciamo bene l’importanza unica di questa occasione, che non si presentava all’Italia da decenni e non si ripresenterà per chissà quanto tempo. L’abbiamo attesa con trepidazione.

È proprio la consapevolezza di questa importanza che ci porta oggi a scrivervi per manifestare la nostra preoccupazione.

Ognuno di noi avrebbe desiderato, durante la permanenza a Francoforte, di interagire con i protagonisti e le protagoniste dell’editoria tedesca e non solo, con i nostri colleghi europei e internazionali, in un momento storico in cui abbiamo più bisogno che mai di sentirci appartenenti a una cultura unica. Invece, l’Italia sarà presente alla Buchmesse in modo insulare, tramite un programma di duetti fra autori italiani, un’anomalia che sappiamo avere pochi precedenti nella storia dei paesi ospiti e che denota una mancanza grave di strategia culturale ed editoriale da parte della commissione straordinaria incaricata in Italia. Solo l’iniziativa dei singoli autori e dei loro editori tedeschi permetterà di ovviare almeno in parte a questa impostazione sconsiderata.

Caro Direttore, caro Presidente, avrete seguito il dibattito scaturito dalla conferenza stampa, quando molti di noi sono venuti a conoscenza dell’esclusione di Roberto Saviano dalla delegazione italiana. Un’esclusione troppo vistosa per non essere un atto deliberato. Il commissario Mazza ha fornito una risposta che ha lasciato molti di noi indignati, tanto che alcuni invitati hanno deciso di non partecipare alla delegazione. Il tentativo maldestro di spiegare l’esclusione con motivazioni burocratiche non ha fatto che avvilirci ulteriormente. Sebbene la Buchmesse abbia reagito subito invitando Saviano, il vulnus è stato profondo per molti di noi, e rimane.

Da quel momento abbiamo avviato un processo di discussione collettiva, a cui hanno partecipato molte e molti dei delegati italiani insieme ad altri colleghi, un processo inusuale per scrittori e scrittrici, l’esito del quale è anzitutto questa lettera che vi rivolgiamo.

Ciò che vorremmo fosse manifesto è che «l’incidente Saviano alla Buchmesse» non è un evento isolato in Italia. S’inscrive in una sequenza di prevaricazioni, di forme e gravità diverse, alle quali assistiamo negli ultimi due anni e delle quali spesso siamo l’oggetto, eventi singoli che mostrano una volontà esplicita di ingerenza sempre più soffocante della politica negli spazi della cultura. Tale ingerenza si esplica non solo nell’occupazione sistematica di ogni ruolo decisionale nella cultura secondo criteri di fedeltà politica, ma anche in forme più o meno esplicite di censura, in attacchi personali volti al discredito e in un uso spregiudicato delle querele ai danni di scrittori, giornalisti e intellettuali da parte di chi occupa posizioni di potere.

Tutto questo, pensiamo, è inaccettabile all’interno dell’Europa in cui crediamo. Ed è inconciliabile con un’espressione sana della democrazia.

L’esito delle ultime elezioni europee ha aggiunto a queste considerazioni sull’amara condizione della cultura italiana un senso di inquietudine per ciò che potrebbe accadere in futuro in altri paesi. E ci spinge a condividere con voi – e tramite voi con tutta la comunità di autori e lettori, con tutto il mondo editoriale – il nostro disagio.

Per questo, siamo qui a chiedere la possibilità di un momento di incontro pubblico con scrittori e scrittrici tedeschi, e più in generale internazionali, durante la Buchmesse 2024, nel quale discutere proprio di questi argomenti, al di fuori degli spazi limitati che sono stati disegnati dalla commissione italiana per noi.

Cordialmente,

Viola Ardone
Silvia Avallone
Andrea Bajani
Marco Balzano
Guido Barbujani
Franco Buffoni
Giulia Caminito
Olga Campofreda
Teresa Ciabatti
Mauro Covacich
Maurizio De Giovanni
Mario Desiati
Donatella Di Pietrantonio
Claudia Durastanti
Antonio Franchini
Vins Gallico
Paolo Giordano
Igort
Helena Janeczek
Nicola Lagioia
Vivian Lamarque
Ginevra Lamberti
Vincenzo Latronico
Dacia Maraini
Beatrice Masini
Melania Mazzucco
Francesca Melandri
Daniele Mencarelli
Marco Missiroli
Valeria Parrella
Rosella Postorino
Paolo Rumiz
Roberto Saviano
Antonio Scurati
Gianluigi Simonetti
Fabio Stassi
Emanuele Trevi
Chiara Valerio
Carlo Vecce
Alessandro Veronesi
Alice Urciuolo

La risposta di Cipolletta (AIE), in accordo con il Commissario Mauro Mazza: “Accogliamo la richiesta delle autrici e degli autori di aggiungere momenti di dibattito alle occasioni già individuate”

“Abbiamo ricevuto una lettera da un gruppo di autrici e autori italiani. Stiamo condividendo con la Buchmesse una risposta: accoglieremo la richiesta delle autrici e degli autori di aggiungere momenti di dibattito alle occasioni già individuate”. Così il presidente dell’Associazione italiana Editori (AIE) Innocenzo Cipolletta. “Abbiamo sempre lavorato perché tutti gli autori e le autrici si sentissero a casa, e continuiamo a lavorare con questo spirito – prosegue nella nota –. Tutti coloro che hanno ricevuto e accolto l’invito a partecipare alla Buchmesse potranno esprimersi liberamente nel padiglione italiano durante gli incontri in programma che, come già previsto, vedranno personalità tedesche nel ruolo di mediatori e moderatori tra il pubblico internazionale e gli autori stessi. In aggiunta stiamo raccogliendo le richieste degli editori stranieri, in particolare tedeschi, per valorizzare ulteriormente la presenza autoriale italiana a Francoforte”. “Il mondo del libro  ha come presupposto la massima libertà di espressione delle idee e da questa libertà trae le forze per permettere al libro di essere ancora oggi il più efficace strumento di diffusione del pensiero. La Buchmesse è largamente l’evento più rappresentativo di questo contesto: con lo scambio dei diritti sulle opere a livello internazionale, le idee escono dai confini nazionali e si diffondono globalmente. Per questo siamo lieti di aggiungere, anche in accordo con il Commissario Mauro Mazza, un momento di dibattito alle occasioni già individuate, come richiesto dai firmatari della lettera”.

Paolo Giordano dopo la nota dell’AIE: “Se ci sentiamo a casa? Ci sentiamo a casa, sì, grazie, forse anche troppo”

“Posso commentare solo a titolo personale per il momento. Sono lieto che il presidente dell’AIE accolga la richiesta di un evento aggiuntivo. Ma è anche la parte della lettera che definirei facile. Più difficile è ciò che nella lettera viene detto sul contesto, sulle ingerenze della politica negli spazi della cultura, e in particolare sulle querele. Su tutto questo non vedo risposta né, purtroppo, solidarietà. Se ci sentiamo a casa? Ci sentiamo a casa, sì, grazie, forse anche troppo”, replica lo scrittore Paolo Giordano, tra gli autori più attivi in questa discussione.

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