“Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti, uscito nel 2001, è un romanzo di formazione-bestseller, e ha ispirato l’omonimo film di Gabriele Salvatores. Se non l’avete ancora letto, se volete conoscere la trama o qualche curiosità, in questa scheda ripercorriamo gli aspetti principali di questa storia di amicizia, coraggio e legalità

Romanzo sulla solidarietà, la perdita dell’innocenza e il coraggio di diventare persone migliori, Io non ho paura (Einaudi Stile Libero) di Niccolò Ammaniti è un’opera ormai cult del panorama italiano contemporaneo.

Al centro del libro, come ha raccontato lo stesso autore in un’intervista a Famiglia Cristiana, c’è “la trasformazione dall’infanzia all’età adulta, una fase in cui si cambia sia mentalmente sia ­fisicamente. Si genera un conflitto tra l’educazione ricevuta e la capacità di interpretare il mondo“, che il piccolo protagonista vivrà in prima persona in maniera molto forte.

Se non avete ancora letto il libro, se volete conoscere la trama o qualche curiosità, abbiamo preparato per voi una sintetica scheda che ripercorre i punti principali di questo romanzo di formazione pubblicato nel 2001.

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Io non ho paura: di cosa parla, in breve

La storia è ambientata nella torrida estate del 1978, nella campagna di un Sud dell’Italia non meglio identificato, in cui spicca la misera frazione di Acqua Traverse.

In questo paesaggio dominato dal contrasto tra la luce abbagliante del sole e il buio della notte, Michele Amitrano, nove anni, si trova di colpo a fare i conti con un segreto terribile: sotto la botola di un vecchio casolare, è infatti recluso un bambino come lui.

Copertina del libro Io non ho paura di Niccolò Ammaniti

Si tratta di Filippo Carducci, che sta perdendo il contatto con la realtà e che crede addirittura di essere morto, ma del quale per fortuna Michele finisce per prendersi cura sempre di più durante le sue frequenti visite alla botola.

Quando scopre che al telegiornale parlano del suo rapimento e che una banda di cui fa parte anche suo padre potrebbe averlo sequestrato per motivi economici, Michele viene tradito dall’amico Salvatore, che spiffera ogni cosa a suo padre.

Nonostante le minacce ricevute, Michele viene a sapere che Filippo rischia la vita e corre in suo soccorso, facendolo scappare poco prima che suo padre arrivi e spari per sbaglio a suo figlio una gamba, per poi affidarlo sconvolto alle cure delle forze dell’ordine che sono appena sopraggiunte per arrestarlo

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Qualche curiosità su Io non ho paura di Niccolò Ammaniti

Io non ho paura, con i suoi risvolti sulla legalità e sul valore dell’amicizia, ci lascia presagire indirettamente il destino del protagonista, che capiamo essere ancora vivo solo perché – a ben pensarci – è lui a raccontare la storia in prima persona, segno che deve essersi ripreso dal tragico incidente dell’epilogo.

L’ambientazione nel 1978, peraltro, non è casuale: “Era l’anno del rapimento di Aldo Moro – ricorda l’autore nell’intervista già citata – e in quell’epoca c’erano tanti rapimenti a scopo di estorsione, che vedevano coinvolti anche fi­gli di industriali. Ricordo che quando ero ragazzino i miei genitori mi mettevano in allerta da eventuali malintenzionati“.

Nel 2003, due anni dopo l’uscita in libreria, il regista Gabriele Salvatores ha inoltre tratto dal romanzo l’omonimo film, di cui Ammaniti ha scritto la sceneggiatura insieme a Francesca Marciano e che ha vinto numerosi riconoscimenti, fra i quali un Golden Globe, due David di Donatello, due Nastri d’Argento, tre Premi Flaiano e tre Ciak d’oro.

La citazione più memorabile

Nella sua alternanza di colpi di scena, momenti più distesi e altri dedicati all’approfondimento piscologico dei personaggi, Io non ho paura è rimasto impresso nell’immaginario collettivo per alcune sue frasi iconiche, una fra tutte quella che Pino rivolge al protagonista nella prima parte dell’opera:

Piantala con questi mostri, Michele. I mostri non esistono. I fantasmi, i lupi mannari, le streghe sono fesserie inventate per mettere paura ai creduloni come te. Devi avere paura degli uomini, non dei mostri. 

Una citazione tratta dal libro Io non ho paura di Niccolò Ammaniti

L’autore

Niccolò Ammaniti, nato a Roma nel 1966, ha esordito nel 1994 con il romanzo Branchie (Ediesse, poi Einaudi), seguito dal saggio Nel nome del figlio (Mondadori, scritto con il padre Massimo), dalla raccolta di racconti Fango (Mondadori) e da Ti prendo e ti porto via (Mondadori).

La notorietà è arrivata però proprio con Io non ho paura, nel 2001, che ha vinto il Premio Viareggio per la narrativa. Da allora Ammaniti, che nel 2005 ha sposato l’attrice Lorenza Indovina, ha portato avanti il mestiere di scrittore accanto a quello di regista e sceneggiatore (anche molti altri suoi libri sono stati adattati per il grande e piccolo schermo).

Nel 2006 è stata la volta di Come Dio comanda (Mondadori), che gli è valso il prestigioso Premio Strega nel 2007. Successivamente, ha dato alle stampe Che la festa cominci, Io e te, Il momento è delicato e Anna, tutti editi da Einaudi Stile Libero.

Da quest’ultimo, nel 2021, è stata tratta l’omonima serie tv disponibile su Sky Italia, mentre nel 2023 Ammaniti è tornato in libreria con La vita intima (Einaudi Stile Libero), con il quale lo scrittore – laureato ad honorem in Filologia, Lettere e Storia all’Università di Foggia nel 2017 – ha vinto per la seconda volta il Premio Viareggio.

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