Che tempo verbale usare in una subordinata, se nella frase principale c’è un verbo al presente che descrive un’azione avvenuta in seguito? E se invece l’azione indicata è accaduta prima di quella della subordinata? A descrivere e regolare questi rapporti temporali è la cosiddetta consecutio temporum – Una guida (con esempi) per capire come applicarla in ogni situazione

Con l’espressione latina consecutio temporum ci si riferisce, anche in lingua italiana, all’insieme di norme grammaticali che regolano l’uso dei tempi verbali tra una proposizione principale e una subordinata.

Più nello specifico, si parla di rapporti di:

  • anteriorità, nel caso in cui l’azione della subordinata avvenga prima di quella della principale;
  • contemporaneità, quando l’azione della subordinata ha luogo nello stesso momento della principale;
  • posteriorità, se l’azione della subordinata si verifica dopo quella della principale.

Dal momento che le combinazioni possibili sono molto numerose, ecco di seguito una guida utile e intuitiva, per orientarsi con la consecutio temporum perfino nelle situazioni più complesse.

Consecutio temporum con la principale al presente

Indicativo presente

Se il verbo della principale è all’indicativo presente, allora nella subordinata si userà:

  • per indicare anteriorità, il passato prossimo o l’indicativo imperfetto;
  • per indicare contemporaneità, l’indicativo presente;
  • per indicare posteriorità, il futuro semplice.

Si dirà quindi, rispettivamente:

  • Ilaria sa che nel suo gruppo di lettura, il mese scorso, hanno parlato di Anna Karenina;
  • Ilaria sa che nel suo gruppo di lettura, questo mese, parlano di Anna Karenina;
  • Ilaria sa che nel suo gruppo di lettura, il mese prossimo, parleranno di Anna Karenina.

Se il verbo della principale regge dopo di sé il congiuntivo, dovremo invece utilizzare:

  • per indicare anteriorità, il congiuntivo passato;
  • per indicare contemporaneità, il congiuntivo presente;
  • per indicare posteriorità, il futuro semplice.

Applichiamo dunque la consecutio temporum così:

  • Ilaria pensa che nel suo gruppo di lettura, il mese scorso, abbiano parlato di Anna Karenina;
  • Ilaria pensa che nel suo gruppo di lettura, questo mese, parlino di Anna Karenina;
  • Ilaria pensa che nel suo gruppo di lettura, il mese prossimo, parleranno di Anna Karenina.

Condizionale presente

Se il verbo della principale è al condizionale presente, per conseuctio temporum nella subordinata avremo:

  • per indicare anteriorità, il congiuntivo trapassato;
  • per indicare contemporaneità e posteriorità, il congiuntivo imperfetto.

Ecco due esempi:

  • Ilaria vorrebbe che nel suo gruppo di lettura, il mese scorso, avessero parlato di Anna Karenina;
  • Ilaria vorrebbe che nel suo gruppo di lettura, questo mese o il prossimo, parlassero di Anna Karenina.

Consecutio temporum con la principale al passato

Indicativo passato

Se il verbo della principale è al passato prossimo, imperfetto, trapassato prossimo, passato remoto o trapassato remoto, allora nella subordinata si userà:

  • per indicare anteriorità, il trapassato prossimo;
  • per indicare contemporaneità, l’indicativo imperfetto;
  • per indicare posteriorità, il condizionale passato.

Si dirà quindi, rispettivamente:

  • Ilaria sapeva* che nel suo gruppo di lettura, il mese precedente, avevano parlato di Anna Karenina;
  • Ilaria sapeva che nel suo gruppo di lettura, quel mese, parlavano di Anna Karenina;
  • Ilaria sapeva che nel suo gruppo di lettura, il mese seguente, avrebbero parlato di Anna Karenina.

*Il discorso resta valido anche con: Ilaria ha saputo, Ilaria aveva saputo, Ilaria seppe, Ilaria ebbe saputo.

Se il verbo della principale regge dopo di sé il congiuntivo, dovremo invece utilizzare:

  • per indicare anteriorità, il congiuntivo trapassato;
  • per indicare contemporaneità, il congiuntivo imperfetto;
  • per indicare posteriorità, il condizionale passato.

Applichiamo dunque la consecutio temporum così:

  • Ilaria credeva* che nel suo gruppo di lettura, il mese precedente, avessero parlato di Anna Karenina;
  • Ilaria credeva che nel suo gruppo di lettura, quel mese, parlassero di Anna Karenina;
  • Ilaria credeva che nel suo gruppo di lettura, il mese seguente, avrebbero parlato di Anna Karenina.

*Il discorso resta valido anche con: Ilaria ha creduto, Ilaria aveva creduto, Ilaria credette, Ilaria ebbe creduto.

Condizionale passato

Infine, se il verbo della principale è al condizionale passato, per conseuctio temporum nella subordinata avremo:

  • per indicare anteriorità, contemporaneità e posteriorità, sempre e solo il congiuntivo trapassato.

Ecco tre esempi:

  • Ilaria avrebbe voluto che nel suo gruppo di lettura, il mese precedente, avessero parlato di Anna Karenina;
  • Ilaria avrebbe voluto che nel suo gruppo di lettura, quel mese, avessero parlato di Anna Karenina.
  • Ilaria avrebbe voluto che nel suo gruppo di lettura, il mese seguente, avessero parlato di Anna Karenina.