In attesa di “Fire and Blood”, libro che narra la storia di Westeros e racconta l’ascesa al potere della famiglia Targaryen, un approfondimento dedicato ai libri di George R. R. Martin: lo scrittore statunitense delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco”, saga fantasy tra le più famose al mondo, da cui è stata tratta la serie tv “Il trono di spade”

Si può dire, in un certo senso, che la vita di George Raymond Richard Martin si divida in due fasi fondamentali: una prima fase in cui lo scrittore apparteneva al mondo dei fan, come amante dei fumetti, dei film fantasy e di fantascienza; e una seconda fase in cui i fan erano suoi, un seguito internazionale vastissimo guadagnato grazie alla saga di libri fantasy Cronache del ghiaccio e del fuoco (Mondadori, traduzione di Sergio Altieri), da cui è tratta una delle serie televisive più famose del mondo, Il Trono di Spade (Game of Thrones, HBO).

Nato a Bayonne, nel New Jersey, nel 1948, George Martin ha iniziato a scrivere da giovanissimo: era solo un ragazzino delle case popolari del porto quando cominciò a comporre racconti mostruosi, da vendere per pochi penny ai ragazzini della zona, con inclusa nel prezzo la lettura interpretata del brano da parte dell’autore. A questa precocissima fase della produzione dello scrittore risale una saga, ambientata in un regno fantastico, che vedeva come protagoniste le tartarughe del giovane Martin, che avevano il vizio di morire con allarmante frequenza: l’autore decise quindi di utilizzare queste tragiche dipartite per tessere loschi risvolti delle sue trame, che potessero giustificare la morte prematura delle tartarughe. Un’abitudine, quella di sacrificare i personaggi senza pietà, che lo scrittore non ha perso neanche in età adulta, vista l’ecatombe con cui il pubblico ha avuto a che fare nel Trono di Spade, uno degli aspetti in assoluto più caratteristici della saga.

Ma è durante gli anni del liceo che George Martin divenne un fan. Appassionato lettore di fumetti, collezionista e frequentatore delle convention dedicate al genere, tanto che all’interno delle riviste amatoriali mosse i suoi primi passi come scrittore e collaboratore: al 1970 risale la prima pubblicazione a suo nome, il racconto The Hero pubblicato sulla rivista di fantascienza Galaxy. Nello stesso anno conseguì la laurea in giornalismo con il massimo dei voti e negli anni successivi insegnò giornalismo all’Università, dedicandosi solo in parte alla scrittura. Almeno fino agli anni ’70, quando ricevette i primi premi letterari per i suoi racconti, tra cui il Premio Hugo assegnatogli per Canzone di Lya e il Premio Nebula per Re della sabbia; questi iniziali successi lo convinsero ad abbandonare l’insegnamento per potersi concentrare sulla scrittura, che era sempre stato il suo sogno più grande ma, nonostante il discreto successo di alcuni romanzi e della serie Wild Cards, la fama vera e propria doveva ancora arrivare. Era ancora un fan, piuttosto che uno con i fan.

Nel 1986 si trasferì a Hollywood e ottenne diversi ingaggi come sceneggiatore di serie televisive, tra cui Ai confini della realtà e La bella e la bestia, ma lavorò anche per diversi progetti che, alla fine, non furono realizzati. Questo aspetto, combinato con le restrizioni che la televisione imponeva al suo lavoro di scrittura, fu motivo di notevole insofferenza per l’autore, infastidito dai tagli imposti dalle produzioni che riducevano la caratterizzazione dei suoi personaggi e mutilavano il suo lavoro. Decise così di abbandonare gli schermi e ributtarsi a capofitto nella scrittura, dando inizio alla stesura di quella serie di romanzi che lo avrebbero reso famoso.

Quando, nel 1991, cominciò a scrivere Cronache del ghiaccio e del fuoco il suo modello di scrittura era l’epica fantasy di J. R. R. Tolkien che tanto lo aveva appassionato come lettore, ed è proprio in quel genere che si colloca la sua opera, ispirata anche alla Guerra delle due rose, all’Ivanhoe di Scott (Garzanti, traduzione di L. Ferruta) e alla serie francese I Re maledetti di Druon (Mondadori, traduzione di E. Capriolo).

Il progetto, che inizialmente prevedeva tre libri per essere concluso, si è ampliato in corso d’opera e oggi prevede sette romanzi: Il gioco del trono, Lo scontro dei re, Tempesta di spade, Il banchetto dei corvi, La danza dei draghi, The winds of winter e A dream of spring, tutti ambientati nell’immaginario universo di Essos e Westeros, dove le stagioni durano anni e terminano all’improvviso, i draghi si lasciano cavalcare da indomite fanciulle e le famiglie delle più potenti casate si contendono sanguinosamente il trono di spade, mentre un pericoloso nemico minaccia i confini a nord del regno.

Quando, nel 2007, HBO acquistò i diritti per la realizzazione della serie tv, erano passati solo tre anni dal clamoroso successo del Signore degli anelli. Tuttavia non era possibile prevedere l’enorme seguito che Il trono di spade sarebbe riuscito a raccogliere: in pochi anni, è diventato un fenomeno non solo editoriale, ma anche televisivo e mediatico, tra i più famosi al mondo, uno spunto senza fine per la produzione di merchandise e, quel che più conta, di meme.

George R. R. Martin cronache del ghiaccio e del fuoco

Ciò nonostante, l’inizio della serie ha provocato nei fan tanta soddisfazione quanto fastidio: dall’inizio della produzione, che si discosta significativamente dalla trama dei libri per esigenze di spazio e di possibilità narrative, George Martin ha sempre partecipato alla realizzazione degli episodi, riducendo il tempo dedicato alla scrittura. Infatti, quando sono stati acquisiti i diritti, l’autore aveva appena dato alle stampe il quarto romanzo, Il banchetto dei corvi, uscito nel 2005, ma da allora ne ha pubblicato soltanto un altro, La danza dei draghi, nel 2011. A oggi, la serie è un passo avanti al libro: non essendo ancora scritti i volumi a cui ispirarsi, la partecipazione dell’autore era indispensabile perché gli episodi proseguissero e, addirittura, giungessero a termine: per aprile 2019 è previsto l’arrivo dell’ottava e ultima stagione del Trono di spade, che quindi si concluderà prima dell’uscita dell’ultimo libro.

Nel frattempo, per tutti gli appassionati seguaci delle vicende di Essos, a novembre arriverà in libreria un nuovo volume firmato George Martin (edito da Mondadori): dal titolo originale Fire and blood, il libro non è un romanzo, ma è ambientato a Westeros, circa 300 anni prima dei fatti narrati nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Secondo le parole dell’autore, che ci tiene a sottolineare questo aspetto, si tratta di un libro di storia, la storia di come la casa dei Targaryen è salita al potere, conquistando i sette regni a cavallo dei draghi. Quindi, per il disappunto di chi aspetta dal 2011 il nuovo e penultimo romanzo della saga, si tratta piuttosto di un prequel, che tratta tutti i fatti precedenti alla storia conosciuta, alcuni già allusi diverse volte nel corso dei libri.

Dopo oltre vent’anni, ormai quasi 30, di scrittura, Cronache del ghiaccio e del fuoco rimane incompleta dei suoi due volumi conclusivi: la collaborazione con la serie tv e la produzione di romanzi spin off hanno certamente rallentato il ritmo di scrittura dell’autore, con un certo disappunto da parte dei suoi fan; si è arrivati al punto in cui, scherzosamente, i lettori temono che l’autore, settantenne, potrebbe non riuscire a portare a termine l’opera, se mantenesse il ritmo attuale. Insomma, se si dovesse aggiungere una fase a quelle sopra citate per scandire la vita di George Martin, si potrebbe dire che sta rapidamente passando dall’avere una miriade di fan ad avere una miriade di fan offesi, impazienti che porti a termine il lavoro.

Nota: l’immagine in alto è © Henry Söderlund – Archiepelacon offical photo album.

Fotografia header: © Henry Söderlund - Archiepelacon offical photo album.

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