Guendalina Middei, alias Professor X, in libreria con “Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera – L’arte di leggere i classici in dieci brevi lezioni”, ci consiglia quando leggere i romanzi di Jane Austen: “È una delle scrittrici più spassose che conosca. È come una vecchia zia che racconta storie divertenti, scherza, spettegola, dà buoni consigli, ammonisce con ironia e t’incanta…”

Jane Austen è una delle scrittrici più spassose che conosca. È come una vecchia zia che racconta storie divertenti, scherza, spettegola, dà buoni consigli, ammonisce con ironia e t’incanta. Ma al termine delle danze, dopo aver riso tanto e messo in scena balli, incontri galanti, serenate, scene madri, l’autrice ti ricorda col sorriso pragmatico di una vecchia zia che occorre anche che “ti porti qualcosa a casa”. Ovvero riuscire ad accaparrarti un posto a sedere quando la musica termina, che nel mondo della Austen si traduce nell’ottenere un buon matrimonio, ma che nel mondo di oggi potrebbe tradursi semplicemente nel portare a casa uno stipendio.

Tutti i personaggi del mondo di Jane Austen si muovono attraverso queste coordinate: rispettabilità, rapporti sociali, opinioni, moralità. Di ogni personaggio saprete esattamente a quanto ammonta la sua rendita, se è scapolo o no, quali e quanti possedimenti ha.

In questo strano miscuglio di atmosfere fiabesche e schietto realismo non sempre è facile comprenderne la genialità. Non ne compresi il fascino a quindici anni, quando cercavo nei suoi romanzi soltanto il romanticismo più scontato; non lo compresi a vent’anni, quando ero preda di domande e inquietudini e m’immersi nei classici russi, relegando la Austen tra i libri dimenticati dell’adolescenza. Soltanto quando terminai l’università e cominciai a confrontarmi per la prima volta con cose come le bollette e l’affitto da pagare, la ricerca di un lavoro, e incontrai una sfilza di prepotenti come Lady Catherine e Fanny Dashwood e di snob come Caroline Bingley, tornai a rileggere Jane Austen e ne compresi il genio.

È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un buon patrimonio debba necessariamente cercare una moglie.

Con queste parole la Austen introduce noi lettori nel mondo di Orgoglio e pregiudizio. Ben pochi incipit hanno conosciuto la stessa fortuna, anche se non sempre a una prima e rapida lettura se ne riesce a cogliere appieno l’arguta sottigliezza. La Austen non ci dice che un uomo ricco e benestante cerchi una moglie e neanche che lo scopo di una donna sia quello di trovarsi un buon marito. Questa è una verità terribilmente banale, oltre a essere terribilmente inesatta. Certo, tutte le eroine della Austen sono alla ricerca dell’uomo giusto, desiderano per sé un grande amore. Dopotutto, i romanzi della Austen sono commedie romantiche, al pari de La dodicesima notte o di Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare o di migliaia di altri romanzi.

In questo incipit, però, è racchiusa la magia di Orgoglio e pregiudizio: la sua sottile ironia. Nel Settecento le madri educano le figlie alla musica, alla danza e al canto, frequentano certe case con un unico scopo: trovare loro un buon marito. Al fine di vedere le loro figlie “sistemate” con un buon partito, queste madri intrigano, celiano e creano scenari perfetti per l’incontro casuale dei due futuri sposi.

Agli occhi delle tante Mrs. Bennett è impensabile che i loro sforzi siano destinati al fallimento; ecco perché è una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un buon patrimonio debba necessariamente cercare moglie. E se questi scapoli non sono propensi al matrimonio, occorre ricordare loro questa indiscutibile verità. Ne comprendete l’ironia, la sagacia?

Fin dalle prime righe Jane Austen ci ha fatto entrare nella mente di queste madri, ci ha fatto assaporare una particolare atmosfera facendoci vedere il mondo attraverso i loro occhi. E adesso non possiamo trattenere un sorriso al pensiero di questi ingenui scapoli che ancora non sanno (ma che presto sapranno, statene certi) di aver bisogno di una moglie.

C’è una qualità molto importante nei romanzi che li differenzia gli uni dagli altri: l’atmosfera. Ogni libro ha un suo gusto particolare, un aroma inconfondibile. Un libro potrà riuscirvi sgradito o conquistarvi a seconda del momento in cui lo leggerete. Quando dovete scegliere un libro, cercate di assecondare le vostre passioni, le vostre frenesie, i vostri umori; questo è l’unico modo sensato di leggere.

Vi saranno momenti in cui sarete stanchi di ciò che vedete e sentite e pensate tutti i giorni e avrete sete di poesia, di “infinito”. Momenti in cui sentirete in voi l’urgenza di dare un nome a quelle terribili domande che sentite dentro di voi, e allora sarete pronti per le vertiginose scalate nel pensiero di Raskòl’nikov e di Ivan Karamazov. Ma chiunque conosca la montagna sa che l’alta quota dopo un po’ è inebriante. La vista di quelle vette innevate, di quei cieli così immensi vi farà girare la testa e vi sentirete di nuovo attratti dal fascino del fondovalle, con i suoi boschetti e ruscelli e prati ben curati.

Io quando sono di umore cupo e ho fame di terribili passioni, leggo Dostoevskij; quando invece sono in cerca di un gioco intellettuale, m’immergo nelle brumose atmosfere londinesi di Conan Doyle. E, allora, quando leggere i romanzi di Jane Austen? Se cercate una bella sferzata di ironia, se avete una frase maliziosa che vi è rimasta intrappolata sulla lingua, se volete immergervi per qualche ora in un mondo fatto di brughiere, schermaglie amorose, parchi, manieri, tè e crinoline.

Quando dovrete barcamenarvi tra ciò che i vostri colleghi pensano di voi, le aspettative della vostra famiglia e la cura dei figli, quando avrete a che fare con un capo autoritario o con quella tipa con la puzza sotto il naso che è convinta di essere migliore di tutti o con quel conoscente che, quando parla, sembra sempre dire “Lei non sa chi sono io!”, allora vi verrà in aiuto l’ironia di Jane Austen. Vi delizierà la vanità della signora Bingley o le avventure Elizabeth Bennett  tra le convenzioni e l’ipocrisia del bel mondo.

Testo tratto da Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera

guendalina middei libro

L’AUTRICE E IL LIBRO – Guendalina Middei, alias Professor X, è nata a Roma nel 1992. Fin da adolescente coltiva la sua passione per la letteratura e la cultura classica. Dopo aver conseguito la laurea in Lettere e un master in Giornalismo culturale, si è dedicata all’insegnamento nei licei e alla scrittura. Ha collaborato con diverse riviste letterarie, e nel 2019 ha aperto la sua pagina Facebook “Professor X” (nella primavera del 2022, l’omonimo profilo Instagram). Nel 2021 ha esordito con il suo primo romanzo storico, Clodio, seguito nel 2023 dalla sua seconda opera di narrativa, Intervista con un matto, entrambi editi da Navarra editore.

Arriva in libreria per Feltrinelli Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera – L’arte di leggere i classici in dieci brevi lezioni (da cui è tratta questa riflessione). L’autrice accompagna lettrici e lettori alla scoperta di nove giganti della letteratura (Leopardi, Tolstoj, Manzoni, Mann, Kafka, Dostoevskij, Austen, Tomasi di Lampedusa e Orwell) e, superando l’idea che serva una cultura enciclopedica per comprenderli e amarli, e contagia con il desiderio irresistibile di leggerli.

Possiamo ritrovare la capacità di meravigliarci leggendo Tolstoj? Sentirci di nuovo amanti della vita grazie a Leopardi? O assaporare il tempo con Il Gattopardo? Il libro risponde a queste e altre domande

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