“Esistono dei tratti narcisistici: saperli riconoscere e sapere riconoscere i pattern con cui queste persone impostano le relazioni rende possibile riuscire a prendere una distanza”. La scrittrice Federica Bosco, intervistata da ilLibraio.it, delinea quali sono le conseguenze di una relazione disfunzionale con una persona narcisista. Il suo nuovo saggio, “Dopo Narciso la primavera”, vuole infatti essere un aiuto per tutte e tutti coloro che possono averne bisogno

Torna in libreria Federica Bosco, autrice affermata di romanzi che indagano legami e rapporti – sentimentali e soprattutto umani – ma anche di non-fiction in cui, con tono lieve e diretto, anche quando la tematica è tutt’altro che leggera, indaga le pieghe nascoste dei rapporti con se stessi e con l’altro. Il suo nuovo libro, Dopo Narciso la primavera (Vallardi), è un saggio rivolto a tutte (e tutti) coloro che sono state, o sono ancora, vittime di una relazione manipolatoria con un soggetto narcisista. Di capitolo in capitolo, l’autrice si concentra su alcuni fondamentali aspetti, come il riconoscimento del pattern messo in atto dalle personalità narcisiste e il doloroso percorso di cura che le vittime di una relazione tossica devono intraprendere per riuscire a liberarsi e riprendere finalmente in mano la propria vita. 

Dopo Narciso la primavera, Federica Bosco

Federica Bosco, nei suoi romanzi ha spesso toccato il tema delle relazioni disfunzionali, dei problemi di coppia, dei tradimenti. Con questo saggio va a indagare una delle maggiori disfunzioni che possono affliggere un rapporto: il narcisismo. Come mai ha deciso di sistematizzare in maniera più corposa proprio questo tema?
“È un argomento che, bene o male, ho sempre toccato, penso a romanzi come Non perdiamoci di vista, Ci vediamo un giorno di questi, o Il nostro momento imperfetto, perché è una dinamica che nella mia vita ho riscontrato spesso. E con il tempo mi sono accorta che è qualcosa che sta diventando una vera e propria emergenza e, per fortuna, comincia a essere diffusa sempre più informazione in proposito. Magari è considerato un trend-topic, ma se così fosse ben venga, l’importante è che se ne parli in modo che chi si trova in questa situazione possa uscirne, o almeno distinguere certe dinamiche estremamente manipolatorie. Ho voluto approfondire come funzionano questi tratti perché lo schema con cui agiscono i narcisisti è sempre identico: se si guardano le storie sono tutte uguali. Il narcisista parte da un ‘bombardamento d’amore’ che è cucito sulla persona che ha di fronte, perché i narcisisti immagazzinano dati utili in base a quello che gli serve in quel determinato momento, per poi distruggere emotivamente la vittima. L’empatia del narcisista è simulata, rispecchia la tua, ma è qualcosa di cui ci si rende conto dopo, quando la relazione è finita con un carico di sofferenza insopportabile”.

All’inizio della prima parte fa una disamina molto teorica, per quanto proposta sempre in modo scorrevole, del narcisismo e delle sue tipologie e manifestazioni. Perché ha ritenuto importante anche una sezione strutturata in questo modo? E che tipo di ricerca c’è dietro?
“È importante sapere di cosa si sta parlando e avere delle basi solide in modo che le persone possano informarsi. Esistono dei tratti narcisistici: saperli riconoscere e sapere riconoscere i pattern con cui queste persone impostano le relazioni rende possibile riuscire a prendere una distanza. E poi è anche d’aiuto sapere di non essere le sole (o i soli perché la vittima può anche essere un uomo) a essere finite in questa rete. Non si è mai le uniche, perché si tratta di persone che hanno come scopo il controllo fine a se stesso e lo attuano con la manipolazione, portandoti in cielo e poi facendoti cadere smontando tutte le tue sicurezze. Vengono utilizzate tecniche sempre uguali, in questa manipolazione, come quella della triangolazione, e quindi è importante incominciare a usare un linguaggio specifico per definirle e riconoscerle”.

Il riconoscimento del pattern sembra essere fondamentale per staccarsene.
“Sì lo è, perché le relazioni con persone dai tratti narcisistici sono destinate a essere malsane. Io parlo soprattutto dell’ambito sentimentale ma si possono incontrare narcisisti in ogni altro ambito: può essere un capo, un’amica, un amico, una madre, un padre, una sorella, un fratello… Una persona che non ha sovrastrutture, nella relazione con l’altro si fida e il narcisista utilizza questa disponibilità per manipolare e tenere in scacco. E chi entra nella sua rete deve avere gli strumenti per riconoscere questi atteggiamenti e capire che una persona del genere non cambierà mai: non puoi cambiarla, ti farà solo perdere un sacco di tempo e di energie. E anche di soldi, perché spesso sono anche soggetti parassitari”.

La seconda e la terza parte del libro, invece, sono dedicati al lavoro su di sé, ci si distacca dall’analisi dell’altro, il narcisista, per guardarsi dentro, scoprire le proprie ferite e imparare a curarle.
“Il narcisista cerca nell’altra persona della coppia quelle qualità che non ha: le studia, le replica e le fa sue, rubandole all’altro, come un vampiro. Quindi all’inizio si ha l’impressione di aver trovato una persona che ci somiglia, ma non è reale e quando il narcisista mostra la sua vera faccia, che fa paura, il primo pensiero è: ‘È colpa mia se lui è cambiato’. E così, quando la storia finisce, ci si sente annichilite, si continuano ad analizzare gli eventi passati. In più, per il narcisista nessuna chiusura è davvero tale, quindi l’unico modo per tornare a occuparsi di sé è riuscire ad avere un’assenza totale di contatto, si definisce proprio no contact: è il principio di ogni dipendenza, non si può smettere di bere bevendo. E, a questo punto, è possibile cominciare un lavoro su se stesse, che è lungo e faticoso. È un momento cruciale, in cui è fondamentale ricevere supporto, ma è molto difficile per chi non ha vissuto una situazione del genere capirne la gravità. Per questo motivo chi è passato da una relazione con un narcisista e conosce il profondo disagio psicologico che ne deriva può aiutare altre vittime, diventare testimone del loro dolore e aiutarle nel percorso che stanno per intraprendere”.

Dopo Narciso la primavera, quindi, vuole essere un supporto per persone, soprattutto donne, che stanno attraversando un momento particolarmente complesso.
“Come dicevo, è talmente difficile uscire dalla relazione con una persona manipolatoria ed è così doloroso e psicologicamente destabilizzante che diventa naturale voler dare un aiuto alle altre vittime. Ma non nego che scriverlo sia stato molto doloroso, perché ha comportato necessariamente tornare a quello che è stato, rianalizzare pattern e situazioni. Guardavo alla me del passato e provavo compassione e dispiacere, perché sapevo che in quella situazione non avrei potuto fare altrimenti: la persona con cui avevo a che fare era un attore ed era normale credere che i sentimenti che diceva di provare fossero genuini. Il percorso di cura e di accettazione è lungo e difficile, perché implica stare da soli con se stessi a combattere pensieri e ricordi molto dolorosi”. 

La tipologia di amore che emerge da questo saggio è, appunto, l’amore per se stessi. Che cosa significa per lei?
“Significa imparare a stare da soli, capire che si può contare solo su se stessi. Poi è chiaro, è necessario anche aprirsi agli altri, ma devono essere affetti selezionati, genuini. E rendersi conto che l’importante, alla fine della giornata, è averla passata in modo coerente con se stessi, essere sereni e grati per le piccole cose, che di fatto sono quelle importanti”.

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