A quattro anni dal bestseller “Eppure cadiamo felici”, Enrico Galiano, uno dei professori più amati d’Italia, torna in libreria con l’atteso seguito, “Felici contro il mondo”. La sua protagonista, Giada Spada, dovrà fare i conti con un momento particolarmente buio, che le chiederà di fare appello a tutte le sue risorse e alla sua creatività per riemergere – L’approfondimento

“Il mondo era un posto diverso, prima di entrarci per davvero: era possibilità, era un foglio bianco da scrivere, una pellicola tutta da impressionare con la sua luce”: iniziare a vivere, mettersi in gioco, comporta invece dei rischi, come quello di notare che tante delle foto scattate “escono sfocate, mosse, scure” (p. 24).

All’inizio del nuovo romanzo di Enrico Galiano, Felici contro il mondo (Garzanti), atteso seguito del bestseller Eppure cadiamo felici (Garzanti, 2017), ritroviamo la protagonista Gioia Spada in grande difficoltà. La sua crisi non dipende solamente da quanto abbiamo letto nella conclusione di Eppure cadiamo felici (che non riassumiamo per evitare spoiler), ma anche da eventi accaduti nel frattempo.

Copertina del libro Felici contro il mondo di Enrico Galiano

L’APPUNTAMENTO CON “LIBIVE” SULLA PAGINA FACEBOOK DE ILLIBRAIO.ITIl 22 giugno alle 18:30, Enrico Galiano presenta Felici contro il mondo con Federico Baccomo

Gioia si sente sola, abbandonata da chi le ha voltato le spalle, un leitmotiv tristemente presente nella sua vita (“Ti odio perché amare è restare, e tu te ne stai andando”, p. 53): Gioia è stata lasciata da Luca, soprannominato “Lo”, il ragazzo di cui è innamorata e con cui ha intrecciato una relazione speciale nel romanzo precedente, ma anche suo padre manca da casa ormai da tempo e non si interessa a lei.

In più, Gioia prova una profonda delusione per il suo insegnante preferito, il professore di filosofia Francesco Bove, prima un vero e proprio punto di riferimento. Il professore, con i suoi metodi di insegnamento non convenzionali, aveva avvicinato tanto i curiosi quanto i pigri, e per Gioia aveva sempre avuto una parola di incoraggiamento, senza sottrarsi alle tante domande che lei gli poneva tra i banchi di scuola.

Una scoperta scomoda sul suo passato, tuttavia, fa cadere la stima della ragazza nei suoi confronti: adesso lui è l’ennesimo adulto che predica bene, ma agisce contraddicendosi di continuo. Come fidarsi, dunque?

Se a questo aggiungiamo che i genitori di Gioia stanno attraversando una fase di separazione ben più lunga del solito, mentre la malattia di nonna Gemma si è aggravata e la donna vive ormai in una casa di riposo, capiamo che è difficile per Gioia avere qualcuno con cui confidarsi.

Persino la sua amica immaginaria, Tonia, ha smesso di “interloquire” con lei, e la sua macchina fotografica, quella con cui ha vinto un premio a scuola, giace sul fondo di uno scatolone. Non ne conosciamo la ragione all’inizio del romanzo, ma intuiamo che deve essere successo qualcosa di molto grave.

Per completare il quadro di débâcle, Gioia ha smesso di frequentare la quinta superiore più o meno a metà anno: due nuove amiche non sono più dalla sua parte; i suoi compagni sono sempre più scorretti nei suoi confronti e la delusione nei confronti del prof Bove ha portato Gioia a rifiutarsi di frequentare quell’ambiente.

Cosa è successo davvero e che cosa ha in serbo il destino per Gioia? Attorno a queste due domande Enrico Galiano struttura tutto il libro, che a tratti si occupa del passato, ricostruendo l’intervallo di tempo tra la fine di Eppure cadiamo felici e l’inizio di questo nuovo romanzo, e a tratti del presente.

Nel mondo sconvolto di Gioia l’unico punto fisso è quello delle parole: già nel primo romanzo il suo quaderno che raccoglie parole intraducibili ha affascinato tutti i lettori. Gioia sa quando sfogliare il suo dizionarietto e trarre la parola più adatta per esprimere concetti complessi o emozioni che in italiano sarebbero rese solo da lunghe perifrasi. Viceversa, alcune lingue, come ad esempio l’hindi, il giapponese, il tedesco o l’olandese, hanno una parola sola che delinea esattamente quel concetto. Anche in Felici contro il mondo le parole sono tutto e vanno usate con attenzione, perché

“non sono come i soldi, che anche se li sporchi e li stropicci poi valgono uguale: se usi male le parole, chi viene dopo non le può più dire allo stesso modo, cambiano un po’ di significato o ne perdono, e se usate troppo diventano banali, insignificanti. È per questo che Gioia ne cerca sempre di nuove: perché molte di quelle usate, quando le prende in mano, sono tutte già rovinate” (p. 54).

Tra nuovi personaggi (come un’anziana signora muta che frequenta la biblioteca dove Gioia lavora di mattina o un “Muto” che fa telefonate silenziose alla ragazza) e vecchie conoscenze (come la barista Giovanna, sempre pronta ad ascoltare la sua giovane cliente), Felici contro il mondo ci propone un percorso complesso e non lineare che porterà Gioia a conoscersi più a fondo, a fare i conti con il proprio amore per Lo e a comprendere che anche gli adulti commettono errori, ma che una soluzione spesso esiste, al di là del conflitto o del rifiuto.

Se attendiamo con ansia che per Gioia e Lo ci sia una nuova possibilità, d’altra parte speriamo anche che la protagonista trovi una propria realizzazione personale a prescindere dagli altri, facendo affidamento sulla sua grande forza interiore e sulla sua creatività. Intercettando le fragilità e le richieste di tanti adolescenti, Enrico Galiano esplora la resilienza degli affetti familiari e dell’amore, la ricerca di comprensione e l’empatia, accanto a temi scomodi come la frustrazione, il fallimento e la solitudine. Tutte realtà con cui bisogna misurarsi prima o poi, per ripartire più consapevoli, più determinati e più forti.

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