Il denaro è il vero tabù da violare quando si parla di donne perché è il potere più grande, quindi per definizione è stato per anni solo degli uomini. È il tema che accomuna “Morgana. L’uomo ricco sono io”, il nuovo volume ispirato dall’omonimo podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

Perché si continua a consigliare alle donne di sposare un uomo ricco, se essere libere passa anche dal diventare autonome economicamente? E perché in molte famiglie tuttora non si insegna alle ragazze a gestire il denaro, persuadendole che farsi procurare da qualcun altro la sicurezza materiale sia un traguardo di vita?

Dopotutto, già all’inizio del XX secolo Virginia Woolf (1882-1941) aveva riportato la questione dei soldi al centro del discorso sull’emancipazione femminile, pronunciando la celebre frase (forse la sua più politicamente rivoluzionaria) secondo cui “Una ragazza dovrebbe avere una stanza tutta per sé e una rendita di 500 sterline l’anno”, e invitando le sue contemporanee a cercare prima di tutto il controllo dei propri conti, senza i quali non esisterebbe alcuna libertà intellettuale.

Copertina del libro Morgana l'uomo ricco sono io

A interrogarsi su questa e altre tematiche legate alla parità di genere e al ruolo della donna nella società è Morgana. L’uomo ricco sono io, secondo volume, ospitato dalla collana Strade Blu di Mondadori, che prende le mosse dall’omonimo podcast (disponibile con storielibere.fm) di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri (la prima uscita, pubblicata nel 2019 sempre da Mondadori, si intitolava Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe).

Tra le pagine di Morgana. L’uomo ricco sono io, ci si imbatte così in imprenditrici scaltre e un po’ corsare, che tra rispettare le leggi o rispettare sé stesse non hanno mai avuto dubbi; in artiste carismatiche che non hanno pensato nemmeno per un momento di lasciarsi proteggere dal patrimonio dei loro partner, anche quando avrebbero potuto; in politiche convinte che il miglior modo per arrivare in alto sia non farsi vedere mentre si sale; in mistiche per le quali era la natura delle intenzioni, non il denaro con cui le si realizza, a segnare il confine tra bene e male; in campionesse sportive che per vincere tutto hanno rischiato di perdere la sola cosa che contasse; e in intellettuali contraddittorie, che con la loro creatività hanno fatto abbastanza soldi per dichiarare una guerra (poco importa se alla fine era quella sbagliata).

Tutte donne, in altre parole, alle quali la libertà è spesso costata cara, ma che non hanno mai smesso di pensare di potersela permettere, perché volere dei beni propri e volere il proprio bene spesso sono la stessa cosa. In ciascuna delle loro vite, Helena Rubinstein, Oprah Winfrey, Chiara Lubich, Asia Argento, Beyoncé, Francesca Sanna Sulis, Madame Clicquot, J.K. Rowling, Nadia Comaneci e Angela Merkel fanno dunque risuonare forte la frase fulminante e sovversiva di Cher, che quando sua madre le consigliava di smettere di cantare e trovarsi un uomo ricco, ebbe l’ironia di rispondere: “Mamma, l’uomo ricco sono io“.

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