Come ogni settimana, Silvia Zucca ci racconta storie in cui l’amore e l’astrologia s’intrecciano. Lei è l’autrice di “Guida astrologica per cuori infranti”, in uscita l’8 giugno, uno dei romanzi più attesi dell’anno, amato dai librai che l’hanno letto in anteprima e in corso di traduzione in tutto il mondo, Stati Uniti compresi…

In antichità c’era un detto famoso, che nel corso dei secoli è stato poi travisato. Diceva: «Dagli Scorpioni mi guardi Iddio, che al resto dello Zodiaco ci penso io».

Lo Scorpione infatti è il peggio che può capitare di tutto il mondo astrologico.

Per lui l’egoismo è uno stile di vita, e infatti se gli chiedete quanti siano i pronomi personali, senza esitazioni risponderà: «Uno!» Che ovviamente è IO.

«Io» è l’unica cosa che esiste per uno Scorpione. Voi, come compagna, parente, amica, vicina di casa o qualsiasi altra personificazione senziente, non siete per lui che un accessorio che può prendere e lasciare alla bisogna. Chiedereste a una spazzola il permesso di essere usata? Oppure domandereste scusa a quello stuzzicadenti che avete appena buttato nella pattumiera? Quindi perché lo Scorpione dovrebbe darsi pena di chiedere una qualsiasi vostra opinione visto che per lui non siete che meri optional alla sua tormentata esistenza?

Tormentato, ecco un’altra parola chiave. Eh, sì, perché lo Scorpione, oltre a essere un vero Stronzo con qualsiasi maiuscola, si nasconde dietro la parvenza del Tenebrosotormentatodallavita. Potreste incontrarlo in un cinema, rigorosamente d’essai, mentre prende appunti sui personaggi più nevrotici di Lars Von Trier, tanto per darsi un alibi, oppure a una festa, appoggiato mestamente a una colonna con l’aria del cane bastonato. Allora vi verrà da pensare: poverino. Ebbene, sappiate che vi ha fregate.

Appena farà breccia nel vostro cuore, con quel suo sguardo perso (e vagamente psicopatico, proverà ad avvertirvi qualche amica…), riprogrammerà il vostro cervello impostandolo sulla modalità Candy Candy-crocerossina senza speranza, subito dopo coadiuvato dal Trojan Horse Tenebroso e Misterioso che, sì, fa tanto romanzetto harmony e vi ricorda l’infanzia, quando eravate al mare dalla nonna, ma proprio per questo è più letale che mai.

Siete una Dead Woman Walking, anche se tutto in voi dice che vi siete innamorate.

Il mio Scorpione poteva vendere fascino un tanto al chilo. Ne aveva a iosa, con quel suo fare distaccato, vagamente avulso dal mondo e sofferente per ogni cosa che gli capitava, dalla smagnetizzazione della Fidaty alla sciarpa dimenticata al ristorante. Di più, lo Scorpione è così anche quando gli danno una promozione o un aumento di stipendio. In realtà gli avvenimenti positivi lo infastidiscono un sacco, perché lo distolgono dal suo cliché di uomo problematico (e quindi, secondo lui, più intelligente e profondo di ogni essere capace di sollevare gli angoli della bocca in un sorriso).

Il mio l’avevo soprannominato scherzosamente «Mai-‘na-gioia», nel vago e imperfetto tentativo di usare l’ironia per strapparlo da quel vario turbine di vuoto cosmico in cui piombava ripetutamente quando meno me lo aspettavo. Un giorno era allegro, propositivo, dinamico… Il giorno dopo non gli cavavo una parola neppure col forcipe, e se insistevo si voltava verso la prima finestra a portata di mano, per guardare l’infinito e oltre, anche se casa mia dà su un palazzo a neppure dieci metri. (La dirimpettaia iniziò a sospettare uno stalker, ma questa è un’altra storia…)

La nostra storia andò a singhiozzi (i miei soprattutto, consumati tra lenzuola di seta a strapparmi ipotetici riccioli castani come un’eroina dei suddetti romanzi), tra le angherie più o meno meditate del mio Scorpione, che lasciava qua e là cadere la propria presenza che neppure un’apparizione di Padre Pio, interminabili attese e frasi fatte che scoprii prese soprattutto dal sito internet www.citazionintelligenti.it. Cose del tipo: «Tu non puoi salvarmi», o anche «Bisognerebbe sempre essere un po’ improbabili» e ancora «Non vi dirò: ‘Non piangete’, perché non tutte le lacrime sono un male». Insomma poteva passare da Oscar Wilde a Gandalf o Twilight in un battito di ciglia, anche perché, non avendone letto mai neppure uno per sbaglio, per lui era assolutamente la stessa cosa.

Anche quando mi lasciò (ebbene sì, fu lui a lasciarmi, ma a mia discolpa posso dire che ero ridotta così male da non riuscire più a distinguere un sasso dal portachiavi di casa), anche quando mi lasciò, dicevo, fece in modo di rendere l’agonia più lunga possibile. Non era stronzo, teneva a sottolineare, ma tormentato da quel male di vivere che affligge tutte le persone di un certo spessore (e per sottolinearlo non mancava di snocciolare come un rosario le tessere delle associazioni benefiche cui era iscritto, così che, superficialmente, potesse darsi il patentino da «buono»). E, siccome coltivava Dubbi al posto dei gerani sul balcone, era incapace di capire se la scelta di lasciarmi fosse giusta o sbagliata. Cosa che generò telefonate in cui mi cercava piangendo, richieste di vederci per parlare e dirmi che «era così bello stare con me…», sguardi languidi e malinconici quando ci si incontrava per caso.

Alcuni amici mi telefonarono per rimproverarmi di averlo trattato tanto male. Su Facebook, il mio Scorpione, infatti, non si asteneva mai dal far riverberare tutta la sua interiore sofferenza, pubblicando cieli cupi e le sue amate citazioni, che stavolta spaziavano dalla Mazzantini a Grey’s Anatomy.

Iniziai a pensare che forse ero stata io a lasciare lui e non me ne ero accorta, oppure che avevo capito male e che non mi mollava perché disamorato, ma perché doveva partire per la guerra. Ancora una volta pensai che la nostra fosse una «bellissima storia d’amore», di quelle dove l’eroe tutto mascella e capelli fluenti aveva avuto un’infanzia così difficile da rendergli impossibile riconoscere di amare finché non era sul baratro, sul punto di perdere ogni cosa che gli fosse davvero cara.

Gli dissi che mi mancava anche lui, dopotutto, e che se voleva potevamo ritentare, che la nostra storia valeva la pena di essere salvata…

E lui stavolta sparì.

SilviaZucca

IL LIBRO E L’AUTRICE – Guida astrologica per cuori infranti (Nord, in uscita l’8 giugno) è un romanzo irresistibile come la sua protagonista, Alice Bassi, trentenne tenera e pasticciona alla ricerca dell’anima gemella, e brillante come la sua autrice, Silvia Zucca, che dopo una vita da traduttrice ha deciso di esordire nella narrativa con una storia che vi conquisterà.

Visita il sito ufficiale: www.guidaastrologicapercuoriinfranti.it

SilviaZucca

L’autrice 

 
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