“Creare una sinergia innovativa e fruttuosa tra i nuovi strumenti della comunicazione digitale e il giornalismo culturale di ampio respiro… dar vita a un racconto collettivo che produca conoscenza e sapere in grado di avvicinare un pubblico ampio e variegato”. Con questi ambiziosi obiettivi debutta la nuova rivista culturale digitale “Lucy”, diretta da Nicola Lagioia, presieduta da Paolo Benini e affidata a Irene Graziosi. Spazio ad articoli, podcast, interviste, reportage, longform, fumetti, videolezioni e meme. Tra le firme del primo numero monografico, Annie Ernaux e Domenico Starnone – I particolari sul progetto (che, dopo una fase iniziale gratuita, prevederà un abbonamento)

Debutta una nuova rivista culturale digitale, con sede a Milano. Si chiama Lucy, e viene presentata come una “rivista multimediale dedicata alla cultura, alle arti e all’attualità”. A dirigerla, lo scrittore e direttore del Salone del Libro di Torino Nicola Lagioia. A presiedere la rivista, Paolo Benini, co-fondatore della casa editrice Add, mentre a Giorgio Gianotto va la Direzione generale del progetto.

Lucy, la cui responsabilità editoriale è affidata a Irene Graziosi, è disponibile sul sito lucysullacultura.com, su Instagram, Facebook, Youtube e Spotify.

Viene definita una realtà multicanale, che punta a proporre “contenuti inediti sul mondo culturale, artistico e sui principali eventi di attualità italiani e internazionali“. Lucy “ha l’intento di creare una sinergia innovativa e fruttuosa tra i nuovi strumenti della comunicazione digitale e il giornalismo culturale di ampio respiro“.

Oltre alle informazioni culturali quotidiane, Lucy avrà dei “numeri monografici”: ogni mese sarà selezionato un tema centrale che guiderà le discussioni di tutti i contenuti sulle varie piattaforme: podcast, interviste, reportage, longform, fumetti, videolezioni, meme. “L’obiettivo è quello di sviscerare un argomento, così da aiutare il pubblico a capirlo meglio, inquadrandolo da varie prospettive”. L’intento, ambizioso, è di “creare un racconto collettivo che produca conoscenza e sapere, in una modalità del tutto nuova, in grado di avvicinare un pubblico ampio e variegato“. I visitatori potranno, a loro scelta, decidere di approfondire una questione tramite un video sul canale Youtube, un post su Instagram o un articolo sul sito. “Lucy mira a interpretare il suo tempo, sfruttando i mezzi che più lo rappresentano, per divenire un punto di riferimento per un target eterogeneo”, si legge sempre nella presentazione.

Il tema del primo monografico di Lucy è “Quello che non so di te”. Tra i contributi, quelli di Elisabetta Bianchi, Giulia Cavaliere, Mauro D’Alonzo e Andrea Piva, Annie Ernaux, Damon Galgut, Gipi, Telmo Pievani, Domenico Starnone, Giovanna Tinetti, Nadeesha Uyagonda e Serena Vitale.

Gli ideatori anticipano che ogni contributo “sarà adeguatamente retribuito. Per gli stessi motivi, dopo una fase iniziale gratuita, per accedere ai contenuti della rivista sarà necessario abbonarsi“.

Per il direttore editoriale Lagioia “Lucy è uno spazio di approfondimento e scambio di idee. Fondamentalmente è un posto in cui incontrarsi, fare esperienza, crescere insieme attraverso la cultura e le arti. È una factory, una scuola, una festa, un canto di libertà. È anche un ponte tra generazioni, visto che buona parte della sua realizzazione è affidata a persone più giovani di chi l’ha messa su. I libri, il cinema, la musica, l’arte… per tutta la vita ho contribuito ad animare comunità intorno a questi che sono degli strumenti non solo di conoscenza, ma prima ancora di emancipazione, di trasformazione, di liberazione. Ho sognato a lungo un progetto come Lucy, e adesso Lucy c’è”.

Lagioia è anche il protagonista di Fare un fuoco, il podcast di Lucy scritto e condotto da Lagioia, che racconta come le storie continuano ad accendere la nostra immaginazione. Ogni venerdì, a partire dal 3 febbraio, una nuova puntata su Spotify, Spreaker e Apple Podcasts.

Il presidente Paolo Benini spiega: “Quando con Nicola Lagioia e Giorgio Gianotto ci siamo incontrati per iniziare a parlare di Lucy ho subito pensato che fosse il progetto imprenditoriale più affascinante della mia vita. Vogliamo provare a incidere sulla vita culturale, sociale e politica del nostro Paese attraverso la cultura. Il piacere di conoscere, l’approfondimento, lo scambio di idee e di progetti con uno sguardo aperto sul mondo sono l’anima dello sviluppo della nostra specie e con Lucy vogliamo portare un contributo originale e incisivo”.

Lucy prende il nome dall’australopiteco scoperto in Etiopia il 24 novembre 1974 da un gruppo di paleontologi, che rinominarono così l’ominide in onore di Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles, canzone che avevano ascoltato e cantato più volte prima del ritrovamento. “Come gli scienziati che riportarono alla luce la nostra più celebre antenata ascoltando un capolavoro musicale, la rivista Lucy illumina un nuovo modo di fare cultura e vuole essere trait d’union tra ricerca e creatività, in un discorso che miri a mostrare in maniera chiara la complessità del reale, senza appiattirla. Per questo, la rivista sarà la casa di contributi di vario genere, dalla filosofia alla scienza, dall’economia alla letteratura, dall’astrofisica alla politica e alla sociologia, tutti firmati da collaboratori esterni di fama rinomata o da brillanti emergenti”.

Inoltre, “una delle aspirazioni di Lucy è quella di creare una comunità, motivo per cui, oltre ai contenuti proposti sulle piattaforme, nel tempo verranno organizzati degli eventi in presenza, come seminari e incontri, per rafforzare lo scambio tra la rivista e le persone”.

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