Parte (bene, con molte scolaresche) Tempo di Libri 2018, ma si torna ancora una volta a parlare del confronto (e di un possibile dialogo) con il Salone del libro di Torino. Arriva la proposta di Stefano Mauri (GeMS): “Fare la fiera un anno in una città, un anno nell’altra…”

Parte (bene, con molte scolaresche, come abbiamo raccontato) Tempo di Libri 2018, ma si torna ancora una volta a parlare del confronto (e di un possibile dialogo) con il Salone del libro di Torino (che ha già presentato parte del programma ma che, come abbiamo scritto, deve ancora risolvere non pochi problemi legati alle gestioni del passato).

Presente all’inaugurazione della fiera meneghina, il sindaco Beppe Sala ha detto la sua sulla questione, e si è augurato che questa in corso possa essere “l’edizione che lancia Milano al centro dell’editoria e della lettura”. Con Torino “non c’è niente di personale, ma bisogna trovare forme di collaborazione”. Sì, ma nel concreto?

Interviene anche Enrico Selva Coddè del gruppo Mondadori: “Mi aspetto che in Italia succeda quello che succede in tutto il mondo: un’unica grande fiera dell’editoria, guidata dall’Associazione degli editori“. Per il manager di Segrate l’ideale sarebbe un progetto “che metta insieme la grande tradizione di Torino e le potenzialità di Milano”.

Via Corriere della Sera arriva la proposta di Stefano Mauri, presidente e Ad del gruppo editoriale Mauri Spagnol (editore de ilLibraio.it, ndr): “L’ideale sarebbe quello che già succede in Paesi come Spagna, Brasile e Stati Uniti: fare la fiera un anno in una città, un anno nell’altra“. Mauri è consapevole che l’alternanza “non piace agli enti fieristici, perché ognuno la vorrebbe per sé”, ma sa anche che “sarebbe la soluzione migliore per editori, autori e lettori”. Per l’editore milanese “la formula biennale amplificherebbe la portata locale dell’evento, gli editori avrebbero un costo solo e gli autori un grande pubblico”. Quanto a Torino, per Mauri  “stanno emergendo ora le difficoltà che avevano spinto l’Aie, lo scorso anno, a farsi carico, forse troppo precocemente, dei problemi”. L’editore dice poi la sua sui costi che devono sobbarcarsi gli editori nelle fiere: “Se si mettono insieme le spese di viaggio, quelle degli stand e il resto non si può guadagnare…”.

Francesca Leon, assessora alla Cultura a Torino, replica a distanza: “Qualsiasi dialogo deve partire da questo assunto: il Salone internazionale del Libro è Torino”. Il dibattito è destinato a proseguire…

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