Complice l’emergenza sanitaria, il 2020 è stato l’anno in cui la transizione digitale ha accelerato con forza anche nel settore editoriale: stravolgendo le abitudini dei lettori, così come i processi interni all’industria. Gli italiani sono tornati a leggere più di prima, ma in modo diverso (cala, infatti, il numero di chi legge solo testi cartacei): è quanto emerge dai tantissimi dati e grafici contenuti nel “Libro bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia (2020-2021)” del Cepell, realizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori. Il 2021 è iniziato bene: le vendite dei volumi cartacei nel trade (librerie, Gdo, negozi online) hanno registrato una crescita del 25% nelle prime 8 settimane – I particolari

In molti settori della società – industriali, economici, culturali – il 2020 sarà ricordato come un anno di transizione. Un periodo in cui l’impatto dell’emergenza pandemica ha attivato (o accelerato) una radicale trasformazione nei paradigmi, nei processi, nelle abitudini quotidiane. Questo discorso vale anche per il libro e la lettura, come emerge dalla fotografia scattata dal Libro bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia (2020-2021), la ricerca voluta dal Centro per il libro e la lettura e realizzata dall’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Editori.

Un’analisi (che si può leggere qui) che da un lato mostra la resistenza della pratica della lettura in Italia anche durante la pandemia: pur nel mezzo di tempestose trasformazioni tecnologiche e nelle abitudini dei consumi dei cittadini, rese ancora più evidenti nel contesto di emergenza dei mesi scorsi, il libro conferma il suo ruolo speciale, solido e rilevante nella dieta culturale della società.

Un messaggio non solo simbolico, ma molto concreto: quasi un invito alla riflessione, nel momento in cui siamo chiamati a voltare pagina e a guardare avanti. Dall’altro lato il Libro bianco fornisce elementi utili proprio in ottica futura, per l’avvio di una ripartenza che nel 2021 sarà sostenuta dal Centro per il libro e la lettura con interventi per oltre 35 milioni di euro.

Se n’è parlato oggi nell’incontro organizzato dal Centro per il libro e la lettura a cui hanno preso parte il Ministro della Cultura Dario Franceschini, il presidente del Centro per il libro e la lettura Marino Sinibaldi (che lascia la direzione di Radio3 per la pensione, ndr) e il direttore Angelo Piero Cappello, il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi, il curatore del Libro bianco Giovanni Peresson (Ufficio Studi di AIE) e il capogruppo del Partito Democratico in Commissione “Cultura, scienza e istruzione” alla Camera dei deputati Flavia Piccoli Nardelli, ideatrice della “legge sul libro” entrata in vigore un anno fa (Legge 15 del 13 febbraio 2020), introdotti e moderati da Paolo Conti del Corriere della Sera.

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Nel corso dell’incontro si è sottolineato il ruolo che nei prossimi mesi sarà svolto dal Centro per il libro e la lettura. Il Centro gestisce il Fondo per l’attuazione del Piano Nazionale d’Azione per la promozione della lettura, che tra il 2020 e il 2021 prevede il finanziamento di progetti e iniziative per oltre 35 milioni di euro, di cui 8,7 milioni attraverso bandi pubblici e convenzioni e gli altri distribuiti nel rifinanziamento della Carta Cultura e nell’aiuto a piccoli editori, traduttori e traduzioni italiane all’estero.

Avviata a maggio del 2020 e conclusasi a gennaio del 2021, la ricerca del Libro bianco ha preso in esame il settore editoriale e del libro in Italia, analizzando i consumi dei lettori durante le diverse fasi della pandemia, le misure di sostegno adottate dal Governo e dal Parlamento, il modo in cui gli editori hanno reagito di fronte all’emergenza e fornendo così una serie di elementi utili allo sviluppo di nuove strategie per la promozione della lettura.

Il primo dato importante che emerge dallo studio è la capacità di resistenza del settore: sia dal punto di vista dei dati di mercato che da quello del valore che viene attribuito al libro e alla lettura dai cittadini. Gli indicatori rivelano che, dopo una contrazione della lettura durante i mesi del primo lockdown (più sensibile se si considerano solo i libri a stampa, più limitata se si tiene conto anche degli ebook), gli italiani sono tornati a leggere con un’intensità ancora maggiore rispetto al periodo precedente alla pandemia. In valori assoluti e considerando la lettura nel suo complesso (libri, ebook, audiolibri), la popolazione dei lettori in Italia è cresciuta dai 26,3 milioni di individui dell’ottobre 2019 ai 27,6 milioni dell’ottobre 2020. Anche il fatturato complessivo del settore ha fatto registrare un dato positivo: +2,3 a fine 2020, con una tendenza in crescita anche nelle prime otto settimane del 2021 (+25% nei libri a stampa).

Come sintetizza l’Ansa,  dopo un’iniziale flessione, con il primo lockdown, gli italiani sono tornati a leggere più di prima, ma comunque in modo diverso: la quota di popolazione che legge solo libri a stampa è passata dal 38% del 2019 al 29% del 2020. I lettori solo digitali (ebook e audiolibri) sono passati dal 3% al 6% e quelli che utilizzano sia il libro a stampa che ebook e audiolibri dal 17% al 26%. A ottobre 2019, il tasso di lettori italiani che avevano letto un libro, anche solo in parte, a stampa o in formato ebook o audiolibro, era pari al 55%, nel 2020 è cresciuto al 61%, con un aumento del 5,3%.

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Diversi i fattori che hanno contribuito a questi risultati.

Da un lato, la rapida capacità riorganizzativa dei processi produttivi e di prodotto da parte degli editori: attraverso l’avvio di processi di smart working, riorganizzando l’area diritti, spostando la produzione dalla carta al digitale, rimodulando il piano editoriale e proponendo nuovi autori e nuovi titoli. Dall’altro, le misure adottate prontamente dal Governo e dal Parlamento per affrontare la crisi. Il libro è stato considerato come “bene essenziale”, con la conseguente apertura delle librerie anche durante i lockdown (misura adottata in Italia prima che in molti altri paesi europei). Il sostegno concreto alla domanda pubblica e privata si è poi sviluppato attraverso una serie di aiuti diretti agli editori, alle librerie ai traduttori.

In particolare, i finanziamenti pubblici hanno compreso 30 milioni di euro per 18App, 15 milioni di rifinanziamento per Carta cultura, 30 milioni di fondo per gli acquisti delle biblioteche di pubblica lettura, 10 milioni di aiuti ai piccoli editori, 12 milioni agli editori turistici e d’arte, 10 milioni di crediti d’imposta alle librerie, 5 milioni in aiuti ai traduttori.

In un’ottica di sostegno e ripartenza, come detto, importante sarà nei prossimi mesi il ruolo del Cepell. Il Centro gestisce il Fondo per l’attuazione del Piano Nazionale d’Azione per la promozione della lettura, che tra il 2020 e il 2021 prevede il finanziamento di progetti e iniziative attraverso bandi e convenzioni per un totale complessivo di 8.700.000 euro che verranno erogati, raddoppiando l’offerta di bandi pubblici, nel corso del corrente anno per rimediare allo stop imposto nel 2020 dalla pandemia.

“Voltare pagina” significa tenere conto delle tendenze in corso nella società e nei consumi culturali e, conseguentemente, adottare nuove politiche di intervento, nuovi regimi di sostegno, nuove modalità di erogazione di fondi e contributi: e, in questo, il Centro per il libro e la lettura è chiamato a giocare un ruolo molto più attivo. Se la fotografia che emerge dal Libro bianco è dunque quella di un settore che ha resistito meglio di altri all’impatto della pandemia, la ricerca non ne nasconde le debolezze (comprese quelle precedenti all’emergenza e legate a ragioni storiche, linguistiche, strutturali). E soprattutto, indica con chiarezza il terreno e le nuove sfide che il libro e la lettura si troveranno ad affrontare nei prossimi mesi e anni.

Complice l’emergenza sanitaria, il 2020 è stato l’anno in cui la transizione digitale ha accelerato con forza anche nel settore editoriale: stravolgendo le abitudini dei lettori, così come i processi interni all’industria. Tra i dati contenuti nel Libro bianco, spiccano il notevole aumento della platea di lettori di ebook (dal 20% al 32% della popolazione tra i 15 e i 74 anni, contando sia chi legge solo ebook, sia chi li alterna ai libri di carta), il decollo del comparto degli audiolibri, l’impetuoso sviluppo del prestito bibliotecario digitale (+250% durante il primo lockdown, +103% a dicembre 2020), oltre a tutta una serie di innovazioni tecnologiche che si sono innestate a vari livelli della filiera editoriale: dallo sviluppo di piattaforme di scambio di diritti che hanno sopperito alla chiusura delle principali fiere professionali internazionali a quello di piattaforme didattiche scolastiche e universitarie per la didattica a distanza.

“I dati contenuti nel Libro bianco ci dicono che l’emergenza ha portato molte persone a riscoprire gli spazi e i tempi della lettura. Adesso ci attende una grande fase di sperimentazione”, ha affermato il Ministro della Cultura Dario Franceschini. “Come abbiamo fatto nei mesi scorsi, fin dal momento in cui abbiamo deciso di tenere aperte le librerie nelle zone rosse, trasmettendo il messaggio del libro e della lettura come beni essenziali, noi continueremo a supportare l’intera filiera editoriale con risorse importanti e interventi concreti. A questo proposito, abbiamo già insediato al Ministero un tavolo per scrivere una legge che aiuti l’industria del libro in tutte le sue parti, esattamente come avviene già con il cinema”.

“Il dato resistente della lettura va interpretato anche come reazione di fronte alla situazione drammatica della pandemia. Evidentemente nei libri e la lettura abbiamo cercato, se non delle risposte, un modo per mettere ordine alle domande, alle inquietudini, alle angosce di questo momento particolare”, ha sottolineato Marino Sinibaldi: “Di fronte al moltiplicarsi di possibilità e piattaforme digitali che tutti in questi mesi abbiamo sperimentato, il fatto che la lettura mantenga e forse accresca il suo spazio se può essere un dato incoraggiante anche sul piano economico e industriale è soprattutto molto significativo dal punto di vista psicologico, culturale e, verrebbe da dire, morale”.

“Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo di analisi, fornendo scenari e dati che permettono di assumere decisioni politiche efficaci perché informate”, ha aggiunto Ricardo Franco Levi. “I buoni dati di inizio 2021, con le vendite dei libri a stampa nel trade (librerie, Gdo, negozi online) in crescita del 25% nelle prime otto settimane, ci confermano che la strada intrapresa è quella giusta: il sostegno delle istituzioni, unito alla capacità di innovazione degli editori e di tutta la filiera del libro, possono dare un grande contributo alla crescita della lettura e quindi dello sviluppo culturale ed economico del Paese”.

“A un anno di distanza dalla sua entrata in vigore, possiamo dire che la legge per la promozione alla lettura sta dando risultati molto positivi, pur nelle difficoltà della pandemia, sostenendo la filiera, rafforzando il mercato e riconoscendo il ruolo fondamentale dei libri e della lettura per la cultura del nostro Paese”, dichiara Flavia Piccoli Nardelli.

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