Elementi apparentemente ornamentali, in realtà ricchi di significato, i vestiti rappresentano una componente fondamentale all’interno di una narrazione, perché racchiudono messaggi non dichiarati e sfumature da cogliere attraverso tessuti e forme. In questo viaggio nel tempo letterario ci addentriamo negli antichi armadi della narrativa, descrivendo alcuni capi sfoggiati in romanzi indimenticabili…

L’abito non fa il monaco e i libri non si giudicano dalla copertina, ma questo non vuol dire che l’occhio non voglia la sua parte, giusto? Cerchiamo di spostarci un po’ più in là dei soliti luoghi comuni, e andiamo a scoprire quanta importanza hanno i vestiti che indossano i personaggi dei nostri romanzi preferiti. Elementi apparentemente ornamentali, ma in realtà ricchi di significato, gli indumenti sono una parte fondamentale all’interno di una narrazione perché racchiudono messaggi non dichiarati e sfumature da cogliere attraverso tessuti e forme.

Alcune volte gli abiti sono così rilevanti da superare qualsiasi altra caratteristica psicologica e fisica, diventando veri e propri marchi di riconoscimento: vi dicono qualcosa il frac turchino e il gilet giallo del giovane Werther, eletti simbolo per eccellenza di tutti gli innamorati non corrisposti? E gli stivali del gatto protagonista della favola di Perrault? E il cappuccetto rosso della ragazzina sperduta nel bosco? E le calzature stravaganti di Pippi Calzelunghe di Astrid Lindgren?

L’elenco, come evidente, potrebbe essere lungo, e perdersi nei ricordi sfocati della nostra memoria, facendo riemergere sagome letterarie di cui riconosciamo il profilo proprio grazie ai vestiti più caratteristici. Per fortuna ci ha pensato il Guardian ad addentrarsi negli antichi armadi della narrativa, descrivendo alcuni capi sfoggiati in romanzi indimenticabili e partendo dai primi abiti della letteratura occidentale: le foglie di fico di Adamo ed Eva, simbolo essenziale dei loro fallimenti morali.

Ma andiamo avanti con la sfilata: ricordate La sedia d’argento di C. S. Lewis? Come scritto nell’articolo, questo romanzo è pieno di vestiti, soprattutto di quelli verdi che rappresentano “la natura, la lussuria, la magia e la morte”. La seducente Signora dalla Veste Verde che incanta e rapisce il principe Rilian, appare per la prima volta in “un indumento sottile verde come il veleno“, che si trasforma nel corpo a spirale di un serpente gigantesco.

E che dire dell’abito puritano dell’amatissima Jane Eyre? La protagonista di Charlotte Brontë è così attaccata al suo vestito semplice e castigato che, anche quando sta per sposare il ricco signor Rochester, rifiuta i colori vivaci per “sobrio raso nero e seta grigio perla”. Scelta che, però, fa brillare ancora di più il suo carattere limpido e genuino.

All’estremo opposto si colloca Anna Karenina con il suo sontuoso abito di velluto nero, che lascia scoperte braccia e seno. Perfetta cornice per la sua bellezza, Anna, come dice Kitty, è un personaggio la cui bellezza consiste proprio nel sapersi distinguere sempre per ciò che indossava. Tolstoj  ne descrive a malapena l’aspetto, ma fa intuire al lettore la sua femminilità attraverso la descrizione del vestito da ballo, il cui colore seducente è annuncio nefasto del destino che l’attende.

Dalla Russia ci spostiamo nell’America degli anni venti, per ammirare l’abito bianco “increspato e svolazzante” di Daisy de Il grande Gatsby. La prima volta il narratore incontra la ragazza, rimane folgorato dalla sua leggerezza e dalla suo irresistibile fluttuare leggera. Il romanzo di Francis Scott Fitzgerald è un testo sulle passioni proibite e l’amore per il denaro, che si concretizza ancora di più quando la stessa Daisy si ritrova a piangere sulle “bellissime camicie” su misura di Gatsby, sottolineando tutto il suo materialismo e attaccamento ai soldi.

Può interessarti anche

E ancora più significativi sono gli abiti dei personaggi de Il Signore degli Anelli, una delle opere cardine del genere fantasy, dove nulla è stato lasciato al caso, tanto meno gli indumenti, che sono stati utilizzati da Tolkien per rivelare la vera natura dei protagonisti. La cotta di maglia di Mithril donata a Frodo da Bilbo, “leggera come la piuma ma dura come le scaglie di drago”, è importante non solo perché è un dono che gli salva la vita, “ma perché rappresenta l’indomita purezza della sua anima e volontà”.

Allo stesso modo, nella trilogia distopica The Hunger Games di Suzanne Collins, Katniss Everdeen indossa una semplice tuta nera e un mantello svolazzante fatto di stelle filanti arancioni, gialle e rosse, emblema della sua forza e del suo animo ribelle e rivoluzionario.

Insomma, attenzione a quello che indossate e soprattutto a quello che indossano gli altri: un lettore forte non è solo chi riesce a macinare pagine e pagine di libri, ma anche chi riesce a leggere tra le righe e a decodificare significati sotterranei, anche quelli nascosti dietro i fili di un abito.

Libri consigliati