Il prolifico romanziere e medico nato e cresciuto sul lago, che già da un anno ha ripreso a fare visite a domicilio e a sostituire alcuni colleghi, sta ora aiutando la comunità di Bellano a vaccinare gli anziani: “Serviva una mano e voltarsi dall’altra parte non sarebbe stato etico”
“Non si poteva dire di no. Serviva una mano e voltarsi dall’altra parte non sarebbe stato etico”, ha raccontato lo scrittore Andrea Vitali al Corriere della Sera, “quanto sta accadendo da più di un anno ormai è talmente grave da lasciare muta anche la mia penna”. E così in queste settimane Vitali sta dando una mano nelle somministrazioni delle dosi di vaccino anti-covid.
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Il romanziere, nato e cresciuto sul lago, già da un anno è tornato a fare (anche) il medico, professione che lo ha accompagnato fino a quando non ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alle sue pubblicazioni (tra le quali ricordiamo il recente Un uomo in mutande, ma anche i celebri Pianoforte vendesi o Zia Antonia sapeva di menta, tutti editi da Garzanti).
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Come detto, l’amato e prolifico autore di Bellano già da un anno è tornato a effettuare visite a domicilio e a sostituire alcuni colleghi: “Ho 65 anni, non sono ancora arrugginito. Se posso rendermi utile mi metto a disposizione, io come moltissime altre persone”, ha proseguito.
E così eccolo ogni giorno al palazzetto dello sport del suo paesino sul lago, ora centro vaccinale temporaneo, in nome di un’umanità da soccorrere con ogni mezzo il prima possibile.