“Il libro al centro, ma anche il libro come ‘pretesto’ per stare insieme e fare sistema. E ogni occasione è buona per trovare un pretesto…”. La storia della libreria Libridine di Portici, in cui se entri gridando “Forza Napoli” hai lo sconto del 10%: “Non è una strategia di marketing, è solo un atto di passione per il calcio” (e per la lettura)…”

“Io sono orgoglioso di essere stato il migliore a Napoli”, dichiarava Diego Armando Maradona, grande campione della storia del calcio napoletano e mondiale. Con Maradona al Napoli la passione dei tifosi è esplosa alle stelle e, da qualche anno a questa parte, il Napoli sembra poter, vagamente, ricordare quello dei trionfi a cui El Pibe de Oro aveva abituato i tifosi.

Entrare in una libreria alla vigilia di una partita importante, urlando ‘forza Napoli’, permette tra l’altro ai clienti di ottenere il 10% di sconto sulla spesa effettuata. Succede a Portici, nella libreria indipendente Libridine, dove, con un cartello, i titolari invitano i tifosi a entrare e effettuare questo rituale da stadio, ottenendo uno sconto sui libri acquistati.

Per i lettori de ilLibraio.it, Diego Penna, titolare della piccola libreria porticense, ha raccontato com’è nata questa idea: “Semplicemente da una passione viscerale: la notte prima della semifinale di Europa League Dnipro-Napoli ero in tensione, avrei voluto fare qualcosa in più per sostenere la mia squadra, e l’unica cosa che potessi fare era incentivare le persone a urlare ‘Forza Napoli’ offrendo un piccolo sconto sugli acquisti. La mia non è una strategia di marketing, è solo un atto di passione per il calcio. Peccato che sia finita come è finita (Il Napoli è stato eliminato dalla competizione, ndr)”.

“Ad accorrere – prosegue Diego –  sono stati in tanti come tanti sono stati i ‘fischiatori’ intervenuti alla presentazione di La prodigiosa vita di Isidoro Sifflotin di Enrico Ianniello. Abbiamo invitato i nostri clienti a fischiare meglio che potevano così come il protagonista del romanzo; li abbiamo ripresi e abbiamo sottoposto il tutto all’autore che, mai come questa volta, credo sia stato felice di essere subissato di fischi. Ianniello ha scelto il miglior fischiatore e noi l’abbiamo premiato con una copia del libro”.

Il consiglio di Irvine Welsh (autore del romanzo cult Trainspotting, da poco in libreria con Godetevi la corsaGuanda) di trasformare le librerie indipendenti in centri culturali, sembra essere stato pienamente accolto dalla libreria Libridine: “Chi entra qui deve sentirsi di casa, e soprattutto deve sentirsi a casa, conferma Diego. Puntiamo molto sulla partecipazione, sulla collaborazione, sulla condivisione. Spesso gli incontri che organizziamo sono fatti su proposta di qualche amico e di qualche cliente abituale, come il ‘Biblio-Counselling’, o i laboratori di lettura per bambini dai sei mesi ai tre anni, affidati a una neuropsicomotricista e a una logopedista che gratuitamente mettono a disposizione il loro sapere e la loro esperienza”.
Diego racconta che anche il nome della libreria è nato dalla condivisione: “Anche quello è nato quasi per caso. Avevamo un po’ di idee, poi, prima di buttarci in quest’avventura, abbiamo invitato un po’ di amici a casa, e abbiamo dato il via al toto-nome.  ‘Libridine’ viene da una massima del filosofo napoletano Luciano De Crescenzo: ‘Per capire la differenza che esiste tra leggere un racconto su internet o su un libro basta chiudere gli occhi e mettere il palmo della mano prima sullo schermo e poi sulla pagina del libro. Il contatto con la carta, anche detto libridine, ci fa capire la differenza’.

Il nome della nostra libreria, e del nostro futuro, è nato da un’occasione di convivialità. Perché per noi (Diego e la moglie, ndr) questa libreria rappresenta questo: una speranza per il futuro. Due anni fa eravamo altrove, a fare altro, le nostre vite erano completamente diverse. La crisi economica, nel nostro caso, non è azzardato dirlo, è stata una benedizione. Non sappiamo domani come andrà, certo, ma questo per certi versi ci rende liberi di fare e agire in maniera spontanea.
Corsi, laboratori, presentazioni… Il libro al centro, ma il libro come ‘pretesto’ per stare insieme e fare sistema. E ogni occasione è buona per trovare un pretesto”.
“Da genitori – aggiunge Diego – quello che ci preme è essere presenti nelle vite dei nostri due figli. Strapparli ai pomeriggi davanti alla tv e all’uso smodato e acritico di smartphone e tablet è importante. Lavorare e al contempo fare i genitori è un lusso non da poco. Anche per questo abbiamo anche organizzato merende letterarie per i piccoli, grazie all’aiuto, sempre gratuito, di una maestra che ci ha regalato e ha regalato ai piccoli lettori, un pomeriggio a settimana della sua vita. In questo modo la libreria non solo diventa un punto di vendita, ma anche, e soprattutto, un luogo di ritrovo. In questo modo l’atmosfera più che familiare crea anche confidenza e ‘fidelizzazione’ da parte di chi entra anche solo per bere un caffè e scambiare quattro chiacchiere: in questi due anni di attività la nostra piccola libreria è diventata una piccola piazza al chiuso dove incontrarsi e stare insieme”.

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