La pistola di Čechov è un principio della narrativa messo per iscritto in più occasioni da Anton Pavlovič Čechov, celebre e prolifico scrittore russo, tra i protagonisti della letteratura del XIX secolo. Dal punto di vista delle tecniche di scrittura questo assioma si può interpretare in due modi, uno più generico e uno più specifico: ecco quindi il suo significato e i modi migliori con cui applicarlo all’interno di una storia

La pistola di Čechov è un principio della narrativa messo per iscritto in più occasioni da Anton Pavlovič Čechov, celebre e prolifico scrittore russo, autore di racconti e opere teatrali, tra i protagonisti della letteratura del XIX secolo.

Una delle varianti più conosciute dell’affermazione di Čechov da cui trae il nome questo principio è: “Se nella storia compare una pistola, questa prima o poi sparerà”. Questo assioma da un punto di vista di tecniche di scrittura si può interpretare in due modi, uno più generico e uno più specifico: analizziamoli nel dettaglio.

copertina racconti di Čechov

La pistola di Čechov: limitarsi all’essenziale

Il messaggio principale che vuole comunicare Čechov è che in una storia non devono esserci elementi superflui alla trama. Proprio per questa ragione, se nella scrittura viene presentato un qualsiasi elemento (come appunto una pistola), questo a un certo punto deve trovare una ragion d’essere (nel caso della pistola, appunto, sparare). Attenzione: non si tratta di una regola valida solamente per gli oggetti, ma anche per i personaggi, i conflitti, gli ambienti, le informazioni; se vengono inseriti nel racconto, devono avere una funzione.

Come tutti i principi di drammaturgia però, anche questo deve essere inteso come un’indicazione generale, e non essere applicato in modo pedissequo. Il rischio, altrimenti, è che il risultato sia banale o troppo scontato per il lettore, e che la storia manchi in ispirazione e letterarietà, risultando solo un continuo incastro di regole di scrittura. Forzare un significato su ogni elemento narrativo rischierebbe inoltre di rendere la scrittura prevedibile e pedante.

Seguire alla lettera il principio della pistola di Čechov, inoltre, può far sì che la narrazione pecchi in realismo (non tutto ciò che appare o accade nella vita finisce per avere un ruolo importante) e che sia del tutto priva di elementi simbolici o evocativi che, seppur privi di funzione nella trama, possono conferire un piano superiore di interpretazione, o dare un tocco di lirismo.

Lo stesso Čechov ne era consapevole: come ha fatto notare Donald Rayfield, professore e studioso di letteratura russa e georgiana, nell’opera teatrale Il giardino dei ciliegi, lo stesso Čechov presenta due armi cariche che non sparano mai, probabilmente perché simboleggiano il tema della mancanza di azione, che risulta centrale nella storia.

Il principio della pistola di Čechov andrebbe quindi interpretato come un invito all’essenzialità, al non perdersi in elementi per il puro gusto di descriverli (un errore tipico di chi è alle prime armi con la scrittura) se poi le parole spese non avranno un ruolo, che sia esso funzionale alla trama, simbolico o letterario.

copertina delle opere teatrali di Čechov

La pistola di Čechov: l’arte dell’anticipazione

Andiamo invece ad analizzare la pistola di Čechov da un punto di vista particolare, perché da questo principio si può trarre un insegnamento ancor più specifico. In una storia, per introdurre un elemento a sorpresa (anche chiamato plot twist) e renderlo più credibile, l’ideale è far apparire un oggetto o un elemento che lo anticipa già molte scene prima, senza renderlo però troppo evidente.

Anche in questo caso, la pistola come oggetto risulta in un esempio molto chiaro. Se il colpo di scena previsto è che a un certo punto qualcuno spari, il plot twist perde efficacia se la pistola viene presentata subito prima, o se si scopre che la persona ne era in possesso solo poco prima che venga utilizzata. Meglio invece se la pistola viene presentata al lettore diverse scene in anticipo, in un contesto neutro, o in cui comunque questo oggetto non è il centro dell’attenzione.

Quando si parla di colpi di scena, infatti, venire meno al principio della pistola di Čechov può risultare un errore, come nel caso del cosiddetto deus ex machina, un elemento salvifico per il protagonista, giunto all’improvviso e troppo conveniente per essere credibile. Quale lettore, dopo aver temuto per le sorti del protagonista per pagine e pagine, sarebbe soddisfatto nel sapere che si salva solo grazie a una pistola che si trova tra le mani proprio al momento giusto?

D’altra parte, però, nell’applicare questo principio è importante fare attenzione a non dare particolare enfasi a elementi che possono creare false aspettative: eccessiva attenzione dedicata a un’arma da fuoco che poi non viene più citata nella storia, o la cui funzione non è così rilevante, rischia di far perdere credibilità al patto narrativo.

Questo a meno che l’intento dello scrittore sia proprio quello di depistare il lettore: a quel punto troviamo come possibilità l’utilizzo del principio contrario alla pistola di Čechov, e cioè il Red Herring, presente tipicamente nei romanzi gialli come un indizio su cui si concentra il detective ma che finisce per risultare irrilevante. La sua creazione non è per nulla scontata: la difficoltà nel creare un Red Herring infatti è quella di riuscire a tesserlo nella narrazione senza che risulti fastidioso per il lettore quando si scopre la sua irrilevanza.

Costruire nella narrazione una pistola di Čechov

Come abbiamo visto affinché un plot twist funzioni è necessario che un elemento chiave sia stato anticipato in precedenza. Ma come fare ad attirare la giusta attenzione verso un elemento da riprendere, senza però far sospettare la sua funzione al lettore? Il “trucco” sta nel giusto grado di particolari introdotti nella sua descrizione.

Allontaniamoci dalla classica pistola e prendiamo per esempio un vaso: nel descrivere la stanza in cui si trova si può solo dire che c’è un vaso appoggiato sul tavolo, ma difficilmente  così il lettore si ricorderà della sua esistenza al raggiungimento del plot twist. Se invece si descrivono le fattezze del vaso, e i fiori che contiene, magari attraverso gli occhi ammirati del personaggio che lo nota, questo oggetto verrà impresso nella memoria del lettore senza che risulti però sospetto, non rovinando così la sorpresa quando l’arma del delitto verrà ritrovata proprio all’interno del vaso.

Un altro modo per introdurre una pistola di Čechov è la casualità, come per esempio il detective che inciampa nel vaso posto a terra in un angolo, per poi ricordarsi della sua esistenza molte scene più tardi. L’importante è che alla sua introduzione l’elemento non sia il focus principale della scena: il detective poi non dovrà farsi male o raccontare ad altri di essere inciampato, ma dimenticarsi dell’accaduto poco dopo. Attenzione però al fatto che l’oggetto (o il personaggio, o l’informazione) sia coerente con l’ambiente in cui viene presentato, altrimenti la sua centralità salterà comunque all’occhio.

L’introduzione di un elemento con la funzione di pistola di Čechov richiede un’abilità narrativa da non sottovalutare. Essendo infatti una tecnica molto utilizzata, non solo nei romanzi ma anche in film e serie tv, lettori e spettatori sono molto allenati a rendersi conto della presentazione di un simile elemento. Ecco perché presentarlo senza far destare troppi sospetti anche nei lettori con maggior esperienza non è facile. In sostanza la pistola di Čechov viene ben utilizzata quando al colpo di scena fa suscitare nel lettore l’esclamazione “Ahh!”: si ricorda infatti di quell’elemento, ma non aveva immaginato il suo ruolo nella trama.

Come ricorda questo elenco, esistono molti stratagemmi per inserire in una narrazione la pistola di Čechov. Sono però tutti molto utilizzati, e per questo sarebbe meglio creare delle varianti sul tema. Riprendendo la nomenclatura scelta dal sito tv tropes, alcuni esempi celebri sono il “Boomerang di Čechov”, e cioè il caso in cui la pistola ha sparato già una volta, ma torna a essere riutilizzata inaspettatamente nella storia; la “Gag di Čechov”, cioè quando l’elemento viene inserito in un contesto comico, e quindi apparentemente innocuo, per poi condurre a conclusioni drammatiche, e poi ancora attraverso la “regola che inevitabilmente verrà infranta”: se qualche personaggio comunica a un altro una regola, si tratta in realtà dello scrittore che la comunica al lettore, perché qualcuno di sicuro la infrangerà.

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