Per la prima volta, dopo 37 anni, il Seminario della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri si è svolto online, a causa della pandemia. Ancora una volta il convegno ha rappresentato un’occasione per analizzare quanto accaduto nel mondo del libro nell’anno precedente (in questo caso il 2020 segnato dalla pandemia), ma anche per prevedere le tendenze per il prossimo futuro. Abbiamo sintetizzato i principali interventi (dalla Francia, dalla Germania, dalla Polonia, dal Regno Unito e, ovviamente, dall’Italia), in cui non mancano i dati sul mercato (tra ecommerce in ascesa – con Amazon a dominare – e resistenza delle librerie di quartiere)

Per la prima volta, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, il Seminario della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri si è svolto online, via Zoom, dopo 37 edizioni consecutive alla Fondazione Cini di Venezia.

Inevitabile un po’ di nostalgia per l’atmosfera intima che ogni anno si crea nella città lagunare tra i partecipanti al tradizionale appuntamento di fine gennaio (chi negli anni ha preso parte all’appuntamento ne è consapevole). “Ma a Venezia torneremo“, annuncia all’inizio della giornata Achille Mauri, presidente della Scuola, sottolineando l’unicità di questa edizione.

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Certo, tra i meriti della modalità esclusivamente digitale c’è quello di permettere a numerosi addetti ai lavori dall’estero di seguire il Seminario 2021 (mentre va ricordato che, da sempre, la Scuola ha ospitato dal vivo importanti ospiti internazionali; non si tratta quindi di una novità di quest’anno, ma semmai della conferma dell’approccio internazionale dell’evento in questione).

In oltre 1200 hanno seguito da tutto il mondo il Seminario 2021.

COM’È ANDATO IL MERCATO DEL LIBRO NEL 2020 SEGNATO DALLA PANDEMIA?

C’era molta attesa per la presentazione dei dati sul mercato del libro nel 2020, segnato dal Covid e dai lockdown (qui tutti i dettagli).

Come di consueto le cifre aggiornate sono state comunicate in occasione del Seminario della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, e sono state presentate da Ricardo Franco Levi (presidente dell’Associazione Italiana Editori), in un incontro moderato da Giovanna Zucconi, che ha visto protagonista anche Paolo Ambrosini, presidente dell’Associazione Librai Italiani.

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In estrema sintesi, nell’anno della pandemia, in cui non sono certo mancate le preoccupazioni tra i protagonisti della filiera del libro, l’editoria “di varia” in Italia è cresciuta (a valore) del 2,4% (in leggero calo le copie vendute).

Si tratta di una delle migliori performance a livello europeo.

Crescono del 37% gli ebook e del +94% gli audiolibri. In difficoltà le librerie di catena, mentre le vendite online (con Amazon a dominare) valgono ormai il 43% del totale.

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Il dato positivo italiano (+0,3%), esclusi ebook e audiolibri, è superiore a quello di Francia e Germania, che calano rispettivamente del -2% e del -2,3% e poco inferiore a quello spagnolo (+1%). Regno Unito (+5,5%), Olanda (+7%) e Finlandia (+2%) – tra i Paesi che a oggi sono in grado di fornire questi dati – fanno significativamente meglio dell’Italia, mentre crolla il Portogallo (-19%).

Regno Unito, Olanda e Finlandia sono rappresentativi di un Nord Europa che è andato molto bene grazie alla concentrazione dei consumi culturali sul libro e alla crescita impetuosa dell’e-commerce; il caso del Portogallo non differisce invece da quello di altri paesi del Sud ed Est Europa dove l’e-commerce è ancora poco sviluppato. Il calo delle vendite in libreria è l’elemento, preoccupante, che accomuna tutti i paesi dell’Unione.

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Sul sito dell’Aie è possibile scaricare le slide della presentazione

“È stata l’apertura delle librerie durante l’ultimo lockdown a fare la differenza”, ha evidenziato Levi.

Lo stesso presidente dell’Aie ha sottolineato la “voce unica” con cui si proposto il mondo del libro (con le varie associazioni protagoniste). E ha parlato dell’impegno “degli editori – che nei mesi più difficili hanno continuato a investire -, dei librai, del Governo e del Parlamento che hanno varato un vasto piano di aiuti e scelto di considerare per la prima volta il libro bene essenziale, permettendo così di tenere aperte le librerie durante i lockdown”.

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Per entrare nello specifico, è stato sottolineato il ruolo del rifinanziamento e dell’integrazione del fondo 18App, così come quello della misura che ha permesso alle biblioteche pubbliche di rimpinguare gli scaffali e acquistare nuovi titoli. A proposito di novità dell’anno appena trascorso, c’è stata anche l’entrata in vigore della nuova normativa sugli sconti (qui i dettagli sulla nuova legge sul libro, ndr).

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GLI ELEMENTI DI PREOCCUPAZIONE

Certo, non mancano gli elementi di preoccupazioni per il futuro (senza dimenticare le incertezze sulla situazione sanitaria e i ritardi del piano vaccinale). A proposito di difficoltà, si segnala quella dell’editoria scolastica, il cui ruolo è stato fondamentale nella didattica a distanza, e che ha avuto un anno condizionato dal limitato rinnovo delle adozioni. È andata meglio l’editoria universitaria, per la valorizzazione del libro nella didattica a distanza e perché il lockdown ha ridotto il fenomeno delle fotocopie pirata, un problema che si ripresenterà alla riapertura, aggravato dalla preoccupante crisi delle librerie universitarie. Da ricordare, infine, le difficoltà di settori molto specifici del comparto, come l’editoria d’arte, quella turistica e professionale giuridica.

Paolo Ambrosini, a nome dei librai, ha espresso preoccupazione per il ruolo dominante di un unico operatore nell’e-commerce, Amazon, “che giova di un trattamento fiscale diverso rispetto a quello delle altre imprese italiane”.

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“UNA GRANDE CAPACITÀ DI ADEGUARSI ALL’EMERGENZA SVILUPPANDO IDEE INNOVATIVE”

A proposito di questi dati, segnaliamo anche il commento dello stesso Achille Mauri: “In un momento così difficile legato alla pandemia, dobbiamo sostenere ancora di più il ruolo della lettura nello sviluppo di una società civile, innanzitutto perché molte innovazioni hanno negli ultimi decenni tolto tempo alla lettura, la pandemia ne ha restituito a tutti una certa quantità. Ci sono prove che il lettore ha letto molto di più. Ne usciremo tutti leggermente più sapienti… I dati evidenziano che le librerie e il mondo dell’editoria italiana stanno dimostrando una grande capacità di adeguarsi all’emergenza, sviluppando idee innovative al servizio della comunità“.

“L’ITALIA DEL LIBRO NEL 2020 È STATA UN MODELLO PER L’EUROPA”

Anche in questa nuova modalità, il convegno, che per il 2021 ha scelto il tema Lo stato del libro in Europa, si è confermato dunque, per editori e librai, un’occasione per confrontarsi sul presente e sul futuro del libro. In particolare, si è trattata della prima occasione pubblica per farlo dopo il 2020 segnato dalla pandemia. Un anno in cui “l’Italia del libro è stata vista in Europa come un modello a cui ispirarsi“, ci ha tenuto con orgoglio a sottolineare il già citato presidente dell’Aie Ricardo Franco Levi.

I PREMI E LE BORSE DI STUDIO

La giornata è cominciata con l’assegnazione del quindicesimo Premio per Librai Luciano e Silvana Mauri alla Libreria Il Trittico di Milano di Pietro Linzalone, e della seconda Borsa di lavoro Nick Perren a Ilaria Marinelli della Libreria Centofiori di Milano.

Ed è proseguita con la consueta presenza di Angelo Tantazzi (Prometeia), che ha analizzato numerosi dati legati al tema Proiezioni per il 2021: dove va la spesa delle famiglie italiane?.

“SOLIDO COME UNA ROCCIA. IL LIBRO NELLA PANDEMIA”

La grande editoria internazionale si è confrontata nel corso del Seminario, con gli intervenuti di Jesús Badenes (Grupo Planeta), Siv Bublitz (S. Fischer Verlag), Stefano Mauri (Gruppo editoriale Mauri Spagnol) e Arnaud Nourry (Hachette Livre), che hanno riflettuto sul tema Solido come una roccia. Il libro nella pandemia. A moderare, Porter Anderson (Publishing Perspectives).

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“Nel corso dell’ultimo anno, il libro per molti lettori ha rappresentato una fonte di conforto e rassicurazione, viste le paure per la situazione sanitaria. Allo stesso tempo, la lettura di saggi ha aiutato a comprendere le problematiche legate alla pandemia. Essendo tutti a casa, abbiamo avuto anche più tempo da dedicare alla lettura”. Stefano Mauri ha parlato della resistenza negli anni dell’oggetto libro, che ha saputo resistere anche al Covid: “Il libro ha dimostrato di essere davvero solido come una roccia, grazie all’impegno e all’intelligenza dimostrata dall’intera filiera“.

Mauri, che nel corso del suo intervento ha ricordato la perdita di Luigi Spagnol, ha ripercorso l’andamento del mercato librario nel 2020, e ha anche rimarcato le differenze con l’impatto che il Covid ha avuto per altri settori. Ha inoltre messo l’accento sull’aumento delle vendite dei classici, e ha fatto notare come, “nonostante per diverse settimane le librerie siano rimaste chiuse, non sono aumentate le rese e molti libri hanno avuto una vita più lunga”. Questo per quel che riguarda la prima parte dell’anno: “Nella seconda hanno avuto un ruolo importante le novità pubblicate“.

Dall’Italia alla Spagna con Jesús Badenes del Grupo Planeta: “La chiusura delle librerie ha portato anche da noi ha un’ascesa dell’e-commerce, e il Covid ha impattato sulle abitudini di consumo. In questo contesto anche in Spagna le librerie indipendenti hanno tenuto bene”.

Badenes ha colto l’occasione per ringraziare tutti i dipendenti del suo gruppo, che non si è mai fermato davanti alle difficoltà. Certo, non sono mancate le differenze tra Spagna, Portogallo e America Latina: “Ha influito il diverso sviluppo dell’e-commerce a livello locale”.

Ancora in Germania (dove attualmente il Paese è in lockdown) con l’analisi di Siv Bublitz di S. Fischer Verlag: “Nel complesso da noi le librerie fisiche l’anno scorso hanno perso l’8%, e il mercato in generale è sotto del 2%, eppure per la nostra casa editrice il 2020 è stato positivo, non tanto a livello di copie vendute, anche perché abbiamo deciso di spostare al 2021 una sessantina di titoli, ma perché abbiamo venduto più copie dei titoli su cui abbiamo scelto di concentrarci. Questa scelta è stata apprezzata dai librai. Va anche aggiunto che in questi mesi molta della nostra comunicazione e del nostro marketing si sono spostati online“. Con lei si è parlato anche dell’impatto di Amazon, del ruolo degli algoritmi di ricerca e del successo dei classici e dei saggi.

E si arriva in Francia con Arnaud Nourry, a capo di Hachette Livre: “Il mercato francese nel 2020 è sceso del 2%, e non credo sia un dato così negativo. Per Hachette quella appena trascorsa è stata un’annata stabile. Visto il contesto, da un lato non possiamo certo esultare, ma neppure lamentarci. Certo ha influito la chiusura delle librerie per diversi periodi”. In Francia “a giugno e luglio le vendite sono cresciute, dopo alcuni mesi di depressione. Ci si è chiesti come il mondo sarebbe cambiato, e determinati libri sono venuti in soccorso. Nel corso dell’anno è tornata protagonista la narrativa, come pure gli altri generi più in voga”. Per Nourry la Francia, a differenza del Regno Unito per esempio, “resta un Paese affezionato alle librerie fisiche e ai libri fisici, il digitale da noi continua ad avere meno presa. Credo che questa tendenza non cambierà nel post-Covid”.

“LA LIBRERIA COME BENE ESSENZIALE: SCENARI E PROSPETTIVE PER IL FUTURO”

Diversi anche i temi emersi dalla tavola rotonda sul tema La libreria come bene essenziale: scenari e prospettive per il futuro, alla quale hanno preso parte Michael Busch (Thalia), James Daunt (Waterstones e Barnes & Noble), Alberto Rivolta (Feltrinelli), Ewa Szmidt-Belcarz (Empik Group). A moderare, Alberto Ottieri (Messaggerie Italiane).

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DALLA POLONIA UNA SPINTA AL FUTURO

Si inizia con un forte sguardo al futuro: Ewa Szmidt-Belcarz, dalla Polonia, presenta Empik Group, il principale gruppo dell’Europa dell’Est (con oltre 300 negozi): “La missione del nostro gruppo, che ha 70 anni di storia, è aiutare le persone ad accedere ai libri e alla cultura”. Anche in questo caso, viene sottolineata la crescita dell’e-commerce e degli ebook (in particolare via abbonamento). “In Polonia la pandemia ha accelerato dei cambiamenti che erano già in atto; il futuro è nel digitale e nella rapidità con cui vengono adattati i modelli di business. Prevedo un accorciamento della filiera”.

IN GERMANIA SI ALLARGA LA PIATTAFORMA DI THALIA: “IL FUTURO È NELLE PICCOLE LIBRERIE LOCALI”

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Dalla Germania ha poi preso la parola Michael Busch di Thalia: “Il coronavirus non ha cambiato il nostro modello, che è certamente stato messo alla prova più di prima. Ma già da dieci anni almeno avevamo preso una certa direzione. Dal nostro punto di vista resta importante rafforzare il legame con le realtà locali, e quello diretto con i clienti. Ovviamente, più in generale, puntiamo a un aumento del numero complessivo di lettrici e lettori”.

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Thalia guarda già al post-Covid: “Nella prima metà del 2020 abbiamo riguadagnato clienti da Amazon, grazie alle consegne a domicilio. Anche in futuro i negozi saranno il punto vitale del nostro modello di business. Per questo stiamo investendo in nuovi punti di venditaVediamo un grande futuro per le librerie locali, a gestione familiare, non di grandissime dimensioni come in passato. E la tecnologia può venire in soccorso di librai, a cui la nostra piattaforma è aperta, e clienti. L’importante è restare locali”.

Importante il punto di vista di James Daunt, da anni ospite fisso sulla scuola, sia sul mercato britannico (Waterstones) sia su quello americano (Barnes & Noble), che parte da un’osservazione politica: “In Gran Bretagna siamo particolarmente sfortunati a essere governati da chi pensa che la Brexit sia una buona idea, mentre è una tragedia essere fuori dall’Europa in questa fase”.

Daunt passa poi a parlare dell’impatto del Covid e dei lockdown: “Sia con Waterstones sia Barnes & Noble nel 2020 abbiamo dovuto lavorare molto sull’online, anche con ebook e audiolibri. Ma restiamo dei librai, e dobbiamo sviluppare librerie con un carattere, una personalità, proprio perché il principale concorrente si chiama Amazon. Il nostro futuro può passare solo dai nostri negozi e dal servizio che offriamo. Certo, non è facile quando per settimane e settimane le librerie restano chiuse, anche nel periodo natalizio. In ogni caso non possiamo che continuare a investire nelle nostre librerie e nei nostri librai, e contare sulla vicinanza dei clienti, che hanno risposto molto bene nei periodi in cui le librerie sono rimaste aperte”.

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Si è poi tornati in Italia con Alberto Rivolta del gruppo Feltrinelli, con un’analisi dell’andamento del mercato. Anche nel suo caso è stato fatto notare il ruolo degli aiuti governativi. Con Rivolta, dati alla mano, si è parlato dell’inevitabile difficoltà nell’ultimo anno delle librerie nelle stazioni, negli aeroporti, nei centri commerciali e nelle zone centrali delle grandi città.

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In compenso, anche Rivolta nota un balzo dell’e-commerce (sia per LaFeltrinelli.it, sia IBS.it, sia per Libraccio.it).

E il futuro? Stando all’analisi illustrata dall’Amministratore delegato di Librerie Feltrinelli, rispetto al pre-Covid sono cambiate le esigenze delle persone e, quindi, dei clienti. Non si potrà non tenerne conto:

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“Cercheremo da un lato di rendere più digitali i nostri negozi e, dall’altra, di umanizzare il digitale“, ha annunciato Rivolta, che ha fatto l’esempio della rinnovata libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano, riaperta in una nuova veste il 24 novembre scorso.

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IL MESSAGGIO DI FRANCESCHINI

Il Seminario, organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri con il contributo di Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, e in collaborazione con l’Associazione Librai Italiani, l’Associazione Italiana Editori e il Centro per il Libro e la Lettura, si è chiuso con un messaggio inviato dal ministro dei Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini: “Proprio in occasione dell’ultimo consiglio informale dei ministri della cultura europei ho lanciato ai colleghi la sfida di un Patto Europeo per la lettura, sottolineando la necessità di un forte impegno comune dell’Unione e dei Paesi membri per la promozione della lettura, adottando strumenti di sostegno e tutela del settore delle librerie indipendenti attraverso misure economiche, di agevolazione fiscale, di sostegno e formazione alla professione dell’editoria”.

E ancora: “A causa di un sopraggiunto impegno istituzionale in queste ore concitate non potrò partecipare, come avrei voluto, alla preziosa occasione di confronto e riflessione di oggi promossa dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri sullo stato del libro in Europa. Nel nostro Paese durante la difficile fase che stiamo attraversando, segnata dalla preoccupazione per la salute e, allo stesso tempo, per il sistema economico in affanno e per le altre insidiose conseguenze della pandemia, non abbiamo fatto mancare il nostro deciso impegno per il settore con una serie di misure specifiche di sostegno. E contestualmente abbiamo avviato un percorso di dialogo, con la speranza che l’evoluzione del quadro politico non lo interrompa e con l’obiettivo di elaborare una legge organica e di sistema che, come per i provvedimenti approvati nella scorsa legislatura per il cinema e lo spettacolo dal vivo, sostenga in maniera stabile e permanente l’intera filiera, librai, editori, distributori e autori“.

Il ministro ha infine rivolto “l’augurio di buon lavoro agli organizzatori, alla Fondazione Umberto ed Elisabetta Mauri, che rappresenta un punto di riferimento e porta avanti da oltre trent’anni una meritoria attività di formazione e aggiornamento dei librai, e a tutti i prestigiosi relatori”.

IL BILANCIO FINALE DI MAURI E OTTIERI

“Invece che a Venezia la giornata congressuale della Scuola si è svolta online, e in cambio della bellezza della Serenissima abbiamo avuto ascoltatori da 29 Paesi. Pur tra le difficoltà del momento, gli editori di tutti i grandi Paesi occidentali hanno confermato che i lettori hanno espresso una domanda costante di libri, che grazie alla passione degli addetti ai lavori hanno trovato ovunque la strada per arrivare ai lettori, come l’acqua delle sorgenti al mare. Il libro è un bene necessario, tanto più quanto più profondo è lo smarrimento di questi tempi difficili“, ha dichiarato in conclusione Stefano Mauri. E Alberto Ottieri, Vicepresidente e CEO di Messaggerie Italiane e CEO di Emmelibri, ha aggiunto: “La libreria come bene essenziale conferma la Scuola per Librai UEM e la formazione ai librai un bene altrettanto indispensabile e necessario. Quest’anno, anziché l’annuale corso di perfezionamento offerto a Venezia alla Fondazione Cini, verranno organizzati corsi online durante tutto l’anno, moltiplicando gli sforzi e gli investimenti. Lavoriamo con fiducia all’innovazione nell’era fisico-digitale e all’eredità, in un mercato di nuova generazione, di una rinnovata centralità dei librai e delle librerie. Come i librai, gli editori e le catene affrontano l’attuale momento di incertezza in Europa e in Italia, e la relativa tenuta dei mercati e della lettura rinnova la nostra fiducia sul futuro del libro e dei librai. La formazione rimane al centro di una futura crescita”.

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