Il libro di Giuseppe Caliceti, maestro elementare, sulla sua esperienza di insegnamento nei mesi di lockdown

Cos’è accaduto nel mondo della scuola durante l’emergenza sanitaria? Siamo sicuri che la didattica a distanza non diventerà una modalità parallela a quella tradizionale per lungo tempo, o per sempre? E come si potrà gestire quando i genitori dovranno ricominciare a lavorare? Cosa significa insegnare attraverso uno schermo?

Quali sono i criteri di valutazione che si possono adottare, come si può interrogare, qual’è il rapporto con i genitori, come viene gestita la privacy rispetto ai dati che si consegnano nelle mani delle piattaforme private?

caliceti scuola

E soprattutto: cosa accade agli alunni che non hanno un computer a casa, cosa accade a quelli nei campi rom o nelle case famiglia, cosa accade nelle abitazioni in cui ci sono tre ragazzi in età scolare? Certo è che una scuola così “di classe” non si vedeva da prima della Scuola media unificata nel 1963. E come don Milani ha spiegato quel sistema non democratico in Lettera a una professoressa partendo dalla propria esperienza, così fa Giuseppe Caliceti, maestro elementare e formatore da oltre 30 anni, nel libro La scuola senza andare a scuola – Diario di un maestro a distanza (Manni).

Partendo dal primo giorno di chiusura delle scuole, fno all’ultimo giorno dell’anno scolastico, il 10 giugno, Caliceti racconta la sua vicenda, e attraverso la quotidianità di insegnante riflette su quello che accade in Italia: le riunioni con i colleghi, le emozioni dei bambini, le decisioni del Ministro, il ruolo di papà e mamme…

L’autore, nato nel 1964, vive a Reggio Emilia. Ha pubblicato romanzi, libri per bambini e saggi di riflessione sul sistema scolastico. Ha curato documentari per RaiRadioTre, collabora con il Comune di Reggio Emilia per progetti di lettura rivolti a ragazzi e adulti, studenti e docenti. E da molti anni tiene sul manifesto la rubrica settimanale I bambini ci parlano attorno al mondo della scuola.

 

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