Come aprire una libreria, oggi, in Italia? E ha senso farlo, se molte stanno chiudendo? Proponiamo una guida pratica e rapida, e le tante storie di chi ha avverato il sogno di diventare libraio. Senza dimenticare che coraggio e passione non bastano, e che la formazione è fondamentale…

Come aprire una libreria, oggi, in Italia? E, soprattutto, ha senso farlo, in un Paese in cui, dati alla mano, si legge sempre poco; e in un’era dominata dal web, in cui l’e-commerce continua a crescere; e, ancora, senza dimenticare che sono sempre di più le “distrazioni digitali” (dai social a WhatsApp) e le opportunità (videogiochi, serie tv…) per i potenziali lettori di tutte le età; e che fanno inevitabilmente concorrenza alla lettura stessa, e dunque anche all’acquisto di libri in un negozio fisico?


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La riposta è sì: nonostante tante librerie chiudano, da Nord a Sud, fortunatamente molte altre continuano ad aprire, anche in provincia, grazie al coraggio e alla passione di librai spesso giovani o di donne e uomini che decidono di rischiare, lasciando il “posto fisso” per inseguire il sogno di diventare libraie e librai. Su ilLibraio.it, non a caso, di storie di questo tipo ne abbiamo raccontate decine, e continueremo a raccontarne (dando altrettanto spazio, però, anche a quelle, non certo positive, di negozi costretti ad abbassare per sempre le saracinesche, ndr).


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Ma come si apre una libreria? Di certo, coraggio e passione non bastano, e bisogna tener conto che i margini di guadagno sono limitati.

Innanzitutto, bisogna prendere una decisione importante, che implica una serie di conseguenze: aprire una libreria indipendente o un negozio in franchising?

Come scrive Giacomo Papi nella sua guida pubblicata da il Post, bisogna “trovare il posto giusto, e stare molto attenti a non pagare troppo di affitto“. Quindi, è bene scegliere con la massima attenzione il luogo in cui aprire il negozio, facendo tutte le valutazioni del caso. A questo proposito, ilLibraio.it ospita il primo database delle librerie italiane, un servizio gratuito per i librai e i lettori, realizzato con Informazioni Editoriali.

Se si vuole inserire uno spazio bar all’interno della libreria, sono necessarie specifiche licenze, e i tempi si allungano. A questo proposito, sempre sul Post si spiega che per avviare una libreria “bisogna aprire una società e presentare uno statuto con l’elenco di tutte le tipologie di oggetti – oltre ai libri – che si prevede di poter vendere in futuro”.

Altri elementi “pratici” da considerare: è necessario abbonarsi a un software gestionale, per “tener conto di entrate, uscite, ordini e riordini”, e dei libri presenti sui propri scaffali. Bisogna inoltre scegliere se ordinare i libri rivolgendosi a un distributore (il principale è Messaggerie Libri – il Gruppo editoriale Mauri Spagnol, editore de ilLibraio.it, è legato a Messaggerie, ndr; ma c’è anche la distribuzione del Gruppo Mondadori, quella di De Agostini, quella Giunti oltre ad altre realtà) o a un grossista (il più grande è Fastbook, ma anche in questo caso ce ne sono altri).


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Sia nel momento in cui si sta per aprire, sia dopo l’apertura, per una libreria è ormai fondamentale comunicare bene in rete, sia attraverso un sito aggiornato, sia attraverso Facebook, Instagram e, se si riesce, anche Twitter (anche per tenersi informati sulle novità nel settore editoriale).

A seconda della tipologia della libreria, è importante organizzare incontri d’autore, gruppi di lettura e, in generale, “aprire” la libreria al quartiere, con iniziative ad hoc, anche in dialogo con scuole e associazioni. La libreria deve essere un luogo aperto ai giovani e alle famiglie, e non deve incutere “timore”.

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Da queste sintetiche informazioni, appare chiaro che librai non ci si improvvisa. Non a caso, esistono delle scuole e dei corsi: ogni anno, a fine gennaio, a Venezia si svolge il seminario della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, nata nel 1983, e che promuove anche delle attività in altre città italiane nel corso dell’anno.

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Come si spiega sul sito, la Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri è tra le poche realtà europee, insieme alla Scuola di Francoforte e alla Scuola Librai Italiani di Orvieto, a organizzare corsi specialistici per aspiranti librai e librai professionisti.

Per chi sogna di aprire in libreria c’è poi, appunto, anche la Scuola Librai Italiani, la scuola di formazione dell’Associazione Librai Italiani Confcommercio-Imprese per l’Italia, nata nel 2006. E bisogna considerare che in Italia vengono organizzati diversi altri corsi. L’offerta in questo senso non manca.


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A proposito dell’importanza della formazione per i librai, in un intervento di qualche mese fa(qui la versione integrale, ndr) Romano Montroni, attuale presidente del Centro per il libro e la lettura e docente della Scuola Librai Mauri, ha spiegato: “(…) Io sono convinto che i librai, soprattutto i librai indipendenti, ma non solo loro, possono esercitare un ruolo importantissimo: con le loro proposte, con le loro vetrine, con i loro consigli. Se non ne fossi convinto, non riuscirei a insegnare alla Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri con tanta passione e tanto entusiasmo, da ormai oltre trent’anni. Certo, per imprimere un segno sul mercato è fondamentale che siano librai veri e non semplici commessi, librai che ricevono una formazione adeguata. Altrimenti è molto difficile che possano essere consapevoli del loro mestiere e della funzione sociale e culturale che può svolgere una libreria. Una libreria che sia non un semplice punto di vendita, ma un luogo di scambio e di circolazione di idee, un luogo dove si soddisfano curiosità e dove ne nascono continuamente di nuove…”. Un messaggio importante, per chi sogna di cominciare questo percorso, e a cui va il nostro in bocca al lupo.


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