Il 13 novembre 2015 Parigi è stata sconvolta dagli attentati che hanno causato decine di vittime e feriti. Da qui, e dai processi all’unico attentatore sopravvissuto, muove il nuovo libro di Emmanuel Carrère, “V 13”, che raccoglie i resoconti e gli articoli da lui scritti per quasi dieci mesi…

Il 13 novembre 2015 Parigi è stata sconvolta dagli attentati che, tra il Bataclan, lo Stade de France e i bistrot presi di mira, hanno causato centotrenta morti e trecentocinquanta feriti.

Un evento che ha segnato profondamente la Francia (e non solo) anche nei mesi a seguire, durante i processi all’unico attentatore sopravvissuto agli attentati, Salah Abdeslam.

Ogni mattina, per quasi dieci mesi, lo scrittore Emmanuel Carrère ha riferito le udienze del processo: il risultato dei suoi resoconti è il suo nuovo libro, V 13. Cronaca giudiziaria (Adelphi, traduzione di Francesco Bergamasco), dove la V sta per “venerdì”, venerdì 13 settembre, appunto.

In quest’opera l’acclamato autore di Limonov (Adelphi, traduzione di Francesco Bergamasco), L’avversario (Adelphi, traduzione di Eliana Vicari Fabris) e Yoga (traduzione di Lorenza Di Lella e Francesca Scala, da poco ripubblicato da Adelphi in una nuova edizione), ha raccolto, rielaborati e accresciuti, gli articoli che ha scritto (e che sono stati proposti da Robinson), divisi in tre parti: “Le vittime”, “Gli imputati”, “La corte”.

V13 Emmanuel Carrére

Per mesi lo scrittore, regista e sceneggiatore parigino si è seduto nell’enorme “scatola di legno chiaro” che era stata fatta costruire appositamente e ha ascoltato il resoconto implacabile di quelle “esperienze estreme di morte e di vita”.

Ha sentito le testimonianze atroci di chi aveva perduto una persona cara o era sopravvissuto alla carneficina, i silenzi e i balbettii degli imputati, le parole dei magistrati e degli avvocati, e lo ha narrato, riuscendo a cogliere non solo l’umanità degli uni e degli altri (sconvolgente, ammirevole o abietta che fosse), ma anche la terribile ironia dei discorsi e delle situazioni.

Fin dal primo giorno Carrère sa che uscirà mutato da questo groviglio di orrore, ideologia, follia e sofferenza. Eppure, senza perdere la sua lucida empatia, e senza sconfinare nell’enfasi o nel lirismo, dà la possibilità anche al lettore di venire profondamente cambiato da queste pagine…

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