Houellebecq è forse lo scrittore francese contemporaneo più noto e rilevante: l’uscita del suo nuovo romanzo, “Annientare”, ha suscitato (ancora una volta) un grande clamore, merito non solo del valore letterario, ma anche del fascino che l’autore riesce a esercitare sul pubblico, sui media e sulla critica. Da “Estensione del dominio della lotta” a “Le particelle elementari”, passando per “La carta e il territorio” (premio Goncourt 2010), “Sottomissione” e “Serotonina”, un approfondimento sui temi e sullo stile di una delle penne più disturbanti e destabilizzanti, nota anche per le sue “profezie”…

“Allora, hai letto il nuovo Houellebecq?”, “quindi, commenti?”, “davvero è diverso dagli altri? E in cosa?”, “non vedo l’ora di iniziarlo“.

Ci sono poche uscite editoriali che generano un’attenzione e un clamore simili ai libri di Michel Houellebecq. Si tratta di fenomeni rari, trascinati da un’esposizione mediatica che di rado si osserva quando si parla di romanzi.

Così, quando è uscito Annientare (La Nave di Teseo, traduzione di Zemira Ciccimarra Milena), il nuovo libro di quello che è da molti considerato lo scrittore francese contemporaneo più rilevante (spesso si sottolinea la sfida a distanza con Emmanuel Carrère…), la notizia ha rimbalzato un po’ ovunque, dai giornali ai social, passando per la televisione. Del resto, l’uscita è stata proceduta da una campagna promozionale capace di generare ancora una volta attesa e curiosità.

Copertura mediatica e attività di marketing a parte, anche il libro si presenta fisicamente al lettore come una sorta di testo sacro: un mattone (739 pagine) compatto, rilegato da una copertina ipnotica, pagine di un bianco splendente, margini larghi e segnalibro incorporato. A tutto ciò si mescolano una sostanza letteraria di un valore indiscutibile e una trama capace di sedurre, scandalizzare e destabilizzare (proprio alcuni dei motivi che hanno consacrato al successo i libri di Houellebecq).

Annientare, il nuovo libro di Houellebecq

E veniamo quindi alla trama del nuovo romanzo, già protagonista in classifica. Siamo nel 2027, naturalmente in Francia. La storia si apre nel bel mezzo di una campagna elettorale e ci presenta due personaggi maschili, connotati subito come figure di grande potere ma estremamente sole: Bruno Juge e Paul Raison, rispettivamente il Ministro dell’Economia e il suo fidato consigliere. Entrambi si trovano a dover far fronte a un attacco informatico di natura terroristica, mentre le loro situazioni sentimentali sembrano essere sul punto di sgretolarsi. Già solo l’immagine di apertura di Annientare è di grande effetto: Bruno si ritrova davanti a un video in cui viene messa in scena la sua decapitazione. La sua testa schizza via da una ghigliottina, proprio come quelle degli aristocratici durante la rivoluzione francese. È l’inquietante annuncio dell’inizio della fine di un’epoca.

Questo evento apre la strada a una serie di episodi serratissimi, che conferiscono al romanzo le tinte di un thriller politico, in cui si mescolano riflessioni sul potere, sulla morte, sul nostro modo di abitare il mondo, sulla solitudine, sul declino dell’umanità.

Dentro ci sono tutti gli elementi che hanno reso Houellebecq Houellebecq: sesso, violenza, dolore, desolazione. Ma, questa volta c’è un ma: in questo nuovo romanzo è presente anche una luce (che, in estrema sintesi, si rivela essere l’amore di coppia). E se è vero che la luce esce sempre da una crepa, è stato proprio questo elemento a far storcere il naso agli affezionati nichilisti che invece speravano di nuovo in una storia distruttiva, senza speranza e senza appello, capace soltanto di demolire e togliere il fiato.

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Michel Houellebecq: i libri più famosi

Ma chi è, quindi, Houellebecq, di cosa parlano i suoi romanzi, e qual è l’impatto che l’autore ha esercitato nella letteratura (e nella cultura) degli ultimi anni?

Occhi piccoli e vicini, capelli disordinati, aria da scrittore maledetto, o meglio da antieroe dei nostri tempi, da rockstar sull’orlo di un brillante declino. Michel Houellebecq (pseudonimo di Michel Thomas) è nato il 26 febbraio 1956 a Saint-Pierre, un comune situato nel dipartimento d’oltremare francese della Réunion.

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I primi anni dell’infanzia li trascorre in Algeria, per poi trasferirsi a Parigi dalla nonna Henriette Houellebecq, da cui prende il cognome. Qui studia al Lycée Chaptal e si iscrive in seguito alla facoltà di agraria. Ma l’interesse per la letteratura e la scrittura è sempre presente, tanto che Houellebecq fonda una rivista letteraria chiamata Karamazov, compone poesie, collabora con diverse testate e scrive un saggio su Lovecraft.

Nel 1994, la svolta: dopo essere stato rifiutato da diversi editori, viene pubblicato il suo primo folgorante romanzo, Estensione del dominio della lotta (La Nave di Teseo, traduzione di Sergio Claudio Perroni).

Da questo momento il suo nome inizia a circolare: Houellebecq sa farsi notare per le sue posizioni estreme e impopolari, ma soprattutto per la capacità di criticare il mondo occidentale attraverso personaggi cupi e uno stile brutale e diretto.

I temi che diventeranno un po’ il suo marchio di fabbrica – l’indifferenza, la noia, il vuoto esistenziale di fronte all’insignificanza dell’essere umano e l’impotenza di fronte alla tragedia – appaiono in questo lavoro con una prepotenza disarmante, grazie soprattutto a una scrittura gelida, che lascia il lettore quasi sotto uno stato di shock.

Estensione del dominio della lotta di Houellebecq

Pochi anni dopo, nel 1998, esce Le particelle elementari (La Nave di Teseo, traduzione di Sergio Claudio Perroni), il romanzo che rende Houellebecq famoso in tutto il mondo, premiato come libro dell’anno dalla rivista Lire e da cui viene tratto un film vincitore dell’Orso d’argento per il miglior attore protagonista al Festival del cinema di Berlino.

Anche in quest’opera centrale è l’indagine sul senso della vita: uno dei personaggi principali è Michel Djerzinski, biologo molecolare in lizza per il premio Nobel, un uomo che studia disperatamente per assicurare agli esseri umani un’esistenza perfetta e immortale. Nonostante le sue nobili intenzioni umanistiche, però, Djerzinski ha davvero poco a che fare con il mondo reale: la ricerca lo ha isolato da tutto ciò che lo circonda, rendendolo incapace di relazionarsi con gli altri e di comprendere se stesso. Dall’altra parte c’è il suo fratellastro, Bruno, che è il suo esatto contrario: un professore di lettere senza scrupoli, crudele, violento, opportunista, ma anche psicologicamente molto fragile. Entrambi, a loro modo, tentano di sopravvivere in un contesto che li ha costretti a essere quello che sono, mettendosi alla ricerca di qualcosa – l’amore? – che possa salvarli e dare un significato a tutto quanto.

Le particelle elementari di Houellebecq

Il 2010 è l’anno del massimo riconoscimento letterario francese: il Goncourt, con il libro La carta e il territorio (Bompiani, traduzione di Federica Ascari) che, attraverso lo srotolarsi della vita del protagonista Jed Martin, sviscera i rapporti genitori – figli, il denaro, la morte, il lavoro, insomma, la solita quotidianità umana messa a nudo sempre con lo stesso occhio spietato di Houellebecq, e con le sue parole dure e affilate.

Vincitore del premio Goncourt, la carta e il territorio di Houellebecq

Ma è con altri due romanzi che attorno alla figura dello scrittore inizia a crearsi una sorta di aura mistica. Rispettivamente nel 2015 e nel 2019 escono Sottomissione (Bompiani, traduzione di Vincenzo Vega) e Serotonina (La Nave di Teseo, traduzione di Vincenzo Verga), due testi che riescono ad attirare l’attenzione non solo per l’ormai consolidata capacità dell’autore di turbare e sconvolgere, ma anche perché interpretati come una sorta di profezie.

Copertina del romanzo Sottomissione di Houellebecq

Come il già citato Annientare, anche il primo è ambientato a Parigi in un futuro prossimo, durante una campagna elettorale che preannuncia profondi cambiamenti all’orizzonte. Sale infatti al potere in Francia un presidente musulmano che porta all’instaurazione in Occidente dello stato islamico. Il mondo come lo conosciamo si sgretola, lasciando spazio a una realtà che incarna tutto ciò a cui non siamo abituati.

All’uscita il romanzo suscita non poco scandalo e timori nell’opinione pubblica, anche a causa di alcune interviste in cui Houellebecq dichiara di essere islamofobodichiarazioni che gli valgono una denuncia e una causa legale, dalla quale esce poi vincitore.

Senza dimenticare che gli assalitori che hanno sparato e ucciso nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo hanno scelto per il loro tragico attacco terroristico proprio il 7 gennaio 2015, il giorno in cui il libro fu pubblicato oltralpe.

Copertina del romanzo Serotonina di Houellebecq

Come Sottomissione, anche Serotonina ha una forte influenza sull’opinione pubblica francese. Questo libro (in cui Houellebecq critica aspramente la globalizzazione attraverso la depressione di un funzionario del ministero dell’Agricoltura) viene letto da molti come una predizione del movimento dei Gilet Gialli.

La storia, come nei testi precedenti, mantiene sempre la sua carica distruttiva, spingendosi a volte oltre i limiti della tollerabilità: le scene raccontate sono brutali, feroci, ruvide ma innegabilmente pulsanti di vita. Proprio per questo è comprensibile sentire sul conto di Houellebecq una moltitudini di voci diverse, che si spendono non solo sulla produzione letteraria dell’autore, ma anche sulla sua vita – che sembra essere in qualche modo anch’essa parte di una linea poetica che punta allo scandalo, allo scardinamento del pensiero dominante, alla stonatura, alla rivendicazione di essere ciò che si vuole essere.

Creduto e temuto, venerato e detestato, acclamato come un profeta in patria e accusato di essere razzista e misogino: l’unica cosa certa è che non ci sono personalità più divisive di Houellebecq.

Anche lui, in fondo, come i protagonisti dei suoi romanzi, è una figura respingente e scomoda alla quale, allo stesso tempo, risulta impossibile resistere.

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