Nel nuovo libro di Andrea Bajani, “L’Anniversario”, a condurre la narrazione, in prima persona, è un figlio che ha reciso i legami con i genitori e che ripercorre, attraverso frammenti e impressioni, l’esistenza della madre. Un viaggio nelle ombre del ricordo e nei silenzi della perdita
È in libreria per Feltrinelli L’Anniversario, il nuovo atteso libro di Andrea Bajani, autore già finalista al Premio Strega nel 2021, e che potrebbe essere tra i protagonisti anche quest’anno.
Con questo romanzo l’autore torna a immergersi nei territori intricati della memoria, costruendo un racconto che esplora il peso delle assenze e la complessità delle relazioni familiari. Un’indagine che non si limita a descrivere il distacco, ma che lo scompone, lo analizza, e lo restituisce come esperienza emotiva stratificata, in cui il tempo è la vera sostanza narrativa, una materia fluida e sfuggente che avvolge ogni frammento della storia.
A condurre la narrazione, in prima persona, è un figlio che ha reciso i legami con i genitori e che ripercorre, attraverso frammenti e impressioni, l’esistenza della madre: una figura che il silenzio ha reso marginale, quasi invisibile e impalpabile, ma che ritrova comunque una sua dignità, grazie alla delicata denuncia emanata da una scrittura intimistica.
L’incipit si ancora a un’immagine densa di significati: la madre, nel salutare il figlio, gli chiede con una voce esitante, quasi sommessa, “Tornerai a trovarci?”. Un gesto semplice, che racchiude in sé tutta la complessità di un addio travestito da domanda. Da quel momento il viaggio del protagonista, tra i fantasmi del suo passato, si sviluppa in una ricostruzione in cui la figura materna, relegata ai margini della vita familiare, emerge con forza inattesa.
Scopri il nostro canale Telegram

Ogni giorno dalla redazione de ilLibraio.it notizie, interviste, storie, approfondimenti e interventi d’autore per rimanere sempre aggiornati

Il racconto della sua storia è ordinario dramma individuale, esemplificazione di un sistema sociale patriarcale, ma anche, al contempo, confessione introspettiva, sebbene a tratti e in apparenza indiretta, dell’io narrante che tradisce, lungo il flusso e la forma di una cronaca, il proprio vissuto. Il lettore si ritrova a osservare e quasi a costruire coi propri occhi un ritratto, a tratti divisionista, che procede per somma e giustapposizione di punti di impressioni, schizzi di sentimenti. E dal fondo, gradualmente, i pericoli dei legami familiari prendono la scena fino a coprire tutto, con un andamento narrativo disvelatore delle tensioni e dei dolori nascosti che può ricordare Lacci di Domenico Starnone.
Può interessarti anche
Il personaggio della madre prende forma attraverso dettagli che aprono squarci di significato: un profumo economico, una gamba segnata dalla poliomielite, il gesto ripetuto di apparecchiare la tavola. Ogni frammento della sua quotidianità si carica di un’energia che emerge nei momenti meno prevedibili, come l’episodio in cui porta il figlio ferito al pronto soccorso in bicicletta, affrontando i propri limiti fisici con una determinazione disarmante. Sono immagini che non solo tratteggiano un carattere, ma raccontano una resilienza, per quanto in uno stato di dormiveglia, che si cela nei gesti più semplici.
Scopri le nostre Newsletter

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

Elemento cruciale del racconto diventa anche il contesto in cui la famiglia vive. Il trasferimento da Roma a un piccolo paese del Piemonte segna per la madre l’inizio di un isolamento totale. Lontana da ogni legame sociale, immersa in una comunità che amplifica il silenzio, si ritrova a vivere sotto il controllo assoluto del marito, che arriva a negarle persino il telefono, simbolo di una connessione negata.

Andrea Bajani nella foto di Adolfo Frediani
Questo microcosmo opprimente, con la sua intensità claustrofobica, trasforma lo spazio, i luoghi, in uno specchio della solitudine e dell’anima imprigionata della donna, che prova solo timidamente e mediante tentativi isolati di rivendicare una forma di riscatto almeno interiore.
Può interessarti anche
Spicca tra i ricordi recuperati dall’io narrante il breve periodo in cui la donna lavora come cassiera part-time in un supermercato, che, per quanto anch’essa operata all’interno del rigido sistema patriarcale, poiché frutto di una “concessione” del marito, rappresenta una delle pochissime parentesi luminose della sua vita coniugale. La narrazione trasforma questo momento in un simbolo di libertà, con il sorriso della donna che, per una volta, sembra sincero e pieno di significato. Ma si tratta solo di una parentesi che si chiude rapidamente: il marito svuota l’esperienza del suo valore, riducendola a un’inutile digressione e riportando la moglie entro i confini asfittici della vita domestica.
Può interessarti anche
Non sono gli eventi straordinari a nutrire questo romanzo, bensì i dettagli quotidiani, capaci di raccontare più di mille gesti eclatanti. La figura di questa madre-moglie, mortificata dall’ipertrofia della figura del marito – agente sociale attivo e passivo allo stesso tempo –, diventa il cuore pulsante del libro, incarnando una resistenza in apparenza impalpabile ma costante.
Bajani riesce a bilanciare introspezione e narrazione, lavora come un restauratore paziente dedito a colmare le crepe di una memoria che non cancella le ferite, ma le illumina, rendendole vive, come in filigrana con la pagina. E in questa operazione è il tempo a diventare il vero protagonista, assumendo quel ruolo strutturale di prima linea, all’interno della riconoscibile cifra autoriale di Bajani, che in opere precedenti come Il libro delle case lo scrittore aveva invece affidato allo spazio.
Può interessarti anche
È un romanzo che chiede di essere ascoltato, più che letto: un invito a immergersi nei ritmi della memoria, nelle pause, nei vuoti che diventano significanti. In esso, l’assenza e il racconto di una vita per interposta persona, dallo sguardo di un figlio, sono funzionali alla creazione di una chiave interpretativa che dà voce a ciò che non viene detto e che spetta al lettore scoprire tra le righe.
Attraverso questa delicatezza L’Anniversario si configura come un viaggio che ripercorre le ombre del ricordo e i silenzi della perdita, restituendo un quadro in cui i frammenti del passato convivono con il desiderio di comprendere. Alla fine, non c’è compiutezza, ma solo la traccia di un dialogo tra chi ricorda e ciò che è stato, un confronto che non si conclude, un interrogativo che insiste e si ripete, irrisolto e irrisolvibile.
Scopri la nostra pagina Linkedin

Notizie, approfondimenti, retroscena e anteprime sul mondo dell’editoria e della lettura: ogni giorno con ilLibraio.it

Fotografia header: Andrea Bajani nella foto di Adolfo Frediani